Ilic, Castro, Odgaard. Per mezza Serie A questo potrebbe già essere il nocciolo di un intero calciomercato estivo. Per il Bologna, invece, è stata ‘solo’ la sessione invernale, con un’esposizione – da qui ai prossimi anni – di quasi 20 milioni di euro (ammesso e non concesso che Odgaard venga riscattato dall’AZ Alkmaar). Ogni volta che serpeggia inconsciamente il sospetto che Saputo si stia stancando di essere proprietario del BFC, si viene puntualmente smentiti da tornate di mercato del genere. Altro che presidenza rinunciataria, altro che disinvestire: dal Canada è arrivato un altro segnale eloquente su quello che il club rossoblù, a passi impercettibilmente lenti ma costanti, vuol diventare.
Se a cogliere questo segnale sarà anche Motta, non è dato sapere. Il dato oggettivo è che la squadra non soltanto non è stata depauperata, ma persino rinforzata, sia nel breve che nel lungo termine. Paradossalmente, ora al Bologna si stanno accumulando numerosi esuberi eccellenti, che Thiago dovrà esser bravo a saper gestire, nel tentativo – non scontato – di rimetterli in pista. Karlsson è il primo della lista, il più urgente. Ma anche El Azzouzi, di ritorno dalla Coppa d’Africa, aspetta di uscire dalla crisalide.
Sommando gli impegni presi in luglio e agosto (comprensivi di prestiti riscattati), tra estate e inverno il Bologna ha già movimentato una cifra prossima ai 70 milioni di euro. I soldi, da soli, non sono un sintomo di predestinazione all’Europa. Ma senza quelli, di sicuro, non è nemmeno concepibile farci un pensiero.
Luca Baccolini
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