Prima conferenza stampa per il Bologna nel ritiro estivo di Valles 2023, oggi pomeriggio al Fußballplatz, e a presentarsi davanti a microfoni e taccuini è stato Lorenzo De Silvestri. Il terzino destro classe 1988, reduce da una stagione vissuta alle spalle del sorprendente Stefan Posch, ha da poco rinnovato il suo contratto e proseguirà per almeno un altro anno la sua avventura col club rossoblù, iniziata nel settembre 2020 sotto la guida dell’indimenticato Sinisa Mihajlovic. Di seguito tutte le dichiarazioni rilasciate dal numero 29, che come di consueto ha dimostrato di avere il polso della situazione e le idee molto chiare.
Fresco di rinnovo – «La mia permanenza qui è stata alimentata dalla voglia, dagli allenamenti, dalle partite e dallo stare in gruppo. Inizia la quarta stagione con questi colori e sono contento, ne vado orgoglioso: mi trovo benissimo sia a Casteldebole che in città e ho molto chiaro quello che voglio per il mio futuro. Nella scorsa stagione il mister ha fatto le sue scelte, ma quando c’è stato bisogno di me ho fornito le risposte che cercava, in campo ma anche all’interno del gruppo: nei momenti importanti noi veterani ci siamo sempre stati».
La scrivania può attendere – «Mi sono sempre allenato forte, ero consapevole del mio ruolo ma volevo giocare e ci tenevo a far vedere di essere in forma. La gioia più grande l’ho avvertita grazie all’unità del gruppo, quella che si è vista in occasione del mio gol 2-2 contro il Napoli. Mi sento assolutamente un giocatore e l’anno scorso i miei dati erano importanti in relazione alla mia età anagrafica: se dovessi rimanere su quei livelli potrei andare per un’altra stagione ancora, perché vado a Casteldebole ad allenarmi volentieri. Non ci sono in ballo altre soluzioni oltre a quelle di campo, e appunto non è detto che questo sia il mio ultimo campionato da calciatore. Ho ben chiaro cosa fare una volta che smetterò, ma ci penserò più avanti: vorrei che il Bologna diventasse la squadra in cui ho militato di più, servirebbe un altro anno».
Sana competizione – «Posch ha disputato una grandissima stagione e si è meritato la stima di tutto l’ambiente, anche perché è un ragazzo a posto. Quando avrà bisogno di rifiatare io ci sarò, il mio obiettivo è tenere sempre alto il livello degli allenamento e di mettere in difficoltà l’allenatore».
Tutti con Thiago – «Quella tracciata da Motta è assolutamente la strada giusta da seguire, parlano i risultati: abbiamo fatto il record di punti e ottenuto diverse vittorie importanti soprattutto in casa, proponendo sempre un bel gioco. Il mister, poi, è riuscito a coinvolgere i giovani e farli maturare. Ci conosciamo già bene e abbiamo una precisa identità, credo che questo sia un punto a nostro favore, è vero che ormai ci conoscono anche gli altri ma apprezzo il fatto di voler dominare le partite tramite il possesso, anche rischiando qualcosa».
L’obiettivo è ripetersi – «Vogliamo continuare così, elevare ulteriormente il nostro livello e continuare a far divertire il pubblico. Non va dimenticato quanto fatto l’anno scorso, mi riferisco in particolare al modo di affrontare le partite e alla simbiosi che si è creata con l’ambiente, l’ultimo periodo è stato bellissimo: si è creato qualcosa che vorrei proseguisse, anche perché nella nostra fascia il livello si è alzato tantissimo e bisogna alzare le prestazioni».
Dominguez e Orsolini nicchiano – «Quando si tratta di questioni personali non mi sento di dare consigli, ognuno deve fare le opportune valutazioni. Ho un bellissimo rapporto con entrambi, sono ragazzi perbene, si confidano con me e io ci parlo volentieri. La decisione finale, però, spetta solo a loro e agli agenti».
Fascia vacante – «Io capitano? Bella domanda, di sicuro sono il giocatore più esperto (sorride, ndr). L’anno scorso la fascia è girata spesso, e comunque c’era Soriano: a tal proposito ci tengo a salutare e ringraziare coloro che sono andati via a scadenza, li abbraccio pubblicamente».
Mihajlovic nel cuore – «A Sinisa ho pensato soprattutto quando siamo saliti in pullman, mi è venuto in mente il primo giorno di ritiro a Casteldebole l’anno scorso, quando era in un momento difficile ma voleva essere lì con noi: la sua semplice presenza su una sedia, nonostante il caldo, ci diede una grande forza. Non me lo scorderò mai. È il mio primo ritiro senza il mister e avrò sempre un pensiero per lui e i suoi cari. Arianna e i figli sono costantemente nei nostri cuori, li sento spesso e so che sono una famiglia molto forte: gli auguro ogni bene».