Lunedì sera Dario Canovi, storico agente di Thiago Motta (ora assistito principalmente dal figlio Alessandro), è stato ospite della trasmissione QSVS su Telelombardia, rispondendo a numerose domande sul presente e sul futuro dell’allenatore del Bologna. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le sue dichiarazioni.
Conta solo il presente – «Thiago è concentrato sulla gara contro il Verona ed è quello che letteralmente fa, non è un uomo che ama guardare al futuro: è pragmatico e molto intelligente, e anche il suo domani dipenderà dalla prossima partita. Per Motta è un grande orgoglio quello che sta succedendo, nessuno lo poteva prevedere tranne il sottoscritto: io avevo scommesso sul Bologna in Europa, dopo quanto fatto l’anno scorso ero certo di un ulteriore miglioramento».
Bologna ancora in corsa – «Un top club? Lui ha giocato in squadre importanti come Inter, Barcellona e PSG ed è abituato a questo clima, ad un certo tipo di mentalità: sa come un allenatore deve agire e comportarsi coi grandi calciatori, quando arriverà quel momento non avrà problemi. In parecchi lo stimano, sono i risultati a creare questa attenzione. Ancora al Bologna? Non escludo affatto che possa rimanere, non penso che abbia chiuso all’idea di restare lì: dovrà decidere al momento giusto e dipenderà da mille circostanze».
Carattere e ambizione – «Oggi Motta deve rimanere concentrato sul Bologna per ottenere il miglior risultato possibile. Lui non sta pensando a ciò che potrebbe avvenire tra due mesi, sa di poter decidere il suo futuro in tranquillità e le offerte tra Italia ed estero non mancheranno. Si potrebbe, per esempio, rifiutare il Real Madrid? Se un allenatore è ambizioso, e Thiago lo è, diventa difficile dire di no a certe chiamate, ma dipenderà anche dalle circostanze perché Motta è uomo di progetto e vuole partecipare alla costruzione di un ciclo. Non è l’allenatore a cui puoi dire “la squadra è questa, allenala”».
Retroscena sullo Spezia – «Pecini (all’epoca d.t. dei liguri, ndr) fece tutto il possibile per licenziarlo, ma non ci riuscì perché i risultati erano buoni e lo spogliatoio non glielo permise: i giocatori reagirono in maniera eccezionale vincendo a Napoli e dimostrando alla società che non volevano l’esonero di Thiago. Pecini aveva già contattato cinque-sei allenatori per rimpiazzarlo e lo fece sapere a tutto il mondo del calcio…».
Foto: Getty Images (via OneFootball)