Ingaggi pesanti e rendimento in calo per i veterani del Bologna: e se un bel tesoretto arrivasse dalla loro partenza?
Ormai è fuor di dubbio che il Bologna soffra di piccoli difetti strutturali che gli impediscono di dare forma compiuta ad un progetto affascinante ma che fatica a decollare completamente, perciò è naturale domandarsi quale sia la formula che permetterebbe ai felsinei il tanto agognato salto di qualità. Qualche settimana fa avevamo provato a chiederci se una nidiata di interessanti talenti come quella rossoblù potesse fare a meno dell’esperienza dei vari senatori, Palacio compreso, dato che in quel periodo persino un fuoriclasse come Rodrigo aveva inanellato alcune panchine consecutive.
Allo stesso tempo, ci sono pochi dubbi anche sul fatto che i giovani crescano solo giocando. Ragazzi come Tomiyasu, Schouten, Svanberg e Dominguez, quest’anno non si sarebbero messi così in luce se non fossero scesi in campo tanto spesso, mentre prospetti come Antov, Hickey, Skov Olsen, Vignato e di recente anche Juwara e Ravaglia non avrebbero potuto cominciare a mostrare le proprie qualità se Mihajlovic non avesse scommesso su di loro.
Grazie alla fiducia che gli è stata data, diversi virgulti arrivati sotto le Due Torri come scommesse sono oggi lo scheletro di una squadra a cui sembrano mancare solo pochi tasselli per diventare grande. Il fattore esperienza, da questo punto di vista, ha certamente un peso specifico importante. Per il BFC il termine ‘crescita’ fa rima con ‘Europa’, e poter contare sul giusto mix di prospetti ed elementi già formati potrebbe rivelarsi determinante, già nella prossima stagione, per poter dare concretamente la caccia fino all’ultima giornata ad un posto tra le big.
Più che chiedersi se i veterani rossoblù non meriterebbero un maggior minutaggio, quindi, c’è da domandarsi se quelli attualmente in rosa siano i profili più indicati per il ruolo di leader di un gruppo da sesto-settimo posto. Escludendo un calciatore dalla classe infinita come Palacio, che dovrà decidere in piena autonomia se continuare o meno a giocare, e un professionista all’apparenza immarcescibile come Danilo, che potrebbe rivelarsi una preziosa chioccia, bisogna capire se i vari Da Costa, De Silvestri, Medel, Poli e Santander siano ancora elementi davvero utili alla causa felsinea.
Da settimane è scattato il toto-nomi sui giovani che in estate lasceranno Casteldebole, come se fosse effettivamente obbligatorio ‘sacrificare’ un pezzo pregiato per risanare le casse del club. E se invece il Bologna non cedesse nessuno dei suoi campioncini (o magari ‘soltanto’ uno) ma provasse a vendere o comunque non confermasse quei giocatori (con annessi ingaggi pesanti) che si sa già bene quanto possono dare, rimpiazzandoli con due-tre innesti di spessore che potrebbero far crescere i compagni più acerbi e nel contempo trascinarli verso traguardi prestigiosi? A conti fatti, pur tenendo presenti le difficoltà del calciomercato (specie adesso), non sembrerebbe per nulla una cattiva idea.
Fabio Cassanelli
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