Serie A, l'analisi tattica squadra per squadra dopo 12 giornate

Serie A, l’analisi tattica squadra per squadra dopo 12 giornate

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È una Serie A interessante dopo questo inizio di stagione: in vetta si sono staccate due outsider, mentre sono costrette ad inseguire le favorite Inter e Juventus; in coda le neopromosse sono agguerrite, rendendo così complicata la vita a quelle compagini che nelle ultime annate facevano affidamento su salvezze tranquille proprio per la scarsa competitività delle nuove arrivate; in mezzo troviamo tante squadre in cerca di un posto nobile a ridosso delle battistrada.
Proviamo allora a tracciare dei mini identikit a circa un terzo del campionato, tenendo in considerazione che alcune formazioni hanno ancora margini di crescita per svariati motivi, come gli infortuni lunghi o ripetuti di calciatori determinanti per l’esito finale del loro percorso (Belotti nel Torino e Smalling nella Roma, solo per fare due esempi).

NAPOLI (4-2-3-1) – Spalletti ha ricalcato il lascito tattico e concettuale di Gattuso su possesso palla e precisione del palleggio (primo nelle statistiche in entrambi questi fondamentali), e pure sul modulo: 4-2-3-1 rivisitato nella fase di non possesso, col cambio di titolarità fra Manolas e Rrahmani (più abile nella difesa posizionale), e nell’aumento di fisicità a centrocampo, grazie all’innesto di Anguissa e Zielinski in mediana o sulla trequarti a seconda delle intenzioni tattiche. Squadra bella e ben allenata che sfrutta tutto il potenziale di una rosa completa.
Novità importanti: Anguissa.
Giocatori chiave: Koulibaly, F. Ruiz, Osimhen.

MILAN (4-2-3-1) – Pioli continua il percorso intrapreso dal post lockdown, tirando fuori il meglio da una rosa lunghissima e ben costruita anche se martoriata dagli infortuni. Il suo è un 4-2-3-1 molto ‘alto’ e aggressivo, con alcune interpretazioni tattiche in fase di possesso interessanti: gli esterni bassi che si accentrano (Theo Hernandez in questo è un’arma eccezionale) e lasciano l’ampiezza a quelli alti, che partendo da lontano diventano imprendibili; poi tanta fisicità nell’occupazione degli spazi e linea difensiva sempre alta e reattiva grazie al dinamismo di Tomori e alle letture di Kjaer. L’unico dubbio è la resistenza ad un assetto chiamato ad andare sempre ad intensità notevole.
Novità importanti: Giroud, Maignan.
Giocatori chiave: Kjaer, Kessie, Ibrahimovic.

INTER (3-5-2) – Quella targata Inzaghi è una metamorfosi rispetto al predecessore Conte, non tanto nell’assetto tattico (sempre il 3-5-2) quanto nella diversa interpretazione: meno muscoli, minori forzature e maggiore elasticità data da un baricentro medio più basso che permette ripartenze letali. Paradossalmente è migliorata la qualità delle giocate ma non i risultati, anche se la squadra sembra comunque destinata a durare nella lotta per lo scudetto.
Novità importanti: Dzeko, Calhanoglu.
Giocatori chiave: De Vrij, Barella, Dzeko.

ATALANTA (3-4-2-1) – Niente di nuovo, solita macchina perfetta disturbata soltanto da qualche infortunio di troppo: squadra meravigliosa, organica, con un’alternanza nelle giocate distribuita tra i tanti interpreti. Modulo 3-4-2-1 ‘attualizzato’ in ogni partita, dove tatticamente si possono notare continue variazioni interpretative: De Roon usato come difensore centrale, Pasalic come mediano e Maehle all’occorrenza nel ruolo di sottopunta. Insomma, un utilizzo della rosa che va oltre alla fissità dei ruoli. Aggressività al top, concentrazione a mille, dinamismo eccezionale, fraseggi a velocità siderali: l’unica compagine italiana con mentalità europea, da prendere veramente come parametro di confronto.
Novità importanti: Koopmeiners, Zappacosta.
Giocatori chiave: Palomino, De Roon, Zapata.

LAZIO (4-3-3, 4-1-4-1) – Sarri, dopo un po’ di giornate tra alti e bassi, sembra aver trovato la soluzione, ovvero un compromesso tra la Lazio ‘transitiva’ di Inzaghi e la sua, dal palleggio sincopato a uno-due tocchi: assetto un po’ abbassato e inserimento di Cataldi in mediana (più giovane e dinamico rispetto a Lucas Leiva), utile anche per coprire le sortite di Luis Alberto, rivisitando il modulo in un più equilibrato 4-1-4-1 che sembra funzionare.
Novità importanti: F. Anderson, Pedro.
Giocatori chiave: Acerbi, Milinkovic-Savic, Immobile.

