Il recente passato non ha insegnato nulla. E non tutti si meritano Sartori
Errare humanum est perseverare, autem diabolicum. A certe persone il recentissimo passato rossoblù non ha insegnato nulla, ma proprio nulla di nulla. E sì che non bisogna tornare tanto indietro con la mente… Appena arrivato sotto le Due Torri Thiago Motta cominciò la fiera della critica, «non mi piace» il commento più carino. Risultato? Un nono posto, poi un quinto con annessa Champions League, praticando senza ombra di dubbio il miglior calcio visto da queste parti negli ultimi cinquant’anni.
E allora, chi non ha potuto vomitare epiteti durante l’esaltante stagione appena terminata, costretto a soffrire per non aver trovato il modo di sfogare la sua frustrazione sul Bologna, adesso coglie l’attimo per attaccare l’operato societario. Italiano ai soliti noti non va bene, non convince, mentre il mancato riscatto di Kristiansen e Saelemaekers viene visto come il preludio ad un campionato catastrofico dei felsinei, un buco nero al quale non sarà possibile sottrarsi: si va a dipingere uno scenario nefasto.
Già è difficile dover sopportare ogni giorno le angherie di chi considera il BFC una bottega da depredare, in più si deve avere a che fare col disfattismo che impera tra certi ‘tifosi’ (una minoranza, seppure rumorosa) per un mercato che, neppure il tempo di iniziare, è già considerato avvilente. Eppure c’è una società solida, un’area tecnica che negli ultimi due anni si è dimostrata più che all’altezza (chi non si fida di Giovanni Sartori dovrebbe cambiare sport) e una rosa che verrà migliorata per poter competere ai massimi livelli. Prima di etichettare negativamente questo o quello, onde evitare figuracce come accaduto con Motta, sarebbe doveroso contare almeno fino a dieci.
Mario Sacchi
© Riproduzione Riservata
Foto: Getty Images (via OneFootball)