A volte dominare non basta, si sta smarrendo la grinta che Mihajlovic aveva portato. E guai ad abituarsi a 'perdere bene'

A volte dominare non basta, si sta smarrendo la grinta che Mihajlovic aveva portato. E guai ad abituarsi a ‘perdere bene’

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Benevento-Bologna 1-0: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Vigorito.

PRO

Il gioco – Il Bologna ha dominato la gara, cosa mai scontata. La superiorità sull’avversaria è stata palese, e anche al netto del valore del Benevento non va mai scordato che l’altra squadra sembra ancora più debole se sei bravo tu a renderla tale, la partita contro il Parma era stato un chiaro esempio. Parlando dei singoli, bene Svanberg in mediana, mentre Tomiyasu e Schouten sono ormai dei punti fermi.

L’ingresso di Orsolini – Finalmente Skov Olsen ha iniziato a giocare con noi, la sua presenza in campo non equivale più a giocare in dieci uomini, ma ieri si è divorato due gol piuttosto semplici. Molto promettenti, di contro, gli ultimi venti minuti di Orsolini: appena entrato ha saltato più volte l’uomo con una facilità disarmante e ha messo in mezzo almeno un paio di palloni velenosi. Se sta bene il titolare è lui, non dimentichiamoci che è un nazionale italiano e che lo scorso anno, specie in partite del genere tipo quella di Lecce, ci ha tolto spesso le castagne dal fuoco.

CONTRO

L’assuefazione agli alibi – Dopo la sfida di San Siro si era detto che il Milan era semplicemente troppo forte, ieri che siamo solo stati sfortunati tra Montipò e l’arbitraggio, perché avremmo meritato di vincere. Non è positivo il modo in cui l’ambiente sta ricominciando ad ‘accettare’ le sconfitte, a dire che perlomeno si è ‘perso bene’, un approccio che col tempo eravamo riusciti a scrollarci di dosso ma che temo si stia ripresentando.

Il calo di grinta di Mihajlovic – Il mister deve ritrovare l’entusiasmo e la motivazione che aveva quando è arrivato sotto le Due Torri. Sinisa capisca che a noi serve come il pane dal punto di vista tattico ma anche da quello del furore agonistico, perché una città come Bologna tende ad appiattirsi con molta facilità. È ora che si prenda le sue responsabilità e metta un po’ d’ordine, iniziando magari a rilasciare dichiarazioni diverse, smettendo quindi di bacchettare Orsolini e di ripetere che non ha una prima punta, quando in realtà dispone di un giocatore come Santander che sì, non sarà un fenomeno, ma può rivelarsi molto utile.

L’ennesimo gol incassato – Quando giocava Denswil sembrava che il Bologna prendesse gol solo per colpa sua, ma sui calci piazzati facciamo ancora fatica a marcare. Nel finale dello scorso campionato avevamo subito reti simili a quella di Lapadula da Manolas e Milenkovic, quindi viene da chiedersi: non sarebbe il caso di tornare a marcare a zona, anche considerando che in difesa non abbiamo propriamente dei giganti? E poi, piuttosto che per una punta, non era meglio muoversi per un nuovo portiere? Anche ieri il pallone che è piovuto in area piccola sarebbe dovuto essere preda di Skorupski, che invece non è intervenuto.

Il pessimo arbitraggio – La direzione di Sozza, arbitro palesemente inadeguato per la categoria, ha senza dubbio penalizzato i rossoblù. Pronti via, Schiattarella ha falciato Svanberg e non è stato nemmeno ammonito, preoccupante ‘trailer’ di un match dove il Benevento ha potuto scalciare come e quanto ha voluto. Su Soriano era rigore netto e il mancato intervento del VAR è molto grave, mentre per quando riguarda il gol annullato a Svanberg, in passato ne sono stati convalidati di ben ‘peggiori’.

Pepè Anaclerio

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