ROMA (4-2-3-1, 3-4-1-2) – Mourinho doveva stravolgere il mondo Roma che, ricordiamo, non vince uno scudetto da vent’anni, e sembra lo stia facendo ma a modo suo: noi comuni mortali non riusciamo a capire cos’ha in testa. Nel frattempo possiamo comunque notare che i giallorossi producono tanto a livello di tiri in porta (prima in questa speciale statistica), stante anche l’immensa qualità in attacco; poca fisicità invece in difesa, vista la lunga assenza di Smalling, e anche in mediana, dove manca un calciatore di raccordo e di forte impatto fisico-dinamico. Squadra in totale costruzione non solo tattica, con evidenti lacune strutturali ma piena di talento offensivo: un’incognita.
Novità importanti: Abraham, El Shaarawy.
Giocatori chiave: Smalling, Pellegrini Lo., Abraham.

FIORENTINA (4-3-3) – Interessante mutazione ‘genetica’ dei viola rispetto alle ultime edizioni di Prandelli e Iachini: possesso palla per avere il ‘dominio’ delle partite, palleggio continuo, riaggressione a palla persa, ritmi vertiginosi finché ce n’è, utilizzo ampio di tutta la rosa a disposizione con alcuni tentativi di riesumare calciatori semi-dimenticati (Benassi, Duncan, Saponara). Italiano sta facendo un ottimo lavoro: se le turbolenze esterne non faranno crollare tutto, la Fiorentina è destinata ad un campionato importante.
Novità importanti: N. Gonzalez, Torreira.
Giocatori chiave: Milenkovic, Torreira, Vlahovic.

JUVENTUS (4-4-2?) – Un gruppo di ottimi calciatori mal assortiti e messi peggio in campo da un allenatore che sa di stantio, destinato all’insuccesso se non avrà l’umiltà di rinnovarsi in tutto: dalla tattica al linguaggio.
Novità importanti: assenza di C. Ronaldo.
Giocatori chiave: Bonucci, Arthur, Chiesa.

BOLOGNA (3-5-2) – Squadra ‘normalizzata’ dal cambio di modulo rispetto a quella della passata stagione, che aveva perso un po’ dell’ambizione tattica di segnare un gol in più: baricentro notevolmente abbassato, assetto difensivo a zona rispetto al precedente uomo contro uomo e fase offensiva più controllata.
Novità importanti: Arnautovic, Theate.
Giocatori chiave: Medel, Dominguez, Arnautovic.

HELLAS VERONA (3-4-2-1) – Vabbè, qui siamo di fronte ad un incantesimo: l’esonero di Di Francesco è apparso prematuro a chiunque ma non al presidente Setti che, al netto delle simpatie, bisogna riconoscere capace di intuizioni interessanti. Tudor ha portato i gialloblù a ripercorrere le orme di Juric, sfruttando un momento incredibile di forma del ‘Cholito’ Simeone: il Verona è penultimo per tiri tentati ma prima per percentuale realizzativa. Finché dura…
Novità importanti: Simeone, Caprari.
Giocatori chiave: Gunter, Barak, Simeone.

EMPOLI (4-3-1-2) – Altra squadra con statistiche da monitorare: la peggiore per occasioni concesse agli avversari a causa di una fase difensiva deficitaria, surrogata però da una proposta di gioco sempre volta a mandare tanti uomini in zona tiro e a segnare con una certa facilità. Sono stati lanciati altri giovani interessanti, come il centrale difensivo classe 2002 Viti, Samuele Ricci in mediana e il già noto Pinamonti in avanti. Anche per loro vale il concetto del ‘finché dura’.
Novità importanti: Pinamonti, Cutrone.
Giocatori chiave: Ricci S., Pinamonti.

TORINO (3-4-2-1) – Le variazioni tattiche e motivazionali di Juric sono già tutte evidenti: squadra cazzuta, fisica, con pochi ma chiarissimi concetti di aggressione continua, tanti uno-due per entrare in area con palla bassa o riempimento della stessa con molti effettivi per i cross degli esterni Singo e Ansaldi. Una volta recuperati i tanti infortunati, i risultati arriveranno.
Novità importanti: Brekalo, Praet, Pobega.
Giocatori chiave: Bremer, Mandragora, Belotti.

SASSUOLO (4-2-3-1) – Dionisi deve solo portare pazienza: il suo calcio è evidentemente adatto a questa rosa, che senza Locatelli fatica a trovare equilibrio in mediana. Per il resto, come organico non manca niente per fare un campionato normale, senza i picchi elevati della gestione De Zerbi che resta irripetibile: se la piazza neroverde crede che quella fosse la normalità, si sbaglia di grosso. Il tecnico bresciano, oggi allo Shakhtar Donetsk, ha fatto un miracolo a tenere il Sassuolo a quei livelli per due stagioni.
Novità importanti: Frattesi, Henrique.
Giocatore chiave: Ferrari G., M. Lopez, Berardi.

UDINESE (3-5-2) – Niente di nuovo in Friuli. I bianconeri avevano tentato la strada di un calcio meno fisico, rinunciando ad Okaka in favore di un attacco leggero con Pussetto e Deulofeu, ma non ci sono riusciti: dentro Beto e filosofia simile, anche se il portoghese sembra meglio del suo predecessore. Squadra che ha il possesso palla più basso della categoria, inferiore anche alla Salernitana, e questo dice tutto. Nell’ultimo match, contro il Sassuolo, Gotti ha proposto un 4-2-3-1 un po’ mascherato, dato che come esterno alto a destra è stato usato Molina che è un quinto naturale: vedremo in futuro…
Novità importanti: Silvestri, Beto.
Giocatori chiave: Nuytinck, Walace, Deulofeu.

VENEZIA (4-3-3) – Interessante progetto calcistico tutto incentrato – giustamente – sulla figura di mister Zanetti, perché con rose così indecifrabili è logico affidarsi a guide tecniche di spiccata personalità (l’esempio Spezia della scorsa stagione è lì a dimostrare che con le idee si possono ottenere risultati insperati). Difesa a quattro e davanti tanti micro adattamenti in base all’avversario di turno: Zanetti opta giustamente per il controllo delle gare con un baricentro basso, lavorando poi su intercetti e ripartenze. Sembrerebbe una proposta ‘antica’ ma in realtà si fa di necessità virtù, con qualche intuizione interessante in mediana, dove la posizione di vertice basso viene occupata da più elementi a seconda dello sviluppo dell’azione: è un modo per ovviare alla cronica assenza causa infortuni di Vacca, l’unico in grado di gestire i tempi dell’impostazione dei lagunari con una certa affidabilità. E allora ecco che Busio, Ampadu o Peretz si alternano nel far ripartire la manovra sempre con sufficiente tempismo, vero biglietto da visita del Venezia, squadra con tempi di gioco perfetti.
Novità importanti: numerose.
Giocatori chiave: Ceccaroni, Vacca, Aramu.

SPEZIA (4-2-3-1) – Vale il discorso fatto per il Venezia: progetto affidato a Thiago Motta, altro allenatore ‘giochista’ con idee interessanti, che ha dovuto ‘modulare’ la sua formazione in più varianti per ovviare ai tanti infortuni e ad una sfortuna che perseguita i liguri fin dal ritiro. Nonostante ciò la squadra si compatta davanti ad una difesa a quattro con varie soluzioni, tutte comunque volte a proporre un calcio di palleggio veloce, sfruttando in egual misura ampiezza e verticalità. Altra realtà virtuosa che, indipendentemente da come finirà la stagione, non può che essere ammirata, vista anche la rosa più giovane della categoria.
Novità importanti: Amian, Nikolaou, Kovalenko.
Giocatori chiave: Nikolaou, Maggiore, Gyasi.

GENOA (?) – Siamo alle solite: progetto tecnico inesistente, squadra allestita con ‘occasioni di mercato’ e messa nelle mani di un allenatore (Ballardini) ormai ancorato ad un calcio che non c’è più. Dalla prossima partita vedremo all’opera la novità Shevchenko, scelto dalla nuova proprietà americana: il Grifone sembra dentro ad un film horror da almeno un decennio.
Novità importanti: Sirigu, Caicedo.
Giocatori chiave: Criscito, Rovella, Destro.

SAMPDORIA (4-4-2) – Anche stavolta sembra che i destini delle genovesi vadano di pari passo: squadra affidata all’ultimo degli allenatori rimasti liberi in estate, stessa rosa della scorsa stagione (evidentemente sfruttata al massimo da Ranieri) e castello crollato in un amen. Se al quadro si aggiunge una proprietà naïf che fa apparire il tutto molto campato in aria, ecco che il solo fatto di rimanere in piedi ha del miracoloso.
Novità importanti: Caputo.
Giocatore chiave: Colley O., Ekdal, Candreva.

SALERNITANA (4-3-2-1) – La rosa più debole della categoria, con una proposta di gioco che in Serie B paga ancora ma che in A è caduta immediatamente, evidenziando tutte le sue lacune: poco palleggio e per di più impreciso, solo lanci lunghi e ‘rimbalzo’ per recuperare le seconde palle, assetto difensivo ordinato ma vulnerabile e cambio di guida tecnica inevitabile. Ora Colantuono sta tentando meritevolmente di dare una configurazione ‘normale’ alla squadra: più possesso, più ampiezza e meno palloni ‘picchiati su’. Per salvarsi non basterà, ma almeno potrà dire di averci provato.
Novità importanti: Ribery, Simy.
Giocatori chiave: Strandberg, Di Tacchio, Ribery.

CAGLIARI (4-4-2) – Ennesimo esempio di come non si costruiscono le squadre: tante figurine messe a disposizione del malcapitato di turno, che viene esonerato in quanto colpevole di non saper far fruttare un organico che sulla carta sarebbe ancora competitivo. Ma è quel ‘sarebbe’ che fa la differenza: giocatori finiti, frusti, chilometrati, di pedigree e basta: solo chi segue il calcio essendo affetto da ‘presbiopia pallonara’ può ritenere una rosa così all’altezza di un campionato lungo e difficile come la nostra Serie A.
Novità importanti: Strootman, Keita Balde.
Giocatori chiave: Godin, Nandez, J. Pedro.

Tosco – www.madeinbo.tv

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