Bologna, è dura farsi prendere sul serio: rispetto e considerazione sarebbero un traguardo più importante della Champions

Bologna, è dura farsi prendere sul serio: rispetto e considerazione sarebbero un traguardo più importante della Champions

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Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani, diceva Cavour. Conquistata la Champions, bisogna rifare gli occhi di chi ci guarda. A giudicare dalle dichiarazioni di agenti, commentatori e addetti ai lavori, il Bologna continua infatti a essere considerato alla stregua di una provinciale, come se l’approdo alla massima competizione europea fosse un fatto che ci ha sì riguardato, ma accidentalmente. Parole come quelle di Spinosi, componente dell’entourage Ndoye (e prima ancora quelle di Lucumí, senza dimenticare la melina di Calafiori e Zirkzee e l’intera vicenda Motta) fanno capire che molto lavoro c’è da fare per far percepire il BFC come qualcosa di diverso da un solido trampolino di lancio.
L’idea di fondo, insomma, è ancora quella che un’ottima annata sotto le Due Torri serva per guadagnarsi le attenzioni dei cosiddetti ‘top club’, come se vestire la maglia rossoblù fosse solo un limbo intermedio, un pit stop breve e necessario in vista di più alti approdi. È quello che ha detto, nella sostanza, l’agente di Ndoye, che non si è fatto sfuggire le ottime prestazioni europee dello svizzero per tirare pubblicamente la volata al suo pupillo, «pronto per una grande squadra». E il Bologna, che nell’ultimo campionato è finito davanti a Roma, Lazio e Napoli, secondo lui cosa sarebbe? Una piccola realtà?
Forse è già troppo tardi, forse il calcio è già irreversibilmente contaminato da una concezione mercantilistica dei suoi protagonisti. Un po’ di sensibilità in più, però, non guasterebbe, almeno nella facciata. Ogni volta che un procuratore parla, non lancia messaggi solo al club di riferimento ma anche ai tifosi del suo assistito. Come dovremmo rivolgerci a Ndoye se dovesse rimanere un altro anno a Bologna? E soprattutto: perché i giocatori permettono a chi li rappresenta di parlare in questa maniera urbi et orbi? Siamo solo dei sognatori o è lecito sperare che questo costume, un giorno, possa cambiare?

Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)