Prosegue il duello scudetto tra Inter e Juventus, ma la lotta più avvincente è quella per l’Europa
Dopo la chiacchieratissima Supercoppa Italiana, disputata in Arabia Saudita e vinta dall’Inter al termine di un’edizione caratterizzata da scene ed episodi molto discutibili, quali i vuoti sugli spalti nel corso della prima semifinale tra Fiorentina e Napoli e i fischi durante il minuto di silenzio in memoria di Gigi Riva (scomparso il 22 gennaio a 79 anni) nell’intervallo della finale, dalla 22^ giornata la Serie A è tornata a pieno regime, seppur con una classifica viziata dagli asterischi derivanti dalle 4 gare da recuperare a febbraio.
Partiamo dalla vetta, con una vera e propria corsa a due destinata a durare fino a maggio. L’Inter di Inzaghi conduce a quota 54 con una partita in meno: l’ennesimo trofeo nazionale conquistato non può più bastare al tecnico piacentino, chiamato ora a vincere quello scudetto già sfuggito nella stagione 2021/22. Con una piacevole ‘insidia’, ovvero l’impegno in Champions League. Subito sotto, a 53, c’è la Juventus di Allegri: poco spazio all’estetica e tanto pragmatismo, ma il prepotente risveglio di Vlahovic potrebbe aiutare e non poco la causa bianconera in chiave tricolore.
La terza forza del torneo è il Milan (46), falcidiato dagli infortuni e protagonista a più riprese di inciampi che gli stanno impedendo di ambire a qualcosa in più: l’ampio margine sulla quinta posizione, però, dovrebbe garantire agli uomini di Pioli (con Ibrahimovic inserito in dirigenza) quantomeno la possibilità di risparmiare preziose energie in chiave Europa League, competizione in cui i rossoneri sono scivolati a dicembre e che adesso li vede tra le principali favorite.
Grande traffico in zona europea: 7 squadre racchiuse in 5 punti, partendo dall’Atalanta di Gasperini (quarta a 36) e arrivando al Torino di Juric (decimo a 31). Una bagarre figlia dell’ottimo campionato dei granata, della Fiorentina di Italiano (34) e del Bologna di Motta (33), ma anche del rendimento deficitario della Roma (35) e soprattutto del Napoli (32). Non è un caso che entrambe siano state costrette a cambiare allenatore, di recente i capitolini con De Rossi in luogo di Mourinho e a novembre i partenopei con Mazzarri per Garcia (senza ottenere granché). In ripresa la Lazio di Sarri (34) e la già citata Dea, probabilmente la principale indiziata all’ultimo piazzamento valido per la Champions: anche in questo caso, come nella lotta scudetto, parecchia differenza potrebbero farla le fatiche infrasettimanali dei club impegnati nelle tre competizioni UEFA.
Ad aprire la colonna di destra troviamo poi Monza e Genoa, che si godono un posto al sole a quota 28. I ragazzi di Palladino, pur avendo cambiato numerosi interpreti rispetto allo scorso anno, stanno portando avanti un percorso all’insegna del bel gioco e dei giovani talenti. Oltre ogni più rosea previsione, invece, la stagione del neopromosso Grifone: per l’esordiente Gilardino il banco di prova della Serie A è stato sinora ampiamente superato.
L’ultimo troncone di classifica riguarda tutte quelle formazioni in cerca della salvezza. Guida il Frosinone di un ritrovato Di Francesco (23 punti): per il tecnico abruzzese una gustosa rivincita dopo le esperienze negative con Sampdoria, Cagliari e Verona, al timone di un gruppo creato con pochi soldi ma tantissime idee. Idee che non sono mai mancate neppure al Lecce di D’Aversa, fermo da diverse settimane a 21: dopo un inizio sprint i salentini hanno vinto una sola gara di negli ultimi 4 mesi, seppure la graduatoria sia stata mossa da diversi pareggi. Intanto il Sassuolo si ritrova con appena 19 punti in cascina, a fronte di una rosa che non vale certo scenari del genere: ad oggi la fiducia dell’a.d. Carnevali nei confronti di Dionisi è immutata, ma lo sarà per sempre?
Alle spalle dei neroverdi un terzetto formato da Verona, Udinese e Cagliari (18). L’Hellas, in piena crisi societaria, sta cedendo tutti i suoi migliori giocatori, rimpiazzati con autentici carneadi: per il momento Baroni sta riuscendo nell’impresa, ma la sensazione è che servirà un miracolo. I friulani si sono giocati la carta del cambio in panchina con l’avvicendamento tra Sottil e il rientrante Cioffi: risultati leggermente migliorati ma ancora altalenanti, è probabile che sarà sofferenza fino all’ultimo o quasi. Stesso discorso per il Cagliari di Ranieri: non è un caso che più di metà campionato sia stato trascorso dai sardi nelle zone calde, quelle che conducono in Serie B.
Un destino a cui vuole sfuggire a tutti i costi l’Empoli di Nicola (17), subentrato il 15 gennaio ad Andreazzoli: impatto subito molto positivo per il mister specialista in salvezze, non ultime quelle raggiunte a Crotone e Salerno. E a proposito di Salernitana: ultimissimo posto in classifica a quota 12, con un margine di 6 punti dalla zona spareggio e 7 dalla permanenza diretta in A: decisamente troppi per una squadra che viaggia a 0,5 di media a gara. Alla strana coppia ex bolognese formata da Inzaghi e Sabatini il compito di centrare un obiettivo che avrebbe davvero dell’incredibile.
Simone Minghinelli
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