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Cambiaghi: “Tra prestiti e salvezze sono cresciuto, lo dimostrerò qui. Posso segnare di più, sarebbe un onore ricalcare il percorso di Orsolini”

Cambiaghi: "Tra prestiti e salvezze sono cresciuto, lo dimostrerò qui. Posso segnare di più, sarebbe un onore ricalcare il percorso di Orsolini"

Ph. zerocinquantuno.it

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Oggi pomeriggio a Casteldebole è stato presentato alla stampa Nicolò Cambiaghi, terzo acquisto del Bologna in ordine cronologico durante il mercato estivo 2024. L’esterno offensivo nativo di Monza, reduce da due stagioni in prestito all’Empoli con altrettante salvezze conquistate, è arrivato in rossoblù dall’Atalanta per 10 milioni di euro più 2 di bonus e si giocherà il posto coi vari Karlsson, Ndoye e Orsolini. Di seguito, suddivise per temi principali, tutte le dichiarazioni del classe 2000 (consueta maglia numero 28 per lui, ‘soffiata’ a Skorupski che probabilmente indosserà la 1), anticipate da quelle del d.s. Marco Di Vaio.

Introduzione di Di Vaio – «Nicolò in questi anni si è fatto conoscere e non ha bisogno di presentazioni, quando Italiano ci ha fatto il suo nome siamo stati tutti d’accordo: è un giocatore che ci piaceva molto, anche l’anno scorso ci avevamo provato a portarlo qui. Si è calato subito con entusiasmo in questa nuova realtà, pur sapendo che non sarà semplice vista la competizione con gli altri esterni d’attacco. Come abbiamo visto ai recenti Europei, la nostra Nazionale ha bisogno di nuovi innesti: l’operazione è stata pensata e immaginata per far sì che il ragazzo possa compiere lo stesso percorso fatto al Bologna fa Orsolini e arrivare in azzurro, diventando un calciatore completo».

Approccio positivo – «Sto provando delle belle sensazioni, mi sono trovato bene fin da subito con i compagni, l’ambiente e tutta la famiglia rossoblù. Stiamo lavorando forte per metterci a completa disposizione del mister e recepire al meglio i suoi concetti».

Nuovo contesto – «Ho parlato subito con Italiano al mio arrivo, mi ha detto di andare forte e offrire la massima disponibilità. So di essere entrato a far parte di una grande squadra e un grande gruppo, e voglio farmi trovare pronto».

Livello altissimo – «Penso che disputare la Champions League sia il sogno di tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. Di sicuro era un mio sogno e farò di tutto per esserne all’altezza».

Dalla salvezza alla Champions – «Avere questa opportunità è un privilegio. Lottare per la salvezza non è mai facile, anzi dal mio punto di vista è una delle cose più difficili perché ogni palla, ogni azione, può segnare una stagione intera. Sono cresciuto tanto negli ultimi due anni: mi hanno aiutato a crescere, a diventare un uomo e un giocatore più completo, So che ora gli obiettivi saranno diversi, ma mi sono preparato e mi sento pronto».

Tanta pericolosità, pochi gol – «Si può sempre migliorare e io sono consapevole di poter segnare di più. Qui ci sono giocatori di spessore che hanno anche esperienza internazionale, da loro posso prendere spunto e imparare molto».

Consigli preziosi – «Le cose che ti rimangono maggiormente impresse sono quelle che ti dicono i grandi alle prime esperienze, per esempio quando fai il salto dalla Primavera alla Prima Squadra. In quei momenti ti sembrano cose incredibili, specie se dette da giocatori importanti. A Bergamo parlavo molto col ‘Papu’ Gomez, ma la crescita più importante però l’ho fatta ad Empoli: non faccio nomi in particolare, tutte le persone con cui ho condiviso il campo e lo spogliatoio mi hanno aiutato a crescere sotto ogni punto di vista».

Sulle orme di Orsolini – «Per essere un esterno penso che Riccardo sia uno degli italiani che fa più gol, ricalcare il suo percorso sarebbe un onore. Sicuramente prenderò spunto da lui e ci parlerò: un giorno spero di diventare quello che oggi ‘Orso’ rappresenta per il Bologna, e di poter raggiungere la Nazionale».

Finalmente con Sartori – «Il direttore mi ha visto crescere stagione dopo stagione, è vero che sono andato a giocare in prestito ma poi sono tornato alla base, quindi senza dubbio mi ha sempre tenuto sotto controllo. Ora finalmente potrò lavorare con lui in Prima Squadra».

Punti di riferimento – «In assoluto il mio idolo è Messi, ma negli ultimi anni mi sono ispirato a Chiesa. Guardo molto come lavorano gli esterni per trarre ispirazione, e Chiesa è uno di quelli che ho seguito di più, vista anche la sua importanza per la Nazionale».

Prime sedute a Casteldebole – «Ho notato un’intensità altissima, il mister chiede di non farla mai calare. E poi qui sto condividendo il campo con giocatori davvero forti, per quanto mi riguarda il livello si è alzato. In questi primi giorni mi ha impressionato Castro per la fame e la qualità, ma anche Urbanski, che già conoscevo avendolo visto nel campionato Primavera».

Sempre e comunque calcio – «Nel tempo libero guardo tante partite un po’ di tutte le categorie, sia per passione che per studiare gli altri giocatori. Ovviamente quando ne ho la possibilità, perché essendo spesso sul campo il tempo a disposizione non è granché».

Duttilità e umiltà – «Destra o sinistra non importa, e in ogni caso il livello di concorrenza è alto su entrambe la fasce. Karlsson mi ha impressionato per lo spunto, la personalità e il tiro, ma in generale mi stanno piacendo tutti i miei compagni per la qualità che mettono con l’obiettivo di alzare il livello degli allenamenti».

Libertà e coraggio – «La tipologia di gioco e il modulo del mister prevedono molti uno contro uno degli esterni ma anche due contro uno con sovrapposizione dei terzini. In questi primi allenamenti mi sento libero di provare le giocate e anche di sbagliare, perché solo così si acquisisce la giusta confidenza».

Niente debutto con la Dea – «Sono entrato nell’Atalanta a 8 anni e sono arrivato fino alla Primavera, diventando capitano e vincendo due campionati e una Supercoppa di categoria. Sicuramente esordire con quella maglia addosso era una cosa che avrebbero voluto fare tutti, ma penso che ogni giocatore abbia il suo percorso: io forse ero meno pronto rispetto ad altri miei compagni che ce l’hanno fatta, in quel momento era giusto andare a farmi le ossa in Serie B. Non debuttare in Prima Squadra mi è dispiaciuto perché forse qualche spezzone di gara l’avrei potuto fare, ma non è stato mai un problema. Non c’è stata l’occasione e va bene così: sono tornato dai vari prestiti più pronto e lo dimostrerò qui a Bologna».