Un pari che sta stretto ma tiene alto l’umore verso Firenze. Calafiori miglior difensore italiano, ingiuste le critiche a Ravaglia
Bologna-Genoa 1-1: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Dall’Ara.
PRO
Il pareggio strameritato (e bugiardo) – Al 95′ è stato agguantato un pareggio che vale come una vittoria: perdere sarebbe stato un brutto colpo non tanto per la classifica quanto a livello psicologico, a maggior ragione prima di una sfida di Coppa Italia che potrebbe portare il Bologna in semifinale. L’1-1 è meritatissimo, anzi, va addirittura stretto. Fin dall’inizio i felsinei si sono assunti rischi importanti, schierandosi altissimi in difesa nonostante la rapidità degli attaccanti avversari. Le statistiche non mentono, il BFC avrebbe dovuto raccogliere di più e non a caso il migliore del Genoa è stato sicuramente il portiere Martinez, che in più di un’occasione si è davvero superato.
I difensori sugli scudi – De Silvestri ha trovato un altro gol importantissimo, il suo sembrava un ingresso tardivo e invece si è rivelato decisivo. I due centrali difensivi, Calafiori e Lucumí, sono stati straordinari, hanno accettato e stravinto diversi duelli uno contro uno molto complicati. Calafiori, nello specifico, a mio avviso oggi è il miglior difensore italiano in circolazione, gioca persino da centrocampista aggiunto e lo fa con enorme qualità.
Ravaglia, senza colpe – Voglio spezzare una lancia in favore di Ravaglia, che innanzitutto credo sfiori la punizione di Gudmundsson al 97′ salvando il risultato, e che io trovo incolpevole sul gol incassato: non è lui a sbagliare, è la palla che lì non deve mai passare. Sto leggendo e sentendo critiche ingenerose su come ha disposto la barriera, quando io penso che siano stati Urbanski e Orsolini a schiacciarsi troppo sul primo palo in extremis e non lui a sbagliare la disposizione. Il resto l’ha fatto Zirkzee, togliendo la testa dalla traiettoria del tiro di Gudmunsson e ‘condannando’ il suo portiere. Federico è un ragazzo giovane, forte, bravo sia tra i pali che coi piedi: difendiamolo e valorizziamolo anziché affossarlo, soprattutto per un episodio su cui non ha responsabilità.
CONTRO
La comprensione dei momenti del match – Al 96′, a pareggio appena faticosamente agguantato, il Bologna avrebbe potuto provare altre soluzioni anziché il solito possesso palla a terra. Si sarebbe potuto tentare, ad esempio, un lancio lungo verso Zirkzee, sperando di riuscire ad avventarsi sul rimbalzo e magari costruire un’occasione. Intestardendosi a voler giocare come sempre, i rossoblù hanno persino rischiato di perderla, con Kristiansen che ha servito un pallone molto scomodo a Orsolini e Riccardo che comunque non l’ha gestito per nulla bene. Sono queste le cose da migliorare: Motta e i suoi ragazzi devono capire il momento della partita ed eventualmente cambiare anche il piano di gioco, senza alcuna vergogna.
Gli esterni in affanno – Ho visto Posch ancora una volta molto in difficoltà, ha commesso il fallo ingenuo su Messias che ha portato al gol e si è anche fatto ammonire. Non mi sono piaciuti nemmeno gli ingressi di Kristiansen (peraltro non avrei sostituito Lykogiannis) e Saelemaekers: è vero che il belga è apparso vivace e ha servito De Silvestri per l’1-1, ma da un giocatore con le sue qualità mi aspetto di più, nello specifico non si possono vedere dei corner calciati così male. Zirkzee, infine, mi sembra stia attraversando un periodo di leggero e fisiologico appannamento: niente di grave. I difensori iniziano a conoscerlo, e ieri era marcato stretto dall’ottimo Dragusin. Joshua si riprenderà e tornerà decisivo, ha tutte le qualità per riuscirci.
Le eccessive proteste – Ho visto sia i giocatori che Thiago fin da subito molto spazientiti per le reiterate perdite di tempo del Genoa: per quanto non sia facile mantenere la calma di fronte a certi comportamenti, secondo me è stata fatica sprecata. Il Bologna avrebbe dovuto preoccuparsi di ciò che poteva controllare, e in fase di possesso avrebbe ad esempio potuto provare più spesso ad allargare il gioco sugli esterni, soprattutto nel primo tempo, anziché insistere col solito palleggio centrale.
La vulnerabilità sui piazzati – La squadra soffre sulle palle inattive, e non da ieri. Anche per questo non getto la croce su Ravaglia, già in altre occasioni avevo notato problemi legati alle marcature e una vulnerabilità di base sui calci piazzati: spesso viene lasciato un uomo libero, ed è sicuramente qualcosa su cui in allenamento Motta e il suo staff dovranno intervenire.
Pepè Anaclerio
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Foto: Getty Images (via OneFootball)