OPERAZIONE – A seguito dell’esonero di Sinisa Mihajlovic, temporaneamente sostituito in panchina dall’allenatore della Primavera Luca Vigiani, ecco la nuova guida tecnica del Bologna: Thiago Motta, 40 anni compiuti lo scorso 28 agosto, si è legato alla società rossoblù firmando un contratto biennale dopo aver superato, per varie ragioni, la concorrenza di Roberto De Zerbi in primis e Claudio Ranieri in seconda battuta.
CARRIERA DA ALLENATORE – Ritiratosi dal calcio giocato al termine della stagione 2017-2018, Thiago Motta ottiene come primo d’incarico da mister la guida del PSG Under 19: un organico imbottito di ragazzi sottoetà viene condotto al secondo posto nel campionato di categoria e agli ottavi di finale di Youth League, ovvero la Champions League a livello giovanile.
Nel 2019 lascia Parigi e fa ritorno in Italia per proseguire la propria formazione calcistica al Centro Tecnico Federale di Coverciano, ovviamente al fine di conseguire il patentino UEFA Pro, frequentando il Master insieme a (tra gli altri) Andrea Pirlo e Vincenzo Italiano.
A metà settembre 2020 sostiene la prova, ottenendo così l’agognato titolo: la prima esperienza coi ‘grandi’ non tarda ad arrivare poiché ad ottobre dello stesso anno Enrico Preziosi lo chiama alla guida del Genoa per sostituire Rolando Maran. L’esperienza al Grifone i non si rivela felice, in quanto nelle 10 gare tra Serie A e Coppa Italia ottiene 2 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte, debuttando con un successo interno per 3-1 contro il Brescia e salutando a fine dicembre dopo uno 0-4 rimediato a Milano contro l’Inter (al suo posto, manco a dirlo, arriva Davide Ballardini).
Nel luglio 2021 il ritorno in Liguria, stavolta allo Spezia: la panchina bianconera si libera per via dell’addio di Vincenzo Italiano, approdato a Firenze, e Motta si ritrova così catapultato in una realtà con la rosa più giovane dell’intero campionato (23,6 anni l’età media), per di più impossibilitato ad operare in entrata nella sessione invernale di mercato, alla luce del verdetto della Commissione Disciplinare FIFA circa le note vicende legate al trasferimento internazionale e al tesseramento di calciatori di età inferiore ai 18 anni.
La stagione di Thiago Motta, traballante a livello di risultati nella prima parte con più di qualche rumors legato ad un possibile esonero a fine 2021, ottiene una svolta nell’anno nuovo e nel girone di ritorno: lo Spezia ipoteca di fatto la salvezza già ad aprile e la certifica matematicamente a novanta minuti dalla fine, chiudendo l’annata al 16° posto con uno score di 10 vittorie, 6 pareggi e 22 sconfitte per un totale di 36 punti.
Una salvezza ottenuta con una delle rose dal valore più basso dell’intero massimo campionato e assolutamente legittimata dai numeri: tutti ricordiamo la vittoria di Napoli, fortunosa per come si è sviluppata l’intera gara, e quella contro il Milan causata da un grave errore arbitrale del signor Serra, ma lo Spezia ha chiuso la stagione 2021-2022 con 37,96 expected points (per rendere l’idea, il Bologna non ha fatto tanto di meglio, chiudendo a 43,88), ovvero raccogliendo meno di quanto realmente prodotto dalle prestazioni sul campo. Curiosamente, anche nella classifica virtuale generata dagli XP lo Spezia avrebbe chiuso al 16° posto, garantendosi la permanenza in categoria.
Il rapporto col club bianconero si conclude ufficialmente a fine giugno, quando le parti si accordano per una risoluzione del contratto ancora in essere: per Motta si accendono addirittura le sirene provenienti da Parigi, stando ad alcune indiscrezioni che iniziano a circolare in Francia, ma l’allontanamento di Leonardo dalla posizione di d.s. del club francese pone fine a tale ipotesi.
QUALE CALCIO ASPETTARSI – Una carriera da allenatore così giovane, difficilmente può fornire indicazioni precise sui dettami tecnico-tattici del mister italo-brasiliano (nato a São Bernardo do Campo, come l’ex portiere rossoblù Angelo Da Costa, e naturalizzato italiano grazie alle origini del padre Carlo Roberto). Proveremo dunque a prendere spunto proprio dall’elaborato della sua tesi per vedere in termini teorici quale calcio predilige Thiago Motta, soffermandoci poi a livello pratico sull’esperienza di La Spezia, ovviamente la più duratura e dunque la più significativa.
Motta, nell’elaborato con cui si è abilitato al Master UEFA Pro, dichiara di ispirarsi ad un calcio fatto di verticalizzazioni manovrate, veloci ed interne in fase di possesso e contro-pressing alto in fase di non possesso, volto appunto al recupero più rapido possibile del pallone. Idee di calcio probabilmente ispirate dalle sue esperienze da calciatore, in particolare quelle vissute con Gian Piero Gasperini ai tempi del Genoa e con José Mourinho all’Inter.
La stagione di La Spezia racconta invece di un calcio camaleontico, a livello sia di disposizione in campo che di principi e atteggiamenti adottati nel corso delle gare: probabilmente una scelta dovuta al materiale tecnico a disposizione, non proprio eccelso, che ha costretto Thiago a cambiare costantemente per ottenere quella che all’inizio pareva una mezza utopia.
Nel corso del campionato 2021-2022 è passato attraverso l’utilizzo di tre moduli: inizio col 3-5-2, quindi passaggio al 4-3-3 e finale col 4-2-3-1, tendendo alla difesa uomo contro uomo in prima pressione per poi passare ad un 4-4-1-1 a livello di difesa posizionale. In uscita, di solito, Thiago Motta abbassa un centrocampista sulla linea dei difensori centrali e alza i due esterni difesa, impostando dunque 4-2 e poi restando 3-1.
Qui a Bologna, grazie ad una rosa dal tasso tecnico superiore rispetto a quelle gestite al Genoa e allo Spezia, sarà interessante valutare quanto Motta cercherà di perseguire i suddetti principi di gioco.
IN CONCLUSIONE – Una volta sfumato Roberto De Zerbi, la scelta tra Claudio Ranieri e Thiago Motta delineava due direzioni diametralmente opposte: quella legata al tecnico romano, più a breve termine e di fatto volta a dare immediate sicurezze ad ambiente e squadra, e quella di medio-lungo periodo incarnata dall’italo-brasiliano, in rampa di lancio e desideroso di fare un passo in avanti nella propria carriera da mister.
E chissà che Thiago Motta non possa essere proprio l’allenatore in grado di rappresentare il frutto di un circolo virtuoso, costituito alla base da un d.t. col potere di indirizzare l’area sportiva, dando al Bologna un indirizzo calcistico preciso e una guida, appunto lo stesso Motta, in grado di portarlo avanti per diversi anni.
Riccardo Rimondi
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Foto: Getty Images (via OneFootball)