Bazzani: “Non facile levare la ruggine dopo una sosta così, senza Arnautovic lancerei Raimondo. Sinisa un esempio meraviglioso, gli sarò sempre grato”
La sconfitta di misura sul campo della Roma è ormai alle spalle, il match con l’Atalanta dietro l’angolo, e il Bologna di Thiago Motta continua a lavorare sodo al centro tecnico Niccolò Galli per non fallire il primo appuntamento casalingo del nuovo anno. Dopo una sosta mondiale trascorsa senza infortuni, però, l’infermeria ha cominciato a riempirsi, e l’ultima defezione è di quelle davvero pesanti: lunedì sera non ci sarà nemmeno Marko Arnautovic. Oggi, per analizzare il particolare momento dei rossoblù tra il recente passato e il prossimo futuro, abbiamo intervistato Fabio Bazzani, tornato a commentare la Serie A su DAZN dopo cinque mesi trascorsi proprio nel BFC come collaboratore del compianto Sinisa Mihajlovic, che ha lasciato un ricordo indelebile anche nel suo cuore.
Fabio, siamo all’inizio del 2023: i tuoi progetti per quest’anno? «Sicuramente fino al termine del campionato proseguirò la mia collaborazione con DAZN, dove mi trovo molto bene, rispettando il contratto stipulato. Di recente ho ricevuto un paio di proposte per allenare, ma ci penserò solo alla fine della stagione».
Dopo la lunga sosta mondiale, come hai ritrovato il Bologna? «All’Olimpico la squadra mi ha dato l’impressione di essere ancora un po’ arrugginita, ma adesso è in buona compagnia: una sosta di cinquanta giorni azzera praticamente ogni cosa e le prime partite sono molto difficili, perché si perdono quella fame e quell’adrenalina tipica delle gare ufficiali. Basti pensare a tutto ciò che avevamo visto nel match col Sassuolo, una prestazione pressoché perfetta. Ieri comunque il Bologna ci ha provato, specie nel secondo tempo, e meritava il pareggio, contro una Roma che dopo aver trovato il vantaggio ha lasciato giocare i rossoblù e si è limitata a chiudere tutti i varchi».
Che idea ti sei fatto sui due episodi arbitrali contestati da Motta? «Il rigore su Dybala c’era, nell’occasione Lucumí ha peccato un po’ di leggerezza: al colombiano manca ancora una certa continuità nella prestazione, pur essendo senza dubbio un giocatore di qualità. Per quanto riguarda Ferguson se ne può discutere, Zalewski pare toccarlo leggermente e quindi, come minimo, lo scozzese non meritava il giallo per simulazione».
Tra le note più liete, l’impatto sulla gara del giovane Pyyhtia: tanta personalità. «Esatto, quella a Niklas non manca, già nella passata stagione con Sinisa lo avevamo notato e fatto esordire in A contro il Napoli al Dall’Ara. Per raccontare un po’ la sua mentalità, ricordo che spesso a fine allenamento si fermava per provare e riprovare le conclusioni a rete, è un 2003 ma ha già la testa giusta. Più in generale, però, è difficile per i ragazzi provenienti dalla Primavera compiere un salto così importante, perché il loro campionato è ancora poco competitivo rispetto alla Serie A, la forbice è troppo ampia».
Cosa occorre, oltre al lavoro e al talento, per imporsi al massimo livello? «Sicuramente la personalità e un pizzico di incoscienza sono fondamentali per mettere in risalto le proprie qualità, la timidezza o l’eccessiva insicurezza non aiutano. Poi certo, questi ragazzi devono anche avere la possibilità di giocare con continuità, e lì sta agli allenatori metterci coraggio e dargli fiducia, nonostante il gap che come detto prima si ritrovano a dover colmare dato il livello modesto della Primavera 1».
Due giorni a Bologna-Atalanta: che partita sarà? «Credo ci si debba aspettare un’Atalanta diversa da quella vista mercoledì a La Spezia, che ha giocato abbastanza male e ha trovato il pareggio grazie a due episodi nell’ultimo quarto d’ora. Di contro, e mi riallaccio al discorso iniziale, penso che anche il Bologna sarà più brillante, dunque potrebbe venir fuori una partita combattuta ed equilibrata».
Senza Arnautovic e probabilmente anche Barrow e Zirkzee, daresti una chance a Raimondo o studieresti una soluzione alternativa? «Premetto che Motta non ha bisogno dei miei consigli, si fa giusto per parlare… Se toccasse a me scegliere punterei su Raimondo, perché è già da un po’ nel giro della Prima Squadra e questa, in assenza dei tre elementi davanti a lui nelle gerarchie, può essere l’occasione di dimostrargli che si crede davvero in lui. Si tratta di una partita sì importante ma non decisiva per il campionato, e ritengo che un ragazzo con le sue qualità possa essere pronto per giocarla dall’inizio. Ieri ha disputato l’intero match con la Primavera, ma contro l’Atalanta si andrà in campo lunedì sera e quindi c’è tutto il tempo per recuperare energie».
Per concludere, un tuo ricordo di Sinisa Mihajlovic, con cui hai collaborato da gennaio a maggio 2022. «Sinisa lo conoscevo già come allenatore e sapevo bene del suo straordinario carisma, della sua forte personalità. Quando però inizi a viverlo di persona, nel quotidiano, ti tocca nel profondo, e la situazione che ha dovuto affrontare è stata di enorme insegnamento anche per me, che tante volte come tutti mi lamento per delle sciocchezze: la sua forza e il suo attaccamento alla vita, oltre che al lavoro, hanno rappresentato un esempio meraviglioso. Era sempre lui a dare forza agli altri, in questo stava la sua grandezza. Da lui ho imparato tanto a livello umano, oltre ad aver arricchito e non poco il mio bagaglio di conoscenze calcistiche, e gli sarò sempre grato per l’opportunità che mi ha concesso».
Claudia Aldrovandi
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