La FIGC pubblica il protocollo per le partite: dallo stadio al campo, dallo spogliatoio alle interviste, ecco il ‘nuovo’ calcio italiano
Poco fa la FIGC, sul proprio sito ufficiale, ha pubblicato il protocollo per la ripresa delle partite professionistiche. Il documento, interamente consultabile a questo link, reca il titolo di Indicazioni generali per la pianificazione, organizzazione e gestione delle gare di calcio professionistico in modalità ‘a porte chiuse’, finalizzate al contenimento dell’emergenza epidemiologia da COVID-19. Ecco, in sintesi, alcuni punti chiave:
Stadio, campo e spogliatoio – Lo stadio verrà suddiviso in tre zone: area tecnica, spalti e area esterna. In Serie A, ognuna di esse potrà contenere al massimo 130 persone, ma il totale non dovrà mai superare le 300 unità (in Serie B e C è previsto un numero proporzionalmente minore). Nelle tre ore di ‘momento gara’, sul campo potranno esserci i 22 giocatori, le 24 riserve, i 30 componenti degli staff e fino a 6 raccattapalle. Regolamentato anche il numero di steward, addetti alla sicurezza e giornalisti (massimo 10 a partita, a cui va aggiunto il personale necessario per la diretta televisiva). Le squadre arriveranno allo stadio in orari differenti (1 ora e 40 prima quella ospite, 1 ora e 30 quella di casa), possibilmente su più mezzi. Riguardo agli spogliatoi, è suggerito l’utilizzo di più locali possibili in modo da separare titolari, riserve e portiere. Le formazioni, infine, scenderanno in campo in momenti diversi, senza strette di mano, foto di gruppo, mascotte o bambini di accompagnamento.
Requisiti igienico-sanitari – I giocatori saranno innanzitutto sottoposti a controllo della temperatura corporea, quindi utilizzeranno disinfettanti, alimenti confezionati e bottiglie personalizzate, tenendo una distanza minima di 2 metri l’uno dall’altro nello spogliatoio. Si raccomanda l’uso di docce singole, considerando anche la possibilità di farla a casa o in albergo, dove è consigliato l’uso di camere singole.
Arbitri – I componenti della squadra arbitrale dovranno arrivare 1 ora e 45 prima della gara, ognuno con la sua macchina. I calciatori non potranno dialogare con gli arbitri, se non ad almeno 1 metro e mezzo di distanza. In caso di comportamenti contrari alle regole di sicurezza, come ad esempio abbracci e sputi, i calciatori potrebbero essere passibili di ammonizione (al momento, in manca di un protocollo specifico sulle sanzioni arbitrali, quest’ultima misura è solo ipotizzata).
Interviste – Le interviste sul campo a fine primo tempo dovranno rispettare la distanza di 1,5 metri fra intervistatore e intervistato, quelle a fine gara in area flash la distanza di 2 metri. La mixed zone e la working area resteranno chiuse, mentre le conferenze stampa saranno prodotte e distribuite in TV/streaming sul modello Formula 1 (domande raccolte tramite WhatsApp/Skype e sottoposte all’allenatore da ufficio stampa/delegato/hostess).
Quarantena – Rimane il nodo più difficile da sciogliere. Il protocollo per le partite non presenta sostanziali novità rispetto a quello previsto per gli allenamenti: in caso di contagio di un giocatore o di un componente del cosiddetto ‘gruppo squadra’, isolamento di 14 giorni per tutti, con la possibilità di continuare ad allenarsi nel proprio centro tecnico ma senza avere contatti col mondo esterno (tradotto: niente match di campionato).
Esami – Anche in questo caso, nessuna novità di rilievo rispetto al protocollo già in vigore: tamponi ogni 4 giorni, test sierologici alla ripresa del campionato e poi ogni 15 giorni. L’idea della Federcalcio è di modulare i tamponi il giorno prima delle gare, e grandi speranze sono riposte nei test molecolari basati sulla saliva, che forniscono risposte in tempi rapidissimi.
Foto: Damiano Fiorentini