Finalmente un Bologna famelico, premiata la fiducia in Barrow centravanti. Ora testa fissa sul presente, per il futuro ci sarà tempo
Parma-Bologna 0-3: ecco le note liete e quelle dolenti in casa rossoblù relativamente al match disputato ieri al Tardini.
PRO
La fame di vittoria – Il successo di ieri, prima di addentrarci negli aspetti tecnico-tattici, è spiegabile coi ragionamenti fatti nelle ultime due settimane, quelli che ho esposto in un mio recente articolo qui su ZO e che ho ritrovato anche nello sfogo di Sabatini a fine mercato. Soprattutto nel primo tempo ho visto un Bologna con l’adrenalina a mille e la giusta rabbia agonistica, capace di trasformare i comprensibili timori di classifica in energia positiva da riversare sul campo. Infatti capisco Mihajlovic quando non accetta che si parli di demerito del Parma e non di merito dei suoi uomini, perché i gialloblù non sono la Juventus o il Milan ma certe partite nascondono parecchie insidie, e devi essere bravo ad aggredirle fin da subito e portarle sui tuoi binari per non rischiare. Nello stesso tempo, al di là dei modi, avevo capito l’incazzatura di Sabatini, che pubblicamente ha difeso la squadra ma poi credo sia andato a dire due cose nello spogliatoio. Della serie: ragazzi, io ci ho messo la faccia, ora sta a voi. Il gruppo ha risposto alla grande e Barrow, il giocatore su cui si era esposto di più, ha fatto due gol ai primi due palloni toccati. Per me non è un caso.
Le tante note positive dai singoli – Benissimo Barrow, che fa il centravanti alla sua maniera, con le sue caratteristiche, ma la porta la vede eccome. Molto bene pure Sansone, specialmente nei primi 45 minuti, poi ha iniziato a sbagliare qualcosina. Tomiyasu, al pari di Soriano e Schouten, non dovrei neanche citarlo, perché è di un livello superiore: Sinisa lo schiera terzino o centrale a seconda della gara e degli avversari che deve affrontare e lui fa comunque un lavoro strepitoso, unendo le sue doti tecniche e fisiche ad una concentrazione e un’attenzione senza eguali. Soumaoro, al fianco di un Danilo in grande spolvero, si sta rivelando un ottimo acquisto, dà la sensazione di essere uno che sa ciò che vuole, come stazza c’è e in ogni giocata è concreto, senza paura di muovere il pallone in verticale. Skorupski non ha dovuto compiere interventi eccezionali ma sembra davvero rigenerato, il prossimo passo è migliorare ancora coi piedi e trasformarsi a pieno in un portiere moderno. Orsolini, dopo qualche pasticcio di troppo, è stato bravo a lasciare la sua firma sul match, chiudendo i conti. Dominguez continua a piacermi più quando entra dalla panchina che quando parte titolare, mentre Skov Olsen non ha fatto nulla di straordinario ma è stato apprezzabile per l’applicazione che ci ha messo in aiuto a Tomiyasu, giocando quasi a tutta fascia.
Il coraggio di Mihajlovic – Questa è una dote che a Sinisa non manca, lo sappiamo. Un altro allenatore, con tutte le polemiche che ci sono state nei giorni precedenti alla partita, avrebbe iniziato con Palacio prima punta, affidandosi all’esperienza. Invece no, lui è andato avanti con Barrow ed è stato premiato. Del resto, in conferenza stampa lo aveva ripetuto spesso: «Non compriamo tanto per comprare, se fra quelli acquistabili sul mercato non c’è un profilo adatto al nostro gioco facciamo con quello che abbiamo in casa». E così è stato.
L’assetto fluido – Chi guarda le partite in maniera un po’ superficiale afferma che il Bologna gioca sempre allo stesso modo, invece no. Contro il Milan, ad esempio, Soriano aveva fatto la mezzala, ieri invece è tornato nel suo ruolo abituale di trequartista. E in certi momenti Sansone andava a fare la prima punta, con Barrow più spostato sulla sinistra. Questa fluidità è uno dei punti di forza della squadra, e spiega anche perché Mihajlovic non ami i centravanti troppo statici.
CONTRO
La leggerezza in certi frangenti – A voler proprio essere pignoli, nella seconda metà della ripresa abbiamo cominciato a specchiarci un po’ troppo, perdendo qualche pallone banale, regalando un paio di punizione pericolose e soprattutto non capitalizzando le tante occasioni avute in contropiede. È un difetto che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso, e le urla di Mihajlovic da bordocampo dopo ogni errore sono emblematiche.
Le parole di troppo del mister – I giornalisti fanno il loro mestiere, come giusto che sia, ma Sinisa deve stare attento a non cadere in certi ‘tranelli’ e pesare meglio le dichiarazioni, senza addentrarsi in determinati discorsi riguardo al futuro su cui poi si può ricamare in mille modi. È il momento di restare concentrati sul presente, di smentire le critiche, di dimostrare a tutti che la squadra merita una classifica migliore di quella attuale. Perché il Bologna, a pieno organico e visto il modo in cui gioca, dovrebbe lottare per le posizioni subito a ridosso delle prime sette, invece adesso è chiamato a rimediare ad un brutto girone d’andata e a salvarsi senza patemi. Di tempo a discutere e polemizzare su cosa manca, invece di guardare a cosa c’è, ne abbiamo già perso abbastanza, mai come adesso bisogna stare sul pezzo e pensare solo ed esclusivamente al campo: il Benevento, sornione, ci aspetta al varco.
Pepè Anaclerio
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