La Serie A cambia volto partendo dalle panchine: ben 13 avvicendamenti verso la stagione 2024/25
In attesa dell’apertura ufficiale del calciomercato (1° luglio) e dei colpi più o meno roboanti che infiammeranno l’estate, la Serie A deve fare i conti con un vero e proprio ribaltone sullo scenario delle panchine, con ben 13 cambi fra le 17 squadre già presenti e le 3 neopromosse. Ma andiamo con ordine.
L’Inter campione d’Italia ha ovviamente confermato Simone Inzaghi, che nel triennio al timone dei nerazzurri ha messo in bacheca uno scudetto, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane, oltre a disputare una finale di Champions League nel 2023. Dopo 5 stagioni su ottimi livelli, coronate dal tricolore 2021/22, si è invece chiusa l’avventura al Milan di Stefano Pioli: contratto risolto e squadra affidata, con grande sorpresa dei tifosi rossoneri, a Paulo Fonseca, ex tecnico della Roma reduce da un biennio tutto sommato positivo al Lille in Francia.
A proposito di rapporti interrotti, a fare più rumore è stato senza dubbio quello tra la Juventus e Massimiliano Allegri, che dentro un polverone di critiche, polemiche e minacce di adire le vie legali ha ricevuto il benservito malgrado un terzo posto e una Coppa Italia. È poi emerso che la Vecchia Signora aveva già dall’inverno un accordo con Thiago Motta, in scadenza di contratto col Bologna: la storica qualificazione in Champions non ha spinto ad un ripensamento l’italo-brasiliano, che ha abbandonato la nave facendo infuriare il patron Joey Saputo. I rossoblù hanno allora virato su Vincenzo Italiano, in uscita da Firenze dopo la seconda finale di Conference League persa in 2 stagioni (più una di Coppa Italia): per lui contratto biennale e il prestigioso ma arduo compito di guidare la squadra nel più importante torneo continentale, cercando nel contempo di consolidarsi in zona Europa.
Alla Fiorentina, per sostituire Italiano, è arrivato il giovane e talentuoso Raffaele Palladino, capace di portare ripetutamente il Monza a centro classifica. Monza che, su input dell’a.d. Adriano Galliani, ha consegnato la panchina ad Alessandro Nesta, alla prima esperienza nella massima serie dopo aver allenato Miami FC, Perugia, Frosinone e Reggiana. Restando in territorio lombardo, non può certo essere dimenticata l’Atalanta, quarta in campionato e vincitrice dell’Europa League: forse non fa più notizia, ma la permanenza di Gian Piero Gasperini nonostante numerose sirene è l’ennesima conferma della bontà e della solidità del progetto orobico.
La Roma (sesta classificata) aveva già deciso di continuare con Daniele De Rossi, dimostratosi all’altezza di un incarico tutt’altro che semplice, mentre la Lazio (settima) ha dovuto prendere atto delle dimissioni di Igor Tudor, manco a dirlo per dissidi col presidente Claudio Lotito: in luogo del croato ghiotta e meritata occasione per Marco Baroni, che avrà finalmente la possibilità di misurarsi in una grande piazza dopo tante promozioni e salvezze in provincia. Intanto l’Hellas Verona, orfano del suo condottiero, ha puntato senza indugi su Paolo Zanetti, di nuovo in A per cancellare dalla memoria gli esoneri fin troppo severi patiti a Venezia ed Empoli.
E il Napoli? Mandata in archivio la stagione dei record negativi, se paragonata a quella precedente terminata con lo scudetto, Aurelio De Laurentiis ha fatto mea culpa e con l’obiettivo di tornare al top si è affidato ad un’assoluta certezza come Antonio Conte, che ha accettato la sfida concludendo così il suo periodo sabbatico. Genoa e Lecce, di contro, hanno deciso a ragion veduta una strada conservativa: in Liguria blindato Alberto Gilardino, una promozione e un undicesimo posto come biglietto da visita, in Salento avanti con Luca Gotti, subentrato in corsa a D’Aversa e autore di una brillante cavalcata salvezza.
Scelta come al solito originale, per non dire bizzarra, quella dell’Udinese, che ha sudato freddo ma alla fine ha mantenuto la categoria: fuori Fabio Cannavaro nonostante l’obiettivo raggiunto, dentro il carneade Kosta Runjaic, tecnico tedesco di origini slave con un passato tra Bundesliga e prima divisione polacca. Nel frattempo il Cagliari ha dovuto fare i conti con l’addio al calcio dell’icona Claudio Ranieri, e l’Empoli con la volontà di Davide Nicola di cambiare subito aria dopo l’impresa compiuta (l’ennesima della sua carriera): Nicola è in trattativa proprio coi sardi, i toscani sembrano invece intenzionati a ridare una chance al già citato Roberto D’Aversa.
Per concludere, le 3 neopromosse: il Parma di Kyle Krause darà continuità all’ottimo lavoro svolto di Fabio Pecchia, l’ambizioso Como dei fratelli Hartono proseguirà con Cesc Fabregas, che presto otterrà il patentino da allenatore e potrà muoversi in totale autonomia, mentre il Venezia ha da poco individuato l’erede di Paolo Vanoli, che ha ricondotto in Serie A i lagunari vincendo i playoff ma ha poi ceduto alle lusinghe del Torino per il post Ivan Juric (attualmente senza squadra). In tal senso, il presidente Duncan Niederauer ha optato per Eusebio Di Francesco, desideroso di riscatto dopo la dolorosa e nel complesso immeritata retrocessione alla guida del Frosinone. Vi gira già la testa? Pensate che siamo solo all’inizio…
Simone Minghinelli
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