Grazie di tutto amica mia, un giorno ci rivedremo per parlare ancora del nostro amato Bologna
Non ero nessuno, non avevo più nulla, davanti me solo un buco nero nel quale giorno dopo giorno mi sentivo sempre più risucchiato. Il lavoro perso e tutto ciò che ne consegue, con un lungo periodo di difficoltà personale che, non lo nascondo, mi aveva gettato nello sconforto totale. Mi tenne in piedi solo la passione per il Bologna, e fu per questo che diedi vita a Zerocinquantuno in quell’ormai lontano gennaio del 2007. Non avevo alcuna pretesa di farne una professione, non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello, era puro divertimento senza alcun fine. E poi… Poi arrivasti tu, che di ZO eri un’utente, ‘nelcielo’. Non conoscevo la tua storia, non sapevo che in quel piccolo mondo creato per sfuggire alla dura realtà partecipasse con i suoi commenti la figlia del grande Franco Mattioli, colui che ebbe fiducia nello stilista Gianfranco Ferré e creò un impero della moda.
Come una luce mi cambiasti la vita. Eri il mio punto di riferimento, come tuo figlio Alessandro mi ha sempre detto saresti stata, la mia gioia. Eri e sei colei che mi ha rilanciato, che mi ha dato una seconda possibilità, che mi ha fatto capire che può esserci ancora qualcosa di bello in un mondo ormai privo di principi, di bontà, di altruismo, di sentimenti e generosità. Sei stata al mio fianco permettendo a ZO di crescere fino a farlo divenire un punto di riferimento per la tifoseria del Bologna, cosa che mai mi sarei aspettato. Resteranno sempre dentro di me quei ricordi di Natale, eri contentissima quando ti regalavo un paio di maglie autografate dei tuoi beniamini, i momenti passati a scambiarci SMS, a dimostrazione di un grande attaccamento verso Zerocinquantuno, le telecronache delle partite nei giorni in cui eri impossibilitata ad andare in curva al Dall’Ara. Ma soprattutto la consapevolezza che mi hai voluto bene e mi hai davvero dato tanto. Ora il dolore è grande, mi sta mettendo a dura prova.
Ti sarò eternamente riconoscente, perché è nei momenti di difficoltà che si vede davvero chi vale e chi no. Più volte hai sottolineato che «ci siamo aiutati entrambi uscendo da un momento difficile, siamo una famiglia». Mi resta dentro una sensazione di vuoto che spero il tempo affievolirà, ma mai cancellerà. Posso solo prometterti che darò tutto quello che ho per proseguire al meglio ciò che insieme a me hai reso un sogno. E non mi interessa se qualcuno vedrà nelle mie parole della retorica o altro. Se n’è andata una parte importante di ciò che sono, ma grazie a te ho imparato a lottare, a rialzare la testa. Un giorno ci rivedremo e potremo parlare ancora una volta del nostro amato Bologna…
Grazie Giorgia. Ti voglio bene.
Mario