Bigon: “Vogliamo arrivare ad Arnautovic ma è difficile fare previsioni sui tempi. Nessuna urgenza di vendere Tomiyasu”
Quest’oggi le telecamere di Sky Sport sono salite nel ritiro del Bologna a Pinzolo, e il terzo e ultimo protagonista rossoblù a rispondere alle domande di Gianluigi Bagnulo è stato il direttore sportivo Riccardo Bigon. Ecco tutte le sue dichiarazioni:
Tomiyasu non parte per forza – «Ci sono diverse squadre interessate, però non abbiamo l’urgenza di vendere. Sicuramente bisogna tenere conto della volontà dei giocatori, e quando la Premier League chiama è difficile rimanere indifferenti. Comunque, se lo venderemo sarà solo alle nostre condizioni, altrimenti rimarremo così. In Serie A hanno chiesto informazioni almeno tre società, ma solitamente quando si muove la Premier i club italiani si tirano indietro, perché non vogliono partecipare ad aste».
Tormentone Arnautovic – «La trattativa è aperta, c’è un batti e ribatti: si fa una proposta e arriva una controproposta, quindi è difficile fare previsioni sui tempi. Stiamo portando avanti questa operazione da tanto tempo e ci crediamo fortemente, ci sono delle alternative ma siamo concentrati sul piano A. Sono cambiati dei termini rispetto a come ci era stato prospettato l’affare, dunque anche le nostre esigenze sono mutate: ora dobbiamo capire fino a che punto spingerci, cercando sempre di portare avanti le linee guida del club. Ovviamente l’obiettivo è di arrivare ad una soluzione positiva».
Volti nuovi e grandi assenti – «Van Hooijdonk è giovane, è arrivato a parametro zero dalla Serie B olandese e non dobbiamo caricarlo di aspettative esagerate: deve migliorare, ma si è inserito bene e ha tanta voglia di lavorare. Bonifazi invece è un giocatore più consolidato e si sta già integrando perfettamente all’interno di un gruppo molto unito. Abbiamo preso anche Bardi come secondo portiere in sostituzione di Ravaglia, e non va dimenticato che al momento ci mancano sette giocatori che per noi sono titolari, tra Barrow che ha avuto il COVID e tutti gli altri che devono rientrare dopo gli impegni con le rispettive Nazionali».
Abbassare gli ingaggi nel calcio – «Bisognerebbe tarare i livelli, perché le big hanno parametri diversi rispetto alle medio-piccole. Un club del nostro livello ha parecchia concorrenza: ci sono circa dieci squadre simili a noi, e con le sette grandi i posti per la parte sinistra sono pochi. Anche sul mercato esiste una forte competizione e quindi i costi salgono, purtroppo il sistema non è ben strutturato per contenerli. Si potrebbe magari comporre gli organici con un numero limitato di giocatori esperti, mettendo al loro fianco ragazzi giovani con ingaggi più bassi».
Gollini, intuizione giusta – «Al Verona lo abbiamo fatto esordire in Serie A perché in Pierluigi vedevamo delle grosse qualità, sapevamo avrebbe fatto strada: sono contento per lui».
L’acquisto più difficile – «Mi ricordo che acquistare Ghoulam non fu per nulla semplice, ma direi Cavani. Passammo una notte insieme a Mazzarri in attesa dei fax dall’Uruguay, in un periodo in cui le email non erano ancora così frequenti: eravamo in un albergo di montagna e ad un tratto il fax si è inceppato…».
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