Partita maledetta, ma il Bologna rimane sulla strada giusta. Bene la mediana e il redivivo Orsolini, giornata no del reparto offensivo
Bologna-Venezia 0-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
Il predominio assoluto sul piano del gioco – Il Bologna ha approcciato benissimo la partita, disputando un primo tempo convincente in cui non sono mancati sprazzi di buon calcio e belle giocate. La squadra non è riuscita a creare tante occasioni nitide, è vero, ma anche nella ripresa ha occupato in pianta stabile la metà campo avversaria, producendo una grossa mole di gioco e facendo segnare un elevato possesso palla.
La chiara volontà di fare risultato – La partita è stata preparata nel modo giusto, è mancato ‘solo’ lo squillo decisivo. Ha ragione Mihajlovic quando dice che questo è l’unico sport in cui spesso i numeri prodotti non si rispecchiano nel risultato, e ieri il BFC è incorso in una beffa. Anche la disposizione della squadra era evidentemente stata studiata per offendere e fare risultato pieno, lo testimonia in particolare la scelta di impiegare Orsolini a destra (anziché Mbaye o un adattato Hickey) e quindi di non disporsi mai di fatto con una linea difensiva a cinque, bensì a tre in fase di possesso e a quattro quando la palla l’aveva il Venezia.
La prova dei due centrocampisti e di Orsolini – Dominguez è stato uno degli sfortunati protagonisti dell’episodio che ha generato il gol di Okereke, ma questo non toglie nulla alla sua partita. Ha fatto ottime cose, come del resto gli capita da inizio stagione, e lo stesso si può dire di Svanberg. Credo inoltre sia giusto sottolineare la prestazione di Orsolini, che nonostante il periodo trascorso in panchina e il ruolo quasi inedito ha disputato una buona gara.
I segnali comunque positivi – Giornate così nel calcio capitano, puoi star lì a giocare anche un giorno intero e la palla non entra comunque, mentre gli altri la buttano dentro alla prima mezza occasione. Domenica a La Spezia capiremo se questo passo falso episodico verrà immediatamente cancellato o se sconfitta lascerà strascichi tangibili, ma personalmente non sono affatto preoccupato e propendo per la prima ipotesi: anche ieri, infatti, ho visto all’opera una squadra consapevole e in fiducia, che ad eccezione del finale un po’ caotico alla ricerca del pari ha sempre dato l’impressione di sapere cosa fare. Continuo a pensare che la strada intrapresa dalla Lazio in avanti sia giusta e che magari, come dichiarato da Sinisa, prima o dopo succederà anche a noi di strappare qualche risultato senza meritarlo a pieno.
CONTRO
La scarsa incisività offensiva – C’è poco da dire, quella rimediata ieri è una sconfitta bruciante. È difficile rimproverare qualcosa ai rossoblù, l’unica pecca evidente è stata la poca incisività in avanti, mischiata ad un’ostinazione eccessiva nel cercare di bucare il Venezia per vie centrali. Il Bologna si è ‘specchiato’ troppo, quando invece avrebbe dovuto essere più concreto e punire un’avversaria che ha fatto una grande partita difensiva ma nulla di più.
La gara anonima di Arnautovic, Barrow e Soriano – Come ormai noto, Soriano sta ricoprendo una posizione che lo porta a sacrificarsi maggiormente e a dover svolgere più lavoro sporco, ma in un match del genere era lecito aspettarsi una giocata in grado di ‘stappare’ la partita. Chiaramente sono poi mancati i due cannonieri, ovvero Arnautovic e Barrow, col gambiano mai capace di accendersi come avvenuto nelle ultime settimane. Riguardo invece all’austriaco, ieri il suo difetto principale (ovvero la ricerca della giocata bella a discapito di quella pratica) ha finito in qualche modo col contagiare tutta la squadra.
Il mix letale di sfortuna e imprecisione – Il gol del Venezia è stato figlio della casualità e della sfortuna, perché il pallone è carambolato fra Medel e Theate per poi finire proprio sui piedi di Okereke. In quella zona di campo, Dominguez aveva due sole possibilità: non entrare in scivolata o, se avesse deciso di farlo, conquistare obbligatoriamente la sfera. Purtroppo il suo intervento è andato a vuoto e gli uomini di Zanetti hanno trovato un gol baciato dalla buona sorte e beffardamente decisivo.
Pepè Anaclerio
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