La conferenza stampa andata in scena oggi pomeriggio al centro sportivo di Valles, con protagonista Marko Arnautovic, era senza dubbio la più attesa dell’intero ritiro estivo. Il centravanti del Bologna è tornato a parlare e di fatto, voci di mercato a parte, non si è sottratto a nessuna domanda, facendo chiarezza su tutti i temi di cui si è tanto (o meglio troppo) discusso negli ultimi mesi e guardando con ottimismo al prossimo futuro. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni del numero 9 austriaco, arrivato alla sua terza stagione in maglia rossoblù.
Un infortunio chiacchierato – «Dopo che ho detto quelle cose in Austria sarebbe stato normale parlarne per tre giorni, invece si è andati avanti per settimane e questo non va bene. Mi sono arrivati persino messaggi dai miei familiari in cui mi chiedevano come stessi, così ho deciso di pubblicare un messaggio social. Forse è meglio che non dica più nulla sulle mie condizioni… Qui a Bologna sono un calciatore come gli altri, non mi sento assolutamente una star e l’infortunio è stato davvero lungo e fastidioso: alla fine sono rientrato, sì, ma non stavo del tutto bene anche quando facevo gol. Quando ho risposto a quelle domande il mio piede non era al 100%, ma nelle tre settimane successive ho lavorato col mio fisioterapista e ora è migliorato: sono pronto».
Nessun problema con Motta – «Lo stesso mister ne ha parlato una volta in conferenza stampa e posso ribadirlo: io con Motta sto bene, ci confrontiamo spesso sulle cose utili in campo, lui è abituato a parlare e a spiegare tanto. Poi magari non usciamo per fare aperitivo assieme (sorride, ndr), ma questo vale per ogni altro giocatore qui. Al campo stiamo benissimo ed è ciò che conta, è il rapporto perfetto fra me e lui».
Richieste specifiche – «Motta ci dice sempre che gli attaccanti devono stare larghi così i centrocampisti hanno più spazio, ma per noi non è una cosa strana, ci aiuta e la proviamo tutti i giorni. Anche io a 34 anni continuo ad imparare, e questo al mister fa piacere».
Possibilità Milan sfumata – «Non parliamo di mercato, non è il mio mestiere e non mi piace. Sono un calciatore e per rispetto non voglio parlare di queste cose, se ne occupa mio fratello».
Eh già, sono ancora qua – «Ho altri due anni di contratto e ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, sono contento qui. Il calcio è strano, si cambia da un giorno all’altro e si parla di tutti questi segnali di mercato: «Arna resta, Arna va via», ma io sono qua. Non ho parlato con nessuno, non ho parlato con altre squadre, sono felice di essere a Bologna».
Enigma Barrow – «Quando sono arrivato, Musa mi è stato ‘affiancato’, io ci parlo tanto e gli dico sempre che è un grande giocatore con ottime qualità. E poi è una persona incredibile, è gentile e carino. Le doti non gli mancano: velocità, uno contro uno, tiro, tutto, penso però che in qualche situazione gli manchi un po’ di mentalità, dev’essere più cattivo. Se lui esplode, e lo spero, diventerà un grandissimo calciatore».
Traguardi stagionali – «Non so indicare il nostro obiettivo, lo scopo primario è giocare bene. Quanto a me spero nella salute, quello è il fattore numero uno per poter aiutare al meglio la squadra».
Ragazzi di personalità – «La rosa contiene il giusto mix di giovani e veterani, e va bene così. Dominguez è ancora giovane ma si è preso la responsabilità di fare il capitano, e lo stesso discorso vale per Schouten. In generale qui ci sono diversi ragazzi con tanta autostima».
Zirkzee scalpita – «Joshua è un altro grande talento, è giovane ed è normale che voglia giocare. È chiaro che quando sto bene voglio giocare pure io e lo dimostro, ma sono convinto che pure lui possa emergere».
Posch sugli scudi – «Quanti gol ha fatto Stefan? Sei? Numero uno (ride, ndr). In Serie A non è affatto semplice mostrare fin da subito il proprio valore. All’inizio era un po’ dubbioso, poi ha iniziato a giocare e ha acquisito fiducia: ha fatto una stagione incredibile e merita di stare nella Top 11 del campionato».
Mihajlovic come un padre – «Per me è sempre difficile parlare di Sinisa… Sono stato in vacanza in Serbia e al mio villaggio tutti mi hanno fatto domande: ho raccontato chi era, un uomo davvero speciale. Personalmente, dopo mio papà e mia mamma arriva lui».
Sabatini ma non solo – «Quando Walter mi chiama, mi insulta in modo benevolo (ride, ndr). Lo ringrazio ancora e non dimentico quanto fatto anche da Fenucci e Saputo, che hanno lavorato a lungo per portami qui, li rispetto tanto».
Tra un mese si comincia – «Andiamo avanti ad allenarci e… forza Bologna! Ci vediamo in campo per la Coppa Italia e poi contro il Milan, vediamo cosa succede…».