Bologna, il ‘progetto giovani’ esiste davvero e cresce bene: lo dicono i numeri
Una delle peculiarità di Sinisa Mihajlovic, riconosciuta e apprezzata a tutte le latitudini a cui ha allenato, è sicuramente quella di avere il coraggio e la sfacciataggine di lanciare i giovani. Infatti, come ha ripetuto spesso nelle varie interviste e in conferenza stampa, per lui la qualità viene prima della carta d’identità.
Non diversa è la sua esperienza qui a Bologna, dove man mano hanno debuttato in Serie A diversi giocatori tutti giovanissimi: da Baldursson e Juwara fino ad Antov e Ravaglia, passando per Hickey e Vignato e coinvolgendo anche i ragazzi della Primavera quali Bonini, Cangiano, Corbo, Khailoti, Pagliuca, Rabbi, Ruffo Luci e Vergani. Senza dimenticare Schouten e Tomiyasu (oltre a Svanberg, che però esordì sotto la gestione Inzaghi), che si muovono come due veterani ma hanno pur sempre 24 e 22 anni.
E dunque non è un caso che il BFC, società che sui giovani ci punta per davvero (la parola ‘progetto’, spesso abusata, trova un senso a Casteldebole), guidi la classifica relativa agli under 23 (nati dal 01/01/1998) utilizzati durante questo campionato (ben 15), ma soprattutto quella delle loro presenze: 191 in totale, davanti a Milan (186) e Spezia (177). Riguardo all’impiego effettivo di questi ragazzi, invece, i felsinei ricoprono un ottimo terzo posto con 10.160 minuti, dietro proprio ai rossoneri (11.118) e ai liguri (10.606) e con un notevole vantaggio su Sassuolo (7.992) e Juventus (6.338), rispettivamente quarta e quinta.
La matematica non è un’opinione, e tutto ciò conferma come il lungimirante disegno della dirigenza insieme all’allenatore sia imperniato sulla ricerca e la successiva valorizzazione di talenti giovani che siano però già in grado di ritagliarsi un ruolo molto importante in Prima Squadra, crescere sempre più e aumentare la loro quotazione di mercato. Considerando anche il potenziamento del vivaio rossoblù, che dall’arrivo di Joey Saputo avviene in maniera costante, stiamo quindi parlando di elementi concreti, tangibili. Merce rara all’interno di un calcio, quello italiano, che in materia di giovani non fa quasi mai seguire i fatti alle belle parole con cui si riempie la bocca.
Lorenzo Bignami
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Fonte: kickest.it – legaseriea.it