Bologna-Inter 2-1: il Tosco l’ha vista così…
Il piano partita del Bologna è stato quello di destrutturare la manovra dell’Inter alla fonte attraverso il controllo e la schermatura di Brozovic: questo accorgimento ha spento, in parte, la verticalità immediata del gioco di Inzaghi diretto sulle punte, così come l’alternativa dell’innesco degli interni Barella e Calhanoglu, l’altra arma della manovra dei nerazzurri; la mancanza di Dzeko per scelta tattica, poi, non ha permesso la terza via di gioco spesso letale, ovvero lo svuotamento dell’area dell’attaccante bosniaco, che attira a sé la linea difensiva avversaria per favorire l’ingresso alle sue spalle di Dumfries: questione di scelte.
Dicevamo del lavoro di schermatura su Brozovic, in prima battuta portato da Barrow e poi assorbito dalla linea mediana, che ha obbligato l’Inter ad una manovra meno usuale, più estemporanea, basata maggiormente sulle individualità (sempre molto qualitativa, si intende, ma appunto meno organica), e il pareggio di Arnautovic è arrivato quasi inaspettato, dentro ad un canovaccio che era rimasto tale e quale anche dopo il vantaggio ospite: la squadra di Inzaghi aveva comunque cercato il raddoppio, così da chiudere virtualmente la contesa, mentre il Bologna, riorganizzandosi, non aveva cambiato il suo atteggiamento ma solo cercato di restare in partita, per poi potersela giocare col passare dei minuti.
Anche la ripresa è cominciata con lo stesso copione: disordinati attacchi posizionali interisti contro la difesa organizzata del BFC, che sì non disdegnava il tentativo di costruire qualcosa, ma quel qualcosa si andava a perdere nella lunga risalita del campo, visto il baricentro basso in generale e nel secondo tempo in particolare (41 metri).
Risultando così complicato per l’Inter pervenire alla conclusione facilmente, il calciatore nerazzurro che ha trovato maggiori occasioni per scoccare tiri dalla distanza è stato il centrale difensivo Dimarco, che uscendo dalla sua linea di competenza non trovava opposizione: il ‘braccetto’ che entra nella metà campo difensiva, quando ci si difende col 3-5-2, solitamente viene preso dalla mezzala di riferimento, che però mercoledì era spesso già bassa per difendere di posizione e fare densità. D’altronde è il discorso della coperta corta e del rischio calcolato.
La spinta dei nerazzurri si è via via spenta, nonostante la palla abbia circolato pericolosamente nell’area rossoblù (63 palloni contro i 6 in area interista), mentre l’autostima del Bologna andava al contrario in crescendo. Se il pari era arrivato quasi inaspettato, alcune azioni successive sono risultate meglio costruite, ma il raddoppio ha dell’incredibile: inutile aggiungere altro a quanto già letto o sentito. A quel punto, anche chi tenta di fare analisi tecnico-tattiche come il sottoscritto molla gli ormeggi e non si pone più il dilemma della vittoria meritata o no: è arrivato il gentile regalo di Radu a Sansone, che ha compensato una stagione certamente non fortunata a livello di episodi. Almeno fino a mercoledì sera.
Tosco – www.madeinbo.tv
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