Sabatini:

Sabatini: “Un giornalista mi ha chiesto fatti e non parole, quindi adesso starò zitto. Il calciomercato lo vorrei aperto tutto l’anno”

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Fra i protagonisti rossoblù intervistati durante la 9^ puntata di Bfc Week, il nuovo appuntamento settimanale di Bfc Tv che racconta il Bologna a 360 gradi, c’è il direttore tecnico del club Walter Sabatini. Ecco tutte le sue dichiarazioni:

Il primo calciomercato – «È nella nebbia dei tempi ma me lo ricordo bene perché era una cosa eroica, molto diversa da adesso. Ancora si facevano i fax, si procedeva col cartaceo, si doveva correre a depositare i contratti: era veramente un altro calcio, lo si può definire una cosa romantica. Ricordo che ci si inseguiva, tra direttori sportivi e presidenti, ognuno per le sue motivazioni: era molto divertente».

L’evoluzione del mercato – «Oggi il calciomercato passa prevalentemente da un lavoro di scouting, e poi per le trattative ci sono ormai mezzi di trasmissione delle informazioni e di contatto velocissimi. È cambiato tutto: in meglio per l’operatività, in peggio per i sentimenti».

Dal campo alla scrivania – «La passione è nata per la voglia di correggere i miei errori da calciatore. Siccome sono stato un grande calciatore che non capiva il calcio (ride, ndr), ho voluto fare il dirigente perché da dirigente mi accorgo subito delle qualità e dei limiti di chi ho davanti. È difficile capire che un giocatore può essere sia un grande che una pippa, ma io lo ero, una contraddizione vivente: velocissimo, resistente e molto tecnico, qualità che il nostro referente scouting Zunino definirebbe eccellenti, che però non si coalizzavano nella mia testa, le sinapsi erano sempre scollegate. Per questo ho fatto il dirigente, con grande successo».

Ultima intervista per un po’ – «Ho ricevuto un messaggio da un giornalista con scritto “basta parole, siamo stufi, vogliamo i fatti”. Premesso che le parole preparano i fatti, raccolgo l’invito: forse è meglio stare zitti. È legittimo, molta gente a Bologna si aspetta che si concretizzino i fatti, io lo so meglio di loro ma so anche che per preparare i fatti ci vogliono parole, parole che a volte ‘verbose’, che richiedono tempo. Comunque raccolgo l’invito del giornalista, nei prossimi giorni starò zitto e non parlerò di mercato, aspettiamo di vedere quello che succede».

Trattative tutto l’anno – «Non è solo una questione di passione personale ma un’esigenza dei club, col calciomercato aperto tutto l’anno le società risolverebbero tantissimi problemi, in primis quelli legati agli infortuni e ovviamente alla cassa: si potrebbe vendere e ristabilire il bilancio ogni mese. Ma sono da solo a perorare questa causa… Una volta mi sono trovato in una sorta di assemblea dei d.s. e tutti parlavano di restringere i tempi del mercato, così quando mi hanno dato la parole ho detto che bocciavo tutte le loro proposte perché lo volevo sempre aperto: non mi hanno ascoltato».

Foto: Imago Images