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Italiano: “Cagliari squadra scomoda, serviranno intraprendenza e la spinta del Dall’Ara. Orsolini possibile titolare, Dallinga non al meglio”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Bologna-Cagliari, gara valida per la 27^ giornata di Serie A Enilive in programma domani alle 15.

Frenati dalle squadre chiuse – «È un dato di fatto che nelle ultime partite contro chi lotta per obiettivi differenti dal nostro abbiamo faticato. In questo momento siamo diversi quando giochiamo in casa o andiamo in trasferta: dobbiamo metterci sempre la stessa determinazione, la stessa qualità, e cercare di migliorare, però anche domani saremo davanti al nostro pubblico e mi auguro ci sia la solita voglia di spingere i ragazzi dal primo novantesimo. Rispetto a quello che abbiamo fatto vedere con Lecce, Empoli e Parma, se stazioneremo per parecchi minuti nella loro area dovremo rischiare gli uno contro uno ed essere intraprendenti. Tardini a parte, non siamo mai usciti dalle partite, bisogna continuare su questo trend e fare qualcosa di più in fase offensiva».

Orsolini scalpita – «Riccardo è stato ‘sacrificato’ giovedì per la tipologia di partita che avevamo preparato, e penso che tornerà dal primo minuto domani. Ritrovarlo con la sua concretezza ci può dare quell’apporto diverso di cui parlavo prima».

Dallinga non al meglio – «Thijs si trascina da un bel po’ un fastidio a livello del pube: a volte gli crea delle noie superiori e altre scompare, però quando è entrato contro il Milan l’ho visto bene. Temo sia un problemino che tra alti e bassi si porterà fino a fine stagione, domani vedremo se giocherà: in tanti hanno avuto poco tempo per recuperare».

L’Argentina osserva – «Scaloni chiamerà in Nazionale un giocatore che non ha mai chiamato prima? Non lo sapevo, sarebbe fantastico per il nostro club se fosse uno tra Castro e Dominguez. Del resto è l’obiettivo di tutti vestire la maglia del proprio Paese, in tanti vivono per quello: incrociamo le dita».

Fattore Odgaard – «L’ingresso di Jens è stata una forzatura perché aveva solo due allenamenti nelle gambe: le gestioni non sono mai tutte uguali, con alcuni si può aspettare mentre con altri puoi forzare la mano quando sei obbligato. Giovedì ho tolto cinque minuti a Fabbian che per domani possono essere importanti, e aver recuperato Jens è un valore aggiunto per quello che può darci».

Attenzione al Cagliari – «Abbiamo rivisto le immagini dell’andata: specialmente nei primi settanta minuti avevamo fatto bene, disputando una gara completa per atteggiamento e qualità, con grande compattezza. Però sono passati tanti mesi, sia noi che loro siamo diversi, il mio gruppo è cresciuto e i ragazzi hanno capito in modo maniera più approfondito quello che devono fare: se manterremo quello spirito anche lontano dal Dall’Ara potremo dire la nostra fino in fondo. Il Cagliari è una squadra scomoda: a Bergamo hanno disputato un’ottima partita, battono bene le palle inattive e sono veloci davanti, dovremo stare attenti e percepire il pericolo che potrà arrivare da tutte le parti».

Da Valles a oggi – «In ritiro non vedevo l’ora di conoscere tutti i ragazzi e avere il blocco squadra a disposizione. Sapevo che l’arrivo in ritardo di alcuni elementi avrebbe potuto crearci qualche problemino, ma ero anche convinto che nel momento in cui avremmo saputo ‘scollinare’ saremmo andati incontro ad un periodo bello. Adesso non dobbiamo mai staccare la spina in campionato e nel mentre tenere in piedi l’obiettivo Coppa Italia. Abbiamo dei difetti, ma pure tanti pregi: carattere, capacità di rimontare, crescita costante sotto l’aspetto fisico. La qualità di base c’era, man mano l’abbiamo alimentata e ci sta permettendo di competere con le migliori. Non vogliamo più fermarci e ora siamo concentrati sul presente, per non mollare mai e ritagliarci delle belle soddisfazioni, poi a tempo debito penseremo alla semifinale contro l’Empoli».

Tante rimonte riuscite – «Questo è un dato bellissimo che dimostra il carattere e lo spirito della mia squadra. Ed è successo sia in casa che fuori: chi va dentro fornisce un grande apporto ed è determinante anche in un quarto d’ora».

Palla ai tifosi – «Quello del pallone calciato sugli spalti è ormai un rito scaramantico: De Silvestri mi ricorda subito di farlo (sorride, ndr), e poi è anche per dare un’occhiata a questo pubblico fantastico che rappresenta il nostro dodicesimo uomo in campo. Faccio un appello anche in vista di domani: mi auguro si possa avere uno stadio pieno con l’atmosfera delle ultime partite, mentre noi dovremo far vedere ancora una volta ai tifosi che sudiamo la maglia e abbiamo rispetto per loro».

De Silvestri lucido su Leao – «Giovedì sul gol milanista ‘Lollo’ è stato bravissimo nel farsi venire subito in mente di non commettere fallo su Leao: mi ha detto di avermi pensato e per me questo è un successo più grande di un salvataggio o di una rete realizzata, perché significa essere entrato nella testa dei giocatori. In casi del genere posso dire: “Ho vinto”. Bravissimo lui a non farsi prendere dalla voglia di intervenire, l’esperienza serve a quello: rimanere in inferiorità numerica quest’anno ci è già costato tantissimo».

Chiamateli attaccanti – «Batto spesso su questo tasto, ‘Benji’ è un attaccante e non un esterno da piedi sulla linea laterale. E gli attaccanti devono saper lavorare, sentire la porta. Contro il Milan lui è riuscito a ricevere quattro palloni e a mettere in difficoltà il proprio avversario in area di rigore, l’ho visto più presente e nel momento in cui trasferisci in partita il lavoro settimanale significa che c’è applicazione. Ndoye sta crescendo ed è già a sei gol, Orsolini lo conosciamo e può crescere ancora quando tornerà in condizione: a riempire la casella dei gol ci arriviamo se i ragazzi si mettono bene in testa di essere attaccanti».

Dominguez trequartista – «A Parma nell’assalto finale l’abbiamo utilizzato in quella zona, ma ci dovremmo lavorare come fatto con Odgaard, perché quando sei abituato a calpestare determinate ‘mattonelle’ occorre un adattamento. E poi ‘Benji’ si esprime nel migliore dei modi quando si accentra: nell’ultimo match ha dimostrato anche generosità, ricorrendo Jimenez e vincendo parecchi contrasti difensivi».

Cambiaghi scheggia impazzita – «Nei sei mesi di infortunio Nicolò ci è mancato, quando subentra con la sua velocità e il suo spunto nell’uno contro uno è fondamentale. Inoltre è un generoso e lavora anche per l’assist. Deve migliorare anche lui dal punto di vista realizzativo, ma è un ragazzo intelligente e ci arriverà. In estate abbiamo deciso di portarlo qua per queste caratteristiche. Dominguez aveva fatto una gara strepitosa, e quando il compagno subentra nella stessa maniera ci permette di mantenere un livello di intensità altissimo».