P come paura
Sono stati tantissimi i momenti di paura vissuti negli stadi di tutto il pianeta. Risse, gravi e strani infortuni, ma anche timori di tipo psicologico, come ad esempio quello di retrocedere. O paura come un razzo che parte da una curva e uccide un povero tifoso in quella opposta, vedi il tragico e vergognoso episodio di un lontano derby romano (28 ottobre 1979) in cui perse la vita il tifoso laziale Vincenzo Paparelli.
Ebbene, nel racconto flash odierno vi parlerò di ciò che accadde allo stadio Artemio Franchi di Firenze durante una partita del Campionato Cadetti tra Fiorentina e Pistoiese. Era il 27 ottobre 1954, e attorno alle ore 14:20 sia i giocatori che i circa diecimila spettatori si fermarono a guardare il cielo, dove comparvero degli strani oggetti volanti di forma variabile (uovo, sigaro, ali di gabbiano o cappello da mandarino cinese, secondo i commenti dell’epoca). Poi all’improvviso i velivoli sfrecciarono via, e fu in quel momento che cominciò a ‘nevicare’: una sostanza appiccicosa e filamentosa, come una pioggia di ragnatele.
Sul Bulletin de l’Acadèmie Nationale de Médecine del 1954, lo psichiatra francese George Heuyer aveva scritto che il picco di avvistamenti UFO verificatosi quell’anno in Europa e specialmente in Italia e Francia (75% degli avvistamenti mondiali) poteva essere «frutto di isteria collettiva, proiezioni psicologiche di tensioni interiori, allucinazioni, falsi ricordi, condizionamenti, suggestioni, contagi psicologici, traumi; non si spiega altrimenti». Eppure quel giorno l’arbitro sospese Fiorentina-Pistoiese e sul referto scrisse che la gara era stata interrotta per la presenza di qualcosa nel cielo.
Molti scienziati, in seguito, tentarono di spiegare l’insolito fenomeno parlando di ballooning, ovvero la capacità di certi ragni di volare. In realtà non si tratta proprio di volare, ma di emettere dei lunghi e intricati gomitoli di una sostanza filamentosa, più morbida della comune ragnatela, e di appendersi ad essa facendosi poi trasportare dal vento. Mediante tale stratagemma riescono a planare per distanze insospettabili, addirittura cinquanta o sessanta chilometri. Fa abbastanza impressione, soprattutto nella fase dell’atterraggio collettivo.
Un laureando in Ingegneria, però, aveva raccolto in una provetta di vetro quei filamenti e li aveva portati all’Istituto di Chimica Analitica dell’Università di Firenze dal prof. Giovanni Canneri, che dopo un’accurata analisi si espresse così: «Sostanza a struttura fibrosa con notevole resistenza meccanica alla trazione e alla torsione. Al riscaldamento imbrunisce e lascia un residuo fusibile e trasparente. Il residuo fusibile spettrograficamente mostra contenere in prevalenza boro, silicio, calcio e magnesio. Sostanza a struttura macromolecolare probabilmente filiforme. In linea puramente ipotetica, la sostanza esaminata nella scala microchimica potrebbe essere un vetro borosilicico».
La teoria dei ragni sembra quindi perdere di consistenza, ma ancora oggi non si esclude nulla. Di questo incredibile avvenimento ne parlarono i giornali italiani ed europei, e nel 2014 uscì a riguardo persino una dettagliata e appassionata ricostruzione sul sito della BBC. E voi, cari amici di ZO, ci credete agli extraterrestri o pensate che siano tutte sciocchezze?
Roberto Porrelli
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