Hellas Verona-Bologna 0-0: il Tosco l’ha vista così…
Distruggere è facile, costruire un po’ meno, e questo è ciò che ha pensato Baroni nel pianificare la sua partita tutta intenta alla distruzione del gioco tentato dal Bologna: l’ha fatto bene, con coraggio, cuore e soprattutto gambe. Calate queste, la gara ha via via preso la connotazione più logica, quella dei felsinei in dominio del palleggio e gli scaligeri in difesa nella propria metà campo.
Bravo quindi Baroni a destrutturare alla fonte il gioco di Motta, meno bravo Motta nel non riuscire a trovare tracce alternative rispetto a quelle, già più consolidate, cercate contro squadre che invece si difendono basse.
È questa la vera domanda da porsi, dato che la vulgata comune recita la solita frase scontata, quella che il Bologna farebbe fatica con le squadre che si chiudono (tutti fanno fatica contro squadre che si chiudono…). Ieri è avvenuto il contrario: l’undici di Thiago ha faticato contro un Hellas che è venuto a prendere alto tutti i palleggiatori rossoblù con accoppiamenti a uomo, e l’errore è stato semmai quello di non forzare le giocate per far saltare il tappo.
Se la tua mission è il possesso palla e poi hai paura a fare certe giocate rischiose, la missione resta lì, in sospeso: ieri, se si voleva togliere convinzione al Verona, bisognava proprio cercare di forzare il palleggio senza lasciarsi impaurire dall’aggressività degli avversari, rischiando alcune giocate sull’uomo pressato per trovare il compagno con gioco-sponda e aprire poi in zona libera. Invece si è deciso di scaricare palla sempre su Skorupski, obbligando il portiere polacco al rinvio lungo e facendo così gasare l’Hellas, che vedeva prevalere la sua tattica.
Credo che su tale aspetto Motta ci lavorerà perché, a sua parziale giustificazione, va ricordato che il Bologna del Bentegodi aveva la metà dei giocatori di movimento nuovi rispetto alla passata stagione, e non è così facile abituarsi subito ad calcio fatto di smarcamenti e rotazioni.
Sui cambi (opinabili) effettuati a metà del secondo tempo, credo che le intenzioni di Thiago fossero quelle di forzare gli uno contro uno in fascia con due calciatori di gamba come Orsolini e Ndoye, così da allungare il Verona. E in effetti gli ultimi venti minuti sono stati quasi a totale appannaggio del BFC, ma purtroppo non hanno portato al gol: se Ndoye avesse segnato proprio da quella parte dopo il geniale tacco di Zirkzee, Motta sarebbe diventato il mago delle sostituzioni.
Il calcio è poi questo: da genio a pirla è un attimo ma, a mio avviso, ieri la partita non è stata vinta per poco coraggio in costruzione. Lì bisognava togliere certezze al Verona, e in futuro mi auguro di vedere l’idea mottiana di dominio del palleggio sempre più applicata indipendentemente dall’atteggiamento dell’avversario.
Tosco – www.madeinbo.tv
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