Bologna-Inter, lo spareggio infinito

Bologna-Inter, lo spareggio infinito

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Quello che passerà nel tardo pomeriggio di oggi al Dall’Ara è molto di più di un ‘semplice’ treno per l’Europa, che da sei partite (o meglio sette, non va dimenticato il 2-2 in casa del Milan) corre senza sosta e consente ai tifosi rossoblù di sognare un grande ritorno tra le big del continente. Bologna-Inter è un vero e proprio tuffo nel passato, un duello tra due grandi tradizioni calcistiche che in oltre cent’anni (le due squadre sono state infatti fondate a distanza di poco tempo l’una dall’altra, nel 1907 l’Internazionale e nel 1909 il Bologna) ha regalato tantissime emozioni e pagine di storia del pallone.

Aggancio di Orsolini in anticipo su Bastoni durante Bologna-Inter del 26 febbraio 2023 (fonte: Getty Images)

Il primo match, un’amichevole, si giocò il 16 maggio 1910. Quel giorno l’Inter, campione in carica dell’allora campionato di Prima Categoria, fece visita alla neonata compagine bolognese che, dopo aver saggiato il suo talento imponendosi nel campionato emiliano (vinto con numeri da pallottoliere), necessitava di un confronto a più alti livelli per capire dove poter fissare l’asticella delle sue ambizioni nazionali. La partita terminò con una vittoria di misura dei meneghini (peraltro causata da una papera del portiere rossoblù) ma con tanto entusiasmo del nutrito pubblico bolognese, che partecipò numeroso al grande evento sportivo tenutosi ai Prati di Caprara. Prova dunque superata e lasciapassare per l’iscrizione del Bologna al torneo dei professionisti.

Il terzino rossoblù Valesella si sistema il cappello durante l’amichevole Bologna-Inter del 16 maggio 1910 (fonte: bolognafc.it)

Meno di vent’anni dopo, il BFC dimostrò all’Italia intera che quello non fu un azzardo e si laureò campione d’Italia. Fu l’inizio, quello del 1925, di una lunga epopea bolognese che vide i ragazzi di Hermann Felsner macinare record e successi, imponendosi non solo tra i confini nazionali ma anche in Europa, diventando «lo squadrone che tremare il mondo fa». A metà degli anni Trenta e con già due tricolori sul petto, il Bologna ingaggiò un allenatore straniero, Arpad Weisz, che proprio con l’Ambrosiana aveva vinto giovanissimo lo scudetto del 1929/30, facendo debuttare un certo Giuseppe Meazza. Si ripeté sotto le Due Torri vincendo due titoli, nel 1936 e 1937 e, in quest’ultimo anno, lo storico Torneo dell’Expo di Parigi, dove per la prima volta una squadra italiana sconfisse una compagine inglese (il Chelsea). Il leader di quella squadra epica era Angelo Schiavio, giocatore simbolo del Bologna che proprio l’Inter cercò di convincere in tutti i modi a passare in rossoblù. Ma erano altri tempi, e all’epoca la maglia valeva più di qualsiasi compenso.

Arpad Weisz a Bologna negli anni Trenta (fonte: genusbononiaeblog.it)

Dopo anni un po’ bui, il Bologna tornò agli antichi fasti negli anni Sessanta grazie al mitico presidente Renato Dall’Ara e alla sapiente gestione di un altro ex nerazzurro, il leggendario Fulvio Bernardini. Nel 1964, esattamente sessant’anni fa, la rivale da battere era ancora una volta l’Inter, allenata dal ‘Mago’ Helenio Herrera. Dopo una grande cavalcata (non priva di ostacoli per i felsinei, leggasi ‘scandalo doping’) le due compagini chiusero la stagione a pari merito, e la lotta per il tricolore si concluse con un epico spareggio. Sappiamo tutti benissimo come andò a finire il 7 giugno allo stadio Olimpico di Roma, e c’è ancora può raccontare con gli occhi lucidi i gol di Fogli e Nielsen.

Fulvio Bernardini portato in trionfo al termine dello spareggio scudetto Bologna-Inter del 7 giugno 1964 (fonte: Imago Images)

Dopo aver toccato il cielo con un dito, il Bologna non riuscì più a volare così in alto. Però di soddisfazioni se n’è tolte parecchie nel corso degli anni, anche contro l’Inter (che, va detto, prima dello storico Triplete del 2010 con José Mourinho in panchina e il nostro mister Thiago Motta a comandare la mediana – tranne che nella finale di Champions League a Madrid per un’ingiusta squalifica –, non saliva sul tetto d’Europa proprio dal 1964).

Thiago Motta sul prato del Bernabeu con la figlia Sophia dopo Inter-Bayern Monaco, finale di Champions League 2010 (fonte: Getty Images)

Arriviamo dunque a tempi più recenti. Nel 1997 il BFC, un anno dopo il ritorno in Serie A targato Gazzoni-Ulivieri, si era appena regalato un campionissimo, Roberto Baggio. Dall’altra parte, sponda Milano, i nerazzurri avevano appena acquistato un certo Ronaldo… Alla seconda giornata di campionato il Dall’Ara è una bolgia per assistere allo scontro tra titani, vinto dall’Inter per 4-2 con gol e giochi di prestigio dei due fuoriclasse. Per i rossoblù fu comunque un anno più che fortunato, conclusosi con la qualificazione all’Intertoto (che poi diventerà Coppa UEFA, fino alla semifinale, sotto la guida di Carletto Mazzone).

Ronaldo realizza il suo primo gol in Italia al 52′ di Bologna-Inter del 14 settembre 1997 (fonte: inter.it)

Un altro incrocio che da queste parti non si dimentica è datato 10 febbraio 2002, quando il gruppo allenato da Francesco Guidolin piegò 2-1 gli uomini di Hector Cuper (reti di Pecchia e Zauli e sontuose giocate di quel Julio Ricardo Cruz che più avanti si trasferirà alla corte di Moratti). Allora lo scenario era abbastanza simile a quello attuale, coi padroni di casa ad annusare la Champions e gli ospiti in piena lotta scudetto: il 5 maggio seguente finì malissimo per entrambe, con l’Inter che perdendo 4-2 sul campo della Lazio consegnò il titolo alla Juventus e rovinò il campionato anche al Bologna, travolto 3-0 a Brescia. Meglio non rivangare.

Lamberto Zauli esulta con Carlo Nervo dopo il gol del 2-0 rifilato all’Inter il 10 febbraio 2002 (fonte: Getty Images)

Arrivando ad un passo dai giorni nostri, all’Inter e ai suoi tifosi brucia ancora la penultima sconfitta al Dall’Ara (poi ne arriverà un altra firmata Orsolini), maturata nel finale a causa di una topica colossale del portiere Radu, con palla lasciata a Sansone e scudetto sostanzialmente regalato ai ‘cugini’ del Milan: era il 27 aprile 2022.

La gioia di Nicola Sansone dopo il gol del 2-1 segnato all’81’ di Bologna-Inter del 27 aprile 2022 (fonte: Getty Images)

Oggi il tabellino degli scontri diretti disputati in terra felsinea nella Serie A a girone unico racconta di 31 vittorie a testa e 14 pareggi: perfetto equilibrio. Grandi ex della partita Thiago Motta da una parte, il fedifrago Marko Arnautovic dall’altra. In palio per i rossoblù un pezzo di Champions, per i nerazzurri un’altra punta della seconda stella. Sarà un’altra pagina di storia da raccontare ai nipotini?

Giuseppe Mugnano

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Foto copertina: tuttocalcio360.altervista.org