Bologna, non saranno versate lacrime: quasi nessuno è insostituibile
A quattro giornate dal termine il Bologna non è ancora salvo, o forse lo è senza saperlo, in virtù dei 39 punti in classifica che con ogni probabilità non saranno toccati da Benevento, Cagliari e compagnia. Una stagione piena di alti e bassi quella dei rossoblù, che in più occasioni (se non sempre) hanno fatto vedere come si dà ‘del tu’ al pallone, racimolando però meno di quanto meritato in termini di risultati. Tante, troppe le sconfitte (ben 15), e tanti i gol subiti (56), seppure nel girone di ritorno – anche grazie all’innesto di Adama Soumaoro, che ha colmato alcune lacune – il reparto arretrato sia andato via via migliorando (Bergamo a parte).
Alti e bassi generati dalla mentalità spregiudicata di Sinisa Mihajlovic e da un mix fra giocatori esperti ma un po’ logori e altri talentuosi ma ancora acerbi e dunque altalenanti nelle prestazioni. A tal proposito, andranno ponderate con attenzione alcune decisioni sulla squadra che sarà. È opportuno trattenere Danilo (36) e Palacio (39) come seconde scelte alle spalle dei nuovi innesti che andranno a irrobustire – e si spera a migliorare – una rosa che necessita di più sicurezze per ambire ad un campionato da fascia sinistra? In porta esiste o meno un problema Skorupski? Il polacco, infatti, continua ad alternare prove convincenti a insicurezze talvolta pacchiane. Dijks è davvero quel ‘trattore’ a cui si era interessato il Milan o, tra infortuni e conseguente rendimento in calo, è da ritenere inaffidabile? Medel e Poli sono giunti al passo d’addio?
Ma soprattutto: è giusto definire ‘sacrifici’ le eventuali cessioni di un paio di giovani o giovanissimi fra i quali Baldursson, Barrow, Dominguez, Hickey, Orsolini, Schouten, Skov Olsen, Svanberg, Tomiyasu e Vignato? Non ce n’è uno, ad oggi (un domani si vedrà), pronto per fare il titolare in una big, tranne forse il difensore giapponese, quindi è lecito rispondere che nella lista non ci sono elementi davvero incedibili o insostituibili. Resta solo il concetto di base: tentare di rinforzarsi partendo dalla cessione di un Barrow e/o di un Vignato (due nomi a caso presi dal folto lotto dei virgulti) farebbe storcere il naso ai tifosi, ma prima di sparare sentenze bisognerà vedere come saranno reinvestiti i proventi. Al momento un solo dato sembra indiscutibile: non scivoleranno lacrime per nessuno.
Mario Sacchi
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