Musa & Musa da sogno, Skorupski da applausi, Dominguez e Schouten d’alta scuola, Sinisa e Palacio insegnano calcio
Skorupski 8 – La sua miglior partita da quando veste il rossoblù: grandi parate su Young, Candreva e Sanchez, perfetta uscita bassa sui piedi di Lautaro, rigore parato allo stesso argentino e ottimo riflesso sulla ribattuto di Gagliardini.
Tomiyasu 6 – Young è un osso durissimo che nella prima fase del match lo fa penare. In debito d’ossigeno, avendo giocato sempre, il ‘giovane veterano’ giapponese riesce comunque a limitare bene i danni.
Danilo 6,5 – Un paio di anticipi da campione sul gigante Lukaku, un po’ di difficoltà ad arginare la verve di Lautaro (come sul gol del momentaneo 1-0 o sul finire del primo tempo), un finale di match imperioso.
Denswil 6 – Si perde Lukaku sul gol interista, errore che incide sul voto. Ma da lì in avanti la sua è una prestazione di grande attenzione e pulizia.
Dijks 6 – In avvio spaventa Skorupski con un retropassaggio suicida, quindi si fa apprezzare in entrambe le fasi. Mezzo punto in meno per l’ingenuo fallo da rigore su Candreva, fin lì contenuto bene.
Soriano 5,5 – Rovina una prova fin lì molto buona, impreziosita da un super assist per Orsolini, con una protesta evitabile. Aveva ragione da vendere (non era fallo) e Pairetto vincerà il premio ‘Mister Permaloso 2020’, ma in certi momenti è meglio tenere la bocca chiusa.
Schouten 7 – Recupera mille palloni, mette ordine, imposta, annulla Eriksen. Signore della mediana dinnanzi ai campioni (o presunti tali) nerazzurri.
Dominguez 7 – Partenza lenta, come tutta la squadra, poi una crescita costante fatta di grinta, lucidità e tanta personalità, con la ciliegina del perfetto lancio per il 2-1 di Barrow a impreziosire il contropiede da lui stesso avviato. Più prenderà confidenza col calcio italiano, più ci divertiremo.
Orsolini 5,5 – Al 34′ spreca la chance del possibile 1-1 sparando col piattone addosso ad Handanovic, poi prova a rifarsi senza troppa fortuna. Deve e può fare meglio.
Barrow 8 – Nel primo tempo la squadra lo serve in ‘modalità Santander’, e i colossi della difesa interista hanno spesso la meglio. Nella ripresa la palla viaggia a terra, rapida e precisa, e lui ne trae beneficio, facendo a fette l’Inter: palo clamoroso, gol decisivo e una trafila di colpi da maestro.
Sansone 6 – È suo, al 17′, il primo tiro nello specchio del Bologna. La solita corsa e il solito sacrificio gli valgono la sufficienza (se non è il rossoblù che corre di più, poco ci manca), ma le giocate da numero 10 continuano a latitare.
Bani (20′ st) 6,5 – Rileva Tomiyasu e da terzino, ruolo ricoperto qualche volta a Verona, si disimpegna alla grande, chiudendo ogni varco e ripartendo con coraggio.
Juwara (20′ st) 9 – Pomeriggio da sogno per ‘Musa Junior’ (come se Barrow fosse vecchio…). Anzi no, pomeriggio reale, grazie al suo talento e alla sua voglia di imporsi ad alti livelli: super volée parata da Handanovic, staffilata dell’1-1, numero su Bastoni che lo stende e se ne va negli spogliatoi, altro numero e conclusione deviata. Complimenti a lui e al d.s. Bigon, che un’estate fa lo ha strappato al Chievo battendo la concorrenza di svariati club.
Palacio (20′ st) 7 – Entra e impartisce una lezione di calcio in quello che per anni è stato il suo stadio. Un fuoriclasse così lo si verrebbe vedere in azione fino a cinquant’anni.
Svanberg (30′ st) 6,5 – Si presenta in campo col piglio giusto, tirando fuori dal cilindro un paio di giocate raffinate ma concrete e scaldando i guantoni ad Handanovic.
Baldursson (43′ st) 6 – Un altro dei virgulti scovati dall’area scouting rossoblù, 18 anni e zero paura alla ‘Scala del calcio’.
Mihajlovic 9 – Più le cose si fanno complicate, più lui si esalta e trova il modo di uscirne vincitore. Lo stesso spirito che ha saputo trasferire ai suoi ragazzi, che ogni volta lo portano sul rettangolo verde e non chinano mai il capo. Orfano anche di Medel, disegna un 4-3-3 che parte in sordina e cresce sempre di più. I cambi effettuati, un mix di intelligenza tattica, coraggio e fiducia in ogni elemento della rosa, nessuno escluso, sono semplicemente da applausi. Europa o non Europa, è bellissimo tifare e raccontare il Bologna targato Sinisa.
Arbitro Pairetto e assistenti 5 – Direttore di gara storicamente inflessibile e abituato ad ammonire molto, oggi esagera. La frase di Soriano («che scarso che sei», dalle prime ricostruzioni), certamente evitabile, meriterebbe un giallo e un bel rimbrotto, non un rosso che solitamente destinato alle offese pesanti. Solito discorso: e se fosse successo a maglie invertite? Chissà… Sembra invece esserci il tocco da rigore di Dijks su Candreva, che nel dubbio si disimpegna in un tuffo da medaglia olimpica.
Simone Minghinelli
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