In tarda mattinata a Casteldebole è stato presentato ufficialmente alla stampa Riccardo Calafiori, acquistato dal Bologna il 31 agosto. Il ragazzo romano, 21 anni compiuti a maggio, è stato prelevato dal Basilea a titolo definitivo per 4 milioni di euro più bonus, e sulla fascia sinistra difensiva si giocherà il posto con l’altro volto nuovo Victor Kristiansen, potendo però fungere anche da vice Lucumí al centro. Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni del classe 2002 di scuola Roma, anticipate da quelle del d.s. Marco Di Vaio.
Introduzione di Di Vaio – «Riccardo lo conoscete tutti, alla Roma si era messo in mostra e imposto prima che un brutto infortunio lo fermasse. L’anno scorso è stato uno dei motivi dei nostri tanti viaggi a Basilea, insieme ad altri suoi compagni, via via si è evoluto anche come difensore centrale dimostrando una crescita in termini di duttilità. In estate si sono create le condizioni per un investimento importante su di lui, crediamo nelle sue potenzialità e siamo sicuri che rappresenterà il futuro del nostro club: è uno dei giocatori italiani di grande prospettiva e siamo molto contenti che sia arrivato».
Solo un anno a Basilea – «Ritengo giusta la mia scelta di andare a giocare nel Basilea, in quanto club europeo che disputava le coppe. Tuttavia negli ultimi mesi, al contrario di quello che ci era stato prospettato, sono stati ceduti tanti giocatori, così dentro di me è nata la voglia di cambiare aria e tornare in Italia».
Primo impatto con Thiago – «Motta mi è parso una brava persona e sono convinto che possa diventare un grande allenatore. Io sono pronto a cogliere tutto quello che mi dirà per imparare e trovare spazio».
Ruolo chiave nello scacchiere – «Il fatto che qui Cambiaso sia cresciuto tanto nel ruolo di terzino sinistro ha sicuramente influito sulla mia scelta. Comunque mi trovo bene anche a fare il centrale, l’importante per me è giocare e migliorare».
Riecco Ndoye – «Dan è un grandissimo giocatore e un bravissimo ragazzo, a Basilea ci siamo trovati benissimo insieme e adesso sono io che potrò dargli una mano ad ambientarsi in Italia, anche se ho già visto che non ha avuto grossi problemi».
Convinzione reciproca – «Ho capito subito che l’interesse del Bologna era concreto, poi la trattativa non é stata semplicissima ma l’importante è essere arrivato qui».
Ricordi di José – «Mourinho è un mister che ti trasmette tanto carisma, sa tenere sempre unito il gruppo e batte molto sul tasto della concentrazione in campo».
Punti di riferimento – «A livello di ruolo ho tanti modelli e idoli, come persona e giocatore in generale non possono non nominare Daniele De Rossi».
Pro e contro – «Devo migliorare sotto ogni aspetto e lavoro sodo ogni giorno per riuscirci. Riguardo al mio principale pregio, direi la forza fisica ma anche la fase offensiva».
Un Bologna che affascina – «Di questa squadra mi ha colpito la tranquillità nel possesso palla, la volontà di tenere sempre in mano le redini della partita e la capacità di rimontare».
Di nuovo in Serie A – «Mi sento di non aver dimostrato a pieno il mio valore e quello che posso dare in campo, e qui a Bologna sono convinto di poter fare bene».
Parola d’ordine: duttilità – «Per il momento il mister mi ha solo detto che mi vede bene in entrambi i ruoli. Come centrale ho giocato a quattro ma più a tre, comunque non ho problemi ad adattarmi».
Piccola colonia elvetica – «Gli svizzeri sono dediti al lavoro e simpatici: Dan lo conoscevo già, Aebischer e Freuler li sto conoscendo adesso».
Già due esperienze toste – «Non sempre è positivo cominciare a 18 anni in una piazza come Roma. In seguito a Basilea ho ritrovato continuità e ora mi sento più preparato».
Testa sul presente – «Io e il Bologna siamo stati vicini più volte nel recente passato, mentre per quanto riguarda un eventuale ritorno a Roma non è un mio obiettivo al momento, penso solo a fare bene qui».
In tanti a sinistra – «Il mister ci fa stare tutti sul pezzo: come detto, conosco bene le mie qualità e punto a trovare più spazio possibile, non tempo la concorrenza perché so che fa parte del gioco».
De Silvestri fratello maggiore – «Lollo mi ha abbracciato fin dal primo giorno, è stato felice di accogliere in squadra un altro romano: è un ragazzo d’oro, mi sta aiutando sia dentro che fuori dal campo».
Un giovane veterano – «Mi sento in rampa di lancio perché in Serie A avevo fatto solo una stagione e mezza con poche presenze, sono consapevole di dover dimostrare ancora molto. Ma nonostante i miei 21 anni, a livello calcistico non mi sento così giovane».
Primo sguardo ai compagni – «È ancora presto per dare giudizi, ma quello che penso abbia più qualità è Zirkzee: spero riesca a tirarle fuori tutte e a fare un campionato importante».
Maestri importanti – «Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato tanto: Mourinho mi ha insegnato parecchie cose sul piano caratteriale, di Fonseca apprezzavo in particolare la tranquillità che sapeva trasmettermi, e anche i due con cui ho lavorato a Basilea (Frei e Vogel, ndr) erano molto preparati».
Numero di maglia – «Ho scelto il 33 perché il 3 è il mio numero preferito ma qui era già occupato (da Posch, ndr), poi l’ho indossato anche a Basilea ed è andata bene, mi ha portato fortuna. La 16 di De Rossi ce l’ho sempre in testa ma non è obbligatorio prenderla».
Condizione al top – «A livello fisico sto veramente benissimo e sono pronto per scendere in campo».