Bologna, un mercato che guarda più al domani. Con o senza Motta
Può sembrare un paradosso, ma questo mercato invernale ormai alle battute finali rischia di essere più complicato e vincolante dell’ultima tornata di acquisti estivi. Rispetto a quattro mesi fa, infatti, il Bologna ha un nemico in più da fronteggiare: le aspettative. Nessuno immaginava che a questo punto di gennaio i rossoblù potessero legittimamente sperare in un posto in Europa, inchiodando al ruolo di rincorrenti club insospettabili come Lazio, Napoli e Roma.
Il fatto che il Bologna al momento abbia un organico da qualificazione, però, è tutto da dimostrare. Ne fanno dubitare lo scarsissimo ricambio offensivo e il limitatissimo contributo di singoli calciatori al monte gol di squadra (solo sette nomi diversi, compreso Zirkzee). Con queste premesse l’Europa può essere accarezzata solamente come vaga chimera, e non è neppure detto che alla proprietà questo scenario sia sgradito, considerata la lunga fase di ristrutturazione infrastrutturale che attende lo stadio Dall’Ara, con conseguente trasloco al CAAB e dintorni.
Ma se l’Europa fosse davvero un obiettivo dichiarato, non si capisce perché il Bologna dovrebbe rivolgere tutte le sue attenzioni su Santiago Castro, un attaccante 19enne che nella migliore delle ipotesi arriverebbe qui solo nella seconda metà di febbraio, peraltro reduce da un impegnativo Preolimpico in Sudamerica. La realtà, ce lo conferma anche l’acquisto del giovane difensore serbo Mihajlo Ilic, è che la società sta già programmando la stagione 2024/25, e l’impressione è che questo stia avvenendo su due binari paralleli: uno contempla la permanenza di Motta, l’altro no.
Sono due ipotesi entrambe probabili e tutti sappiamo bene che, in un caso o nell’altro, è sempre Thiago ad avere il coltello dalla parte del manico. Per convincerlo a firmare in fretta occorrerebbe accontentare le sue richieste e inchiodarlo pubblicamente alla responsabilità della costruzione della futura squadra. Ma né il mister né il Bologna paiono pronti a sostenere la figura di un allenatore-manager. Il rischio, però, è quello di perdere Motta a giugno.
Luca Baccolini
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