Un Bologna europeo sarebbe allettante per molti, in primis per Motta: è anche questione di cuore. Ma ora bisogna pensare solo a vincere
Il gol di Fabbian al 94′, dopo un lungo assedio del Bologna con almeno tre interventi importanti del portiere Caprile e due errori clamorosi prima di Saelemaekers e poi di Orsolini, ha dato a tutti la sensazione di essersi avvicinati ulteriormente a qualcosa di importantissimo, ma che per diventare reale dovrà passare dalle prossime nove giornate di campionato: ogni sfida è la più importante, che si tratti della Salernitana o della Roma, i punti valgono uguale e per non rovinare quanto di buono fatto fin qui è obbligatorio ragionare attimo per attimo.
Al futuro, insomma, ci si penserà più avanti, ma la sensazione (puramente personale e suffragata dal nulla) è che alla fine Thiago Motta potrebbe decidere di restare sotto le Due Torri. Vuoi perché è ancora nella fase iniziale della sua carriera e in una big rischierebbe di bruciarsi, vuoi perché vorrebbe gustarsi in prima persona un’eventuale avventura europea (a maggior ragione se in Champions League) insieme alla sua ‘creatura’, vuoi semplicemente per una questione di cuore: lui e i giocatori stanno facendo cose magnifiche e la tifoseria è innamorata, come testimoniato dall’ennesimo esodo (quasi in 5.000 ieri al Castellani) e da un urlo liberatorio che per l’ennesima volta ha mostrato la bellezza della bolognesità.
Tornando al campo, va sottolineato come nel girone di ritorno il BFC abbai aumentato ulteriormente i giri del motore: grazie a 8 risultati utili (di cui 7 vittorie), nelle prime 10 giornate i rossoblù hanno ottenuto 22 punti contro i 15 dell’andata (pur tenendo conto del calendario asimmetrico). Sono inoltre già a favore gli scontri diretti per la zona Europa con Atalanta, Fiorentina e Lazio, in attesa di completare la doppia sfida con Napoli e Roma. Da rimarcare infine le 3 vittorie consecutive in trasferta (battute Lazio, Atalanta ed Empoli), quando nel girone d’andata i ragazzi di Motta avevano ottenuto solo un successo esterno (2-1 a Salerno, ma non bisogna dimenticare i torti di Torino e Monza).
E se Thiago al termine di questa straordinaria stagione dovesse salutare per tentare una nuova esperienza? Ci sarebbe la fila fuori da Casteldebole per sedere sulla panchina di un Bologna europeo, ma si tratterebbe di una sostituzione a dir poco complicata e ci si dovrebbe fidare ciecamente del fiuto di Giovanni Sartori. Oggi però, come detto, è una colpa anche solo abbozzare discorsi del genere, perché in ballo c’è tantissimo: la concentrazione dev’essere rivolta esclusivamente a vincere, vincere e ancora vincere.
Mario Sacchi
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