Misure di contenimento prive di logica e fondamento, tra ingiuste mannaie e odiosi vincoli orari
Chiamiamo le cose con il loro nome, almeno. Se imponi la chiusura di una marea di attività, è lockdown. Se consenti l’apertura di bar e ristoranti fino ad una certa ora, è coprifuoco: se sono le 24, è coprifuoco light; sotto, coprifuoco da bombardamenti aerei notturni. Sempre coprifuoco, comunque.
E uno scandalo, dunque. Qualunque vincolo orario è una costrizione odiosa e senza senso. I freni allentati della notte si controllano e si multano: nelle piazze, nei parchi, nelle strade, fuori dai locali. Ci mancherebbe. Sulle palesi violazioni del giorno (voce ‘trasporti’, ad esempio), invece, molto si dice ma nulla si fa.
Si cala allora la mannaia su imprese costrette nei mesi scorsi a spendere tanti soldi per adeguarsi a protocolli, ad investire in sanificazioni, a rinunciare a coperti, ingressi, prenotazioni. Esercenti consapevoli, aperti a clienti sempre più consapevoli: tolto un filo di apprendistato iniziale, da fedelissimo della ristorazione posso testimoniare in tal senso. Da una parte e dall’altra. Per non parlare poi di piscine, palestre, cinema, teatri… La lista è lunga.
Pur da oppositore, mi sono sforzato di stare vicino al Governo. Un po’ per la assoluta unicità del momento, un po’ per DNA politico governista. Finché mi è stato possibile. Se ora si consacra una roba del genere, stop.
E allora cosa proponi, dirà qualcuno… Fortunatamente o sfortunatamente non faccio parte dell’Esecutivo né di Comitati tecnici-scientifici, non vedo le carte e quindi non so. Ma chiacchierando in libertà vi dico che punterei tutto sul giro scolastico (trasporti, esterno scuole) e lavorativo (trasporti, sempre loro). Scuola: battezzerei gli anni ‘strategici’ (entrata e uscita) e proverei a garantire la presenza, il resto tutto a distanza per un po’. Lavoro: da casa tutti i settori possibili, per più tempo possibile.
In ogni caso, bene strette e misure di contenimento in tutti i settori, purché rette su logica e fondamento. Cosa significa un orario? Perché un orario? Un ritrovo a casa mia è più sicuro? I no alle feste ci stanno, le tavolate ridotte anche, gli orari NO. Sono il simbolo di uno Stato che viene meno al suo ruolo di controllore, sottraendo qua e là dosi di libertà senza alcun supporto scientifico alla base.
Francesco Piggioli
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Francesco Piggioli, grande cuore rossoblù, è uno storico contemporaneista.