Il progetto tecnico del Bologna è ben incardinato, Bigon ha dimostrato sul campo di meritarsi il rinnovo
I progetti calcistici passano per gli allenatori, certo. Ma sono i direttori sportivi che tracciano il solco. A Bologna, prima di Riccardo Bigon (che ha appena rinnovato fino al 2023), se ne sono contati sei diversi dal 2009 al 2015. Uno all’anno, da Fabrizio Salvatori a Pantaleo Corvino. Ed è così che in poco tempo l’organico si è ritrovato stipato di paccottiglia difficile da riversare persino sui mercati più accondiscendenti. Perché se è fisiologico fallire almeno due-tre innesti a stagione, figurarsi quando i fallimenti si moltiplicano in modo sistematico per ogni nuovo responsabile tecnico. Contratti pluriennali a giocatori che nel mentre vedevano transitare il loro terzo o quarto d.s., chiaramente immemore dei motivi della loro presenza. Conforta quindi vedere che Joey Saputo stia cambiando nettamente direzione rispetto alle abitudini passate.
Riccardo Bigon, oltretutto, ha dimostrato sul campo di meritarsi il rinnovo. Per le operazioni in uscita, nessuna delle quali è diventata un rimpianto, da Diawara a Verdi, da Rossettini a Mirante. E pure per quelle in entrata, con un sensibile abbassamento dell’età media. Certo, non sono mancati gli acquisti discutibili (Santander al posto, magari, di Piatek), ma chi può stabilire oggi se il polacco, sotto la gestione Inzaghi, si sarebbe comportato come ha fatto a Genova? Altro merito di Bigon è senza dubbio quello di mantenere un profilo basso, quasi invisibile: se è impossibile ottenere da lui un indizio sugli acquisti imminenti, è altrettanto improbabile ritrovarsi in un vicolo cieco di depistaggi e mezze verità.
C’è poi chi pensava che l’arrivo di Walter Sabatini lo potesse marginalizzare per questioni di gerarchia e di prestigio, ma anche questa convinzione si è sfarinata molto presto, ammesso che abbia mai avuto un fondamento. Bigon si riallinea così alla stessa durata del contratto di Sinisa Mihajlovic, il più lungo attualmente stipulato in Serie A da un allenatore (tutti gli altri arrivano al massimo al 2022). Che il progetto tecnico sia ben incardinato, è un dato di fatto. Ora c’è solo da sperare che resista agli urti della realtà.
Luca Baccolini
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Foto: Damiano Fiorentini