Prima conferenza stampa per il Bologna nel ritiro precampionato di Valles 2024, oggi pomeriggio presso il media center adiacente ai campi sportivi, e a presentarsi davanti a microfoni e taccuini è stato come un anno fa Lorenzo De Silvestri. Il terzino destro classe 1988, capitano de facto della squadra e reduce da una stagione fatta di 17 presenze e 2 gol decisivi, ha da poco rinnovato fino al 30 giugno 2025 e proseguirà per almeno un altro anno la sua avventura col club felsineo, iniziata nel settembre 2020. Di seguito tutte le dichiarazioni rilasciate dal numero 29, che viaggia spedito verso i 100 gettoni in maglia rossoblù (è a quota 95) e tornerà a disputare la Champions League a distanza di quattordici anni dall’ultima volta.
Lollo non molla – «Sono davvero contento di cominciare la mia quinta stagione con la maglia del Bologna, squadra nella quale ho militato di più in assoluto, ne vado orgoglioso specie per il legame che si è creato con la città. Tutto ciò mi rende felice e sereno, e accresce la mia voglia di lavorare: lo scorso campionato ci ha donato un forte senso di unione, e questo elemento può essere un ottimo punto di partenza».
Lavori in corso – «Ci saranno cambiamenti e adattamenti, ma del resto il mondo del calcio è così. Mi rassicura il lavoro svolto negli ultimi anni dalla società, adesso chi sbarca a Bologna sa già dove arriva e come si deve comportare. La Champions League è una grossa novità ma un giocatore deve appunto sapersi adattare: il club è entrato in Europa dalla porta principale e questo è un aspetto positivo che può portare solo cose buone».
Traguardi stagionali – «Personalmente le cento presenze col Bologna sono un sogno ma anche un obiettivo concreto che mi dà la carica ogni giorno, mi spinge ad essere un buon esempio per i miei compagni. La Champions non può e non deve essere un peso: è un’ulteriore motivazione che ti fa allenare col massimo della voglia, e nel contempo un enorme orgoglio».
Restare in alto – «Anche l’anno scorso venivamo da una stagione importante e sembrava difficile ripetersi, invece poi è stato un crescendo costante. Quest’anno ci saranno tante partite e avremo bisogno di tutti: incontreremo delle difficoltà, come normale che sia, ma siamo un gruppo forte e affamato: i giovani sono migliorati e hanno una voglia matta di confrontarsi coi grandi d’Europa».
Leader vecchi e nuovi – «Non mi piace parlare dei singoli, ma sicuramente Orsolini e Skorupski mi hanno sempre aiutato molto nella gestione dello spogliatoio, così come la società: chi ci permette di lavorare in questo modo è riuscito a creare una filosofia vincente. Anche gli acquisti fatti la scorsa estate hanno contribuito in termini di personalità, via via sono diventati uomini squadra e l’hanno dimostrato. Ma per noi non è stata una sorpresa, perché vedendoli all’opera quotidianamente lo sapevamo».
Italiano, ottime sensazioni – «Siamo solo all’inizio, ma ho trovato un allenatore carico e desideroso di esprimere i propri concetti. Noi partiamo da un’ottima base di gioco e man mano apprendiamo: il mister sarà un valore aggiunto per aiutarci nell’affrontare partite ogni tre giorni, vista l’esperienza europea maturata a Firenze. Un po’ alla volta ci stiamo conoscendo ma la sua voglia e l’intensità degli allenamenti mi hanno colpito molto, così come le tattiche, in particolare la partenza dal basso. Lo staff tecnico precedente ci ha fatto crescere in maniera importante, sono sicuro che Italiano ci farà compiere un ulteriore salto di qualità».
Hummels in arrivo? – «Grazie a lui potrei migliorare il mio tedesco (ride, ndr). Battute a parte, parliamo di un grandissimo calciatore ma non so altro».
Favorire l’ambientamento – «We are one è ciò che ripeto più spesso, è realmente il nostro motto, così come la parola ‘famiglia’: nella scorsa stagione credo si sia capito dalle esultanze di gruppo e dalla carica con cui entravano in campo i sostituti. Sono cose che fanno la differenza e non sono certo che i ragazzi che sono nel Bologna già da qualche tempo mi aiuteranno per battere forte su questi aspetto coi nuovi arrivati».
Esperto di Champions – «I grandi campioni fanno la differenza grazie alla mentalità: bisogna farsi sempre trovare pronti, contro chiunque e ovunque, in tutti gli stadi. E la pressione di giocare ogni tre giorni va gestita. Si possono trovare calciatori forti tecnicamente anche nelle categorie inferiori, ma è la mentalità che fa la differenza. Della Champions conservo ricordi bellissimi, sia con la Lazio che con la Fiorentina, anche se alcuni un po’ amari: ho vissuto notti bellissime, magari prese anche con un pizzico di incoscienza e leggerezza, avere un gruppo prevalentemente giovane non è affatto un male. Qui a Bologna è stato fatto un lavoro importante e adesso bisogna seguirne la scia e raccogliere i frutti. Certi ragazzi sono più maturi dell’età che hanno, sono ottimi professionisti e anche sul piano mentale saranno all’altezza della situazione».
Motivazioni e rapporto con l’allenatore – «Per riuscire a rimanere ad alti livelli svolgo un grande lavoro mentale su me stesso, cosa che mi aiuta a tutto tondo e mi porta a crearmi obiettivi sempre nuovi. Quanto al mister, ci parlo tutti i giorni anche sulle disposizioni tattiche: mi sembra una persona che cerca il confronto, la ritengo cosa molto positiva e importante sia per noi che per lui».