Il Bologna di Mihajlovic e la Nazionale di Mancini: tatticamente più di qualche affinità
Credo e spero che abbiate notato quante situazioni accomunano il Bologna di Mihajlovic alla Nazionale guidata da Mancini: sarà che sono stati insieme all’Inter coi ruoli di vice il primo e capo allenatore il secondo, sarà che entrambi hanno riformulato il loro tradizionale modo di fare calcio tramite nuovi accorgimenti tattici, fatto sta che ad oggi le loro idee calcistiche si somigliano molto.
Cominciamo dalla fase di possesso: tre difensori più bloccati (Di Lorenzo, Bonucci e Chiellini – Tomiyasu, Danilo e Soumaoro) e due mediani (Jorginho e Verratti – Schouten e Svanberg) in prima costruzione, i restanti cinque a dividersi gli spazi e i corridoi in seconda costruzione e in rifinitura: corridoio di destra Berardi-Orsolini, mezzo spazio di destra Barella-Soriano, corridoio centrale Immobile-Palacio, mezzo spazio di sinistra Insigne-Barrow, corridoio di sinistra Spinazzola-Dijks.
Al netto delle evidenti diversità per quanto riguarda il tasso tecnico, la base di partenza è identica a quella rossoblù, così come più di alcune rotazioni offensive e di alcuni interscambi. La maggiore differenza la troviamo nell’utilizzo più in orizzontale della coppia di centrocampo rispetto ai nostri, che in realtà si scompongono più in verticale (Schouten più basso, Svanberg incursore).
Il palleggio con numerosi tocchi anche di prima per ‘manipolare’ la struttura difensiva avversaria al limite dell’area è una caratteristica del tutto simile a quanto praticato dal Bologna, così come a palla persa è immediato il tentativo di recupero istantaneo del possesso: ieri sera contro il Belgio queste cose si sono notate in svariate occasioni.
Anche la fase difensiva somiglia molto alla nostra: pressing nella metà campo avversaria e marcature preventive sugli appoggi accorciando sempre in avanti. Non a caso, quando la prima pressione viene saltata, determinate sofferenze sono quelle a cui noi tifosi del BFC siamo ormai abituati.
Anche nella fase difensiva degli azzurri troviamo una leggera differenza rispetto ai rossoblù, perché la posizione di uno dei due centrali non è sempre allineata: certamente per togliere profondità agli avversari, rischiando però in qualche azione di non riuscire a mettere gli stessi in fuorigioco, dovendo poi ‘scappare all’indietro’ a difesa ‘disordinata’.
Sono naturalmente dettagli che a volte si cambiano in base alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, ma più di qualche affinità lega il Bologna di Sinisa alla Nazionale del ‘Mancio’.
Tosco – www.madeinbo.tv
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