De Leo: “Potevamo vincere anche con dieci assenti, questo gruppo ha talento e non molla mai”
Quinto gol nei minuti di recupero, decimo nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Il Bologna non molla mai, recupera l’ennesima partita in cui era passato in svantaggio e reagisce con forza ad una settimana surreale per le tante assenze che si è trovato a fronteggiare. Il collaboratore tecnico Emilio De Leo, nella consueta conferenza stampa successiva alla gara, ha commentato così l’1-1 del Dall’Ara contro l’Udinese:
Mai domi ‒ «È positivo quello che siamo riusciti ad ottenere questa settimana e quanto abbiamo fatto coi giovani aggregati alla Prima Squadra, che hanno già capito come dalle difficoltà si possa trarre un’opportunità. Avremmo voluto i tre punti e riuscire a non concedere gol, sapevamo che c’erano le condizioni per ottenere il bottino pieno nonostante le tante assenze e penso che la squadra abbia fatto bene, se non per una poca fluidità avuta nel primo tempo».
Fedeli ai principi ‒ «Siamo scesi in campo con una formazione equilibrata ma di grande qualità, date le tante assenze era difficile non farci intaccare nelle nostre convinzioni ma ci siamo riusciti, e questa è la riprova che la squadra ha approcciato la gara concentrata sui principi morali e tecnico-tattici che cerchiamo di trasmettere».
Piacevole scoperta ‒ «Baldursson ha destato immediatamente una buona impressione fin dai primi allenamenti fatti con noi, ci serviva un giocatore capace di giocare fra le linee e lui lo è. È più centrocampista rispetto a Skov Olsen, e siccome in attacco ci stavamo imbottigliando il suo ingresso ci ha aiutato a combinare in maniera più semplice e pulita. Ha fatto bene anche da mediano assieme a Dominguez negli ultimi minuti di gara, per cui bisogna fare tanti complimenti a lui ma anche a mister Troise e il suo staff per come hanno lavorato».
Bologna multiforme ‒ «Abbiamo approcciato la partita con Mbaye a sinistra, nel secondo tempo abbiamo invertito gli esterni perché Lasagna stava marcando a uomo Tomiyasu e lo stava bloccando, e in questo modo abbiamo liberato il giapponese in fase di spinta. Negli ultimi minuti abbiamo cambiato nuovamente assetto passando a un 3-4-1-2 con Tomi alto a destra, Juwara largo a sinistra, Dominguez e Baldursson in mediana, Barrow dietro le punte e Orsolini più vicino alla porta».
Prestazione ‘amletica’ ‒ «Skov Olsen in fase di non possesso doveva lavorare su Mandragora, ma in attacco lo avevamo pensato come mezzo trequartista di destra, siccome gli piace rientrare e calciare in porta poteva essere una posizione vantaggiosa per lui. Poteva fare di più, ma è anche vero che l’Udinese ha lasciato pochi spazi e noi siamo stati troppo imprecisi nei passaggi».
Bravo Nico ‒ «Dominguez si è trovato contrapposto a De Paul, in fase di non possesso gli è stato chiesto un lavoro che di solito spetta ad un difensore e lo ha fatto bene. Nel corso della partita penso che sia anche cresciuto di ritmo, mettendo ordine e recuperando palloni importanti».
Gruppo unito e resiliente ‒ «I tanti gol che segniamo nei recuperi dimostrando che ci crediamo sempre, scendiamo in campo con positività e sappiamo che fino all’ultimo istante avremo le carte in regola per poter eventualmente recuperare la partita, senza farci prendere dallo scoramento ma contando ognuno sul proprio compagno. Questa fiducia necessaria è necessaria per poter far giocare assieme tanti giovani, e testimonia il valore del gruppo che stiamo costruendo».
La squadra che è e che sarà ‒ «Abbiamo tanti calciatori giovani che modificano le dinamiche delle nostre partite, ormai non ci facciamo più caso. Sappiamo che abbiamo intrapreso un percorso lungo e che non possiamo farci scoraggiare dal non aver trovato i tre punti per due giornate di fila, peraltro in casa. Siamo una squadra giovanissima e, solo per citarne uno, Tomiyasu che è un classe ’98 oggi ha saputo giocare bene in tre ruoli diversi. Crediamo tanto nei nostri ragazzi e vogliamo farli sentire centrali nel nostro progetto, durante la settimana abbiamo anche fatto un briefing per responsabilizzare i giocatori della Primavera, dicendo loro che nel caso in cui fossero stati chiamati in causa oggi sarebbe stato per fiducia nei loro confronti e non solo per una necessità dovuta alle defezioni».
Foto: Damiano Fiorentini