Troppe cinque sconfitte in sette partite
«Sapevamo già che sarebbe stata una stagione difficile». Al termine del match gettato alle ortiche contro il Sassuolo, Mihajlovic si era lasciato sfuggire questa frase che lì per lì non avevo compreso. È vero, probabilmente il Bologna non dispone di una rosa per ambire a qualcosa in più del decimo posto, è una squadra da metà classifica, ma parlare addirittura di stagione difficile mi era sembrato fuori luogo. Io però non sono un tecnico né posso vedere gli allenamenti quotidiani: se Sinisa aveva le idee chiarissime dopo appena quattro giornate di campionato, ci saranno state delle valide ragioni.
Bologna bello a vedersi ma sprecone sottoporta, Bologna sfortunato in quanto decimato da infortuni seri e conseguenti assenze pesanti, Bologna che subisce gol da 40 gare consecutive. Al momento si può evidenziare come i giovani chiamati a sostituire i veterani non siano ancora pienamente pronti a reggere l’urto della Serie A. Lo dicono i risultati. Certo, con i ragazzi (specie se hanno evidenti margini di miglioramento) bisogna portare pazienza, e ai primi di novembre la classifica non andrebbe ancora guardata troppo, ma trovarsi ad un solo punto dalla zona retrocessione non fa piacere a nessuno. E quando l’annata prende una certa piega, costringendoti a correre per recuperare terreno, rimettersi in carreggiata non è mai facile.
Un avvio complicato quello dei rossoblù: probabilmente neanche in società ci si aspettava una partenza di questo genere, ma tant’è. Orsolini stenta nel recuperare lo smalto dei tempi migliori, Tomiyasu è ancora un po’ traballante da centrale e Danilo non lo assiste a dovere, Skorupski non trasmette la sicurezza necessaria al reparto, Barrow non riesce a trovare continuità e Dominguez ha messo insieme appena 167 minuti, ma è tutta la squadra che sta faticando ben oltre il previsto. Non resta che lavorare, lavorare e ancora lavorare (e nel contempo augurarsi che la sfiga abbandoni Casteldebole), in attesa di tempi migliori che tutti speriamo possano arrivare presto. Cinque sconfitte in sette partite, però, sono davvero troppe.
Mario Sacchi
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