Questa mattina a Casteldebole è stato presentato alla stampa Martin Erlic, quinto acquisto del Bologna in ordine cronologico durante il mercato estivo 2024. Il difensore croato, in Italia ormai da un decennio, è stato prelevato dal Sassuolo per 7 milioni di euro più bonus con un’operazione improvvisa, e domenica contro l’Udinese esordirà subito da titolare in maglia rossoblù vista l’assenza di Lucumí e le difficoltà nel reperire un altro centrale. Il classe 1998, però, non teme la pressione e la concorrenza, e farà di tutto per scalare le gerarchie di un tecnico, Vincenzo Italiano, che conosce bene avendo già lavorato con lui allo Spezia. Di seguito, suddivise per temi principali, tutte le dichiarazioni del nuovo numero 5 felsineo anticipate da quelle del direttore sportivo Marco Di Vaio.
Introduzione di Di Vaio – «Martin lo conoscete tutti molto bene perché gioca in Serie A da diversi anni, non ha bisogno di presentazioni. Ha già lavorato con mister Italiano e questo è stato un fattore importante al momento della scelta, un grosso vantaggio. Ha disputato un Mondiale ed un Europeo, è un giocatore internazionale che aveva su di sé l’attenzione di tanti club. Arriva da una stagione sfortunata col Sassuolo e ora ha voglia di rivalsa per tornare sui livelli precedenti, e in tal senso ha visto nel Bologna una grande opportunità. Gli auguriamo di riuscirci qui, imponendosi nella nostra squadra».
Acquisto improvviso – «La trattativa si è sviluppata molto velocemente, non appena ho parlato col mio agente dopo aver saputo del Bologna non ci ho pensato tanto. Giocare la Champions League è il sogno di ogni calciatore, cercherò di dare il massimo e aiutare la squadra senza farmi sfuggire questa splendida occasione».
Di nuovo insieme a Italiano – «Conosco già il mister e il suo calcio, ciò però non vuol dire che io sia già a posto: devo dare il massimo ogni giorno perché il gruppo è forte e ogni giocatore spinge al massimo per guadagnarsi il posto. Questo mi darà forti motivazioni per lavorare al top e fare del mio meglio. Italiano propone un bel gioco, molto verticale, e tiene svegli tutti i componenti della rosa: tutti possono avere una chance, giovani ed esperti».
Secondo croato – «Ho sentito Moro subito dopo aver concluso la telefonata col mio agente, era contentissimo. Col mister invece ho parlato solo in seguito, perché è successo tutto molto velocemente. Come detto, mi fa davvero piacere ritrovarlo, è molto carico: mi piace il suo temperamento, riesce a tirar fuori il meglio di te».
Anche con Thiago allo Spezia – «Sia Motta che Italiano propongono un calcio moderno, quello di Italiano come detto è più verticale e aggressivo. Qui nel Bologna ho trovato un ottimo gruppo e sono stato accolto benissimo, è un piacere lavorare in un ambiente sano.
Beukema punto di riferimento – «Sam è un grande leader, durante le partite aiuta molto l’intero reparto, è uno di quelli che quando serve alza la voce: sono felice di poter lavorare con giocatori così».
Sassuolo in B – «Purtroppo nella scorsa stagione ci siamo complicati la vita da soli. Magari non eravamo abituati a stare nelle zone basse, e quando entri in quel tunnel è difficile uscirne, la palla pesava sempre di più. Avevamo qualità, poi abbiamo commesso tanti errori e si anche fatto male Berardi, il nostro miglior giocatore. Quando sei un po’ superficiale e gli avversari hanno più fame e voglia, alla fine soccombi, retrocedi e butti undici anni di Serie A. Dentro di me c’è ancora tanta rabbia e voglio trasformarla in energia positiva».
L’esordio si avvicina – «Abbiamo ancora qualche giorno per preparare al meglio la gara. L’Udinese è un’avversaria tosta, ma giocheremo in casa nostra e vogliamo partire col piede giusto. Sono sicuro che sarà una bella partita e cercheremo di dare il nostro massimo».
In Italia dal 2014 – «Considero l’Italia la mia seconda casa, la sento così, questo Paese mi ha dato tanto. Sono fiero di avere numerosi amici italiani, qui si vive veramente bene. Bologna? Vista la vicinanza con Sassuolo mi era già capitato di visitarla, e posso dire che è una bellissima città».
Qualità e aspetti da rivedere – «Penso che il mio punto forte sia la marcatura sull’uomo, ma il mister chiede tanto che i difensori centrali impostino, e negli ultimi due anni a Sassuolo non l’ho fatto quanto in precedenza con Italiano e Motta. Di sicuro posso e devo migliorare, perché il calcio moderno va in quella direzione».
Solidità da confermare – «Ho sempre pensato che la fase difensiva parta dagli attaccanti, è fondamentale che tutti vi prendano parte. E poi, senza dubbio, ci vