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Castro: “Storia, tifo pazzesco e una bella squadra, felice di far parte del Bologna. Di Vaio fondamentale nella trattativa, ora studio i suoi gol”

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Questo pomeriggio a Casteldebole si è svolta la presentazione ufficiale di Santiago Castro, secondo acquisto del Bologna nel calciomercato di gennaio dopo Mihajlo Ilic e prima di Jens Odgaard. Il potente e talentuoso centravanti classe 2004, prelevato a titolo definitivo dal Vélez Sarsfield per oltre 10 milioni di euro al termine di una trattativa estenuante, è entrato con grande rispetto ma anche tanta determinazione nel gruppo di Thiago Motta, e la sensazione è che nonostante la forte concorrenza saprà ritagliarsi uno spazio importante da qui a fine campionato. Di seguito tutte le dichiarazioni del nuovo numero 18 felsineo, reduce dalla qualificazione olimpica con la Selección Under 23, anticipate da quelle del d.s. Marco Di Vaio.

Introduzione di Di Vaio – «Santiago ha sposato fin dal principio il progetto del Bologna, nonostante la presenza di altri club su di lui. È molto giovane ma viene da un’annata importante, così abbiamo cercato di anticipare il mercato estivo: ci è costato un po’ di più dal punto di vista delle energie, ma grazie alla sua volontà e al supporto del suo agente siamo riusciti a portarlo qui».

Impatto emozionante – «Seguo il Bologna già da parecchio tempo, anche se cambia tanto vederlo in televisione o dal vivo. Venerdì scorso è stato impressionante vivere la partita al Dall’Ara, godendomi lo stadio e la tifoseria. La gente mi ha accolto benissimo e sono contento di questi primi giorni di lavoro».

Atalanta prima chance – «Dopo il Preolimpico ho continuato ad allenarmi in Argentina e fisicamente sto bene, ora non penso alla convocazione per domenica ma solo a dare il massimo in ogni allenamento. La squadra e l’allenatore mi hanno accolto davvero molto bene e l’impressione che ho avuto è di trovarmi in una famiglia».

Affare non semplice – «Sono venuto a conoscenza dell’interessamento del Bologna verso fine novembre, tramite il mio agente. Fin da quando ho saputo di questi contatti ho manifestato la volontà di venire qui, e per il buon esito della trattativa il direttore Di Vaio è stato fondamentale».

Caratteristiche e potenziale – «Sono una punta centrale, un giocatore potente. Vista la mia giovane età devo ancora migliorare sotto vari aspetti, so di poter crescere molto e ascolto i consigli che mi possono aiutare a colmare i miei limiti».

Lautaro il modello – «Gli attaccanti argentini nominati (Aguero, Alvarez, Martinez, ndr) sono grandi esempi da seguire. Lautaro gioca in Serie A ed è sicuramente uno di quelli a cui mi ispiro di più, anche per quella che è la sua conformazione fisica».

Gestione della concorrenza – «Io lotto prevalentemente con me stesso, quando gli altri attaccanti segnano sono contento e rimango concentrato su come migliorare per aiutare la squadra».

Il calcio nel DNA – «Vengo da Buenos Aires, quartiere San Martín. Mio papà mi ha trasmesso fin da piccolino la passione per il pallone: quando gioco, gioco per lui e la mia famiglia, che mi ha aiutato a superare anche i momenti più difficili. La vittoria del Mondiale 2022? L’ho festeggiata con amici e parenti ma senza esagerare, perché il giorno dopo avevo allenamento (sorride, ndr)».

Super Bologna – «Mi ha colpito in particolare il gioco di squadra, il modo di muovere la palla e di occupare gli spazi, oltre all’intensità che rimane costante per tutta la partita».

Il padrone della 9 – «Zirkzee è un centravanti davvero completo, un giocatore che sa muoversi molto bene spalle alla porta, con ottimi piedi, che fa grande pressione nella fase di non possesso e lavora tanto per la squadra: mi ha impressionato subito».

Soprannome – «’Toto’ è il nomignolo con cui vengo chiamato in famiglia e dagli amici fin da ragazzino, e ha una certa assonanza col soprannome di Lautaro, ‘Toro’».

Nessuna ansia – «La trattativa è stata lunga ma l’ho comunque vissuta bene, ero tranquillo perché parlavo spesso con Di Vaio che mi tranquillizzava su tutto e perché la società Bologna mi è sempre stata vicino».

Tradizione chiama tradizione – «In Argentina e in Sudamerica il Vélez Sarsfield è un club importante, e non è un caso che io abbia scelto proprio il Bologna, un club con una storia prestigiosa».

Un bomber in società – Nel tempo libero mi piace stare con la famiglia, e anche lì dedico molto tempo al calcio: guardo i miei video per capire dove posso migliorare, e anche quelli di altri giocatori: di recente ho esaminato molti filmati con i gol di Marco (sorride, ndr)».

Primi passi in città – «Il centro di Bologna è molto affascinante, ciò che mi ha impressionato di più sono i monumenti. Per il momento, anche in quel senso, l’impressione è molto positiva».