Il peggior Bologna visto fin qui, fischi sacrosanti che speriamo servano. Mihajlovic dovrebbe parlare meno e lavorare meglio
Bologna-Salernitana 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
I pericoli arrecati da Sansone (ma che brutto errore!) – Sansone ha sicuramente commesso diversi errori, tra cui quello clamoroso a tu per tu con Sepe, ma la sua presenza ha portato la vivacità che era mancata contro il Milan. Le sue caratteristiche gli hanno permesso di trovare spesso spazi tra le maglie della difesa avversaria, e questo aumenta il rammarico, perché nonostante le tante occasioni create il Bologna non è riuscito a chiudere la gara.
CONTRO
La partita peggiore del campionato – Ieri abbiamo assistito ad una partitaccia, ancora peggio delle tre precedenti, nelle quali i ragazzi avevano almeno provato un po’ a giocare. Ieri il Bologna ha avuto una piccola scossa grazie ai tre cambi effettuati nell’intervallo, ma non è mai riuscito a mostrare buone trame, al contrario di un’avversaria che sulla carta sarà anche più debole ma ha giocato con entusiasmo e soprattutto da squadra.
La squadra che rispecchia il mister (nel bene e nel male) – Siamo ancora ad inizio stagione, quindi è vietato fare drammi, ma la preoccupazione mia e di tanti tifosi non è figlia del pareggio di ieri né di queste prime cinque uscite, bensì della tendenza di questi ultimi due anni. Il BFC sembra in stallo, ostaggio della mancanza di idee e del cambiamento radicale del suo allenatore, che è passato dal dichiarare «l’importante è segnare un gol in più dell’avversario» a «prima o poi un gol lo si segna, ciò che conta e non subirli». Lo dico sempre, la squadra rispecchia il proprio mister sia nel bene che nel male, e l’involuzione a cui stiamo assistendo è certamente figlia anche di questo radicale cambiamento di approccio da parte dell’allenatore.
I tanti singoli sottotono – Schouten ha giocato male, e continuo a dire che Dominguez in questo centrocampo a tre fatica, non ha la gamba e i tempi d’inserimento necessari. Cambiaso ha fatto ancora peggio, e Kasius è stato molto più passivo del solito. La rete subita è di responsabilità comune ed è figlia di uno specifico atteggiamento, dato che schiacciarsi in area e concedere cross e mezzi tiri agli avversari ti espone sempre al rischio che possano segnare. La conclusione di Candreva, poi, non sembrava nemmeno irresistibile, credo che Skorupski avrebbe potuto addirittura bloccarla e invece l’ha lasciata lì, e in quei casi per nove volte su dieci prendi gol. Arnautovic merita una riflessione a parte, perché è sempre nel vivo delle azioni e certamente non viene aiutato dal gioco espresso dalla squadra, e perché cercarlo sempre spalle alla porta o lanciandogli la palla alta non lo facilita. Premesso ciò, ieri si è specchiato troppo e non ha chiuso la partita quando avrebbe dovuto, per un eccesso di generosità: nell’occasione in cui cerca Sansone in mezzo all’area avrebbe dovuto tirare lui e spaccare la porta.
I fischi del Dall’Ara – Se una piazza storicamente paziente e affettuosa come quella bolognese fischia la squadra dopo un pareggio, chi di dovere inizi a farsi delle domande. C’è disappunto, la gente è stanca, e spero che il segnale mandato dallo stadio venga recepito.
La sensibilità a senso unico – Preferisco stendere un velo pietoso sulle dichiarazioni post partita del mister, che alla domanda sui tempi d’inserimento dei nuovi acquisti ha risposto che alcuni potrebbero non ambientarsi mai. Ho l’impressione che la sensibilità che la piazza e la società stanno avendo nei suoi confronti da due anni a questa parte non sia affatto ricambiata. Gli episodi irrispettosi iniziano ad essere tanti, penso a quando trapelarono i suoi commenti sui tifosi che erano andati a sostenere la squadra prima di Bologna-Benevento, o alla pausa di riflessione che si è spesso preso in estate aspettando la chiamata di una big. Qualcuno dirà che è un atteggiamento figlio dell’ambizione, io invece credo sia una mancanza di rispetto verso un ambiente che l’ha sempre protetto e messo in condizione di far bene. Sinisa sembra sempre scontento, anche dopo che la società ha fatto un mercato notevole se rapportato a quello che lui ha dato e agli obiettivi stagionali, e continua ad esternare la sua insoddisfazione con uscite mediatiche dannose. Sono davvero molto contento all’idea che lo spirito polemico che sta ritrovando sia sintomo del fatto che le sue condizioni di salute stanno migliorando, ma ciò non toglie che a mio parere dovrebbe parlare meno e lavorare meglio.
Pepè Anaclerio
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Foto: Getty Images (via OneFootball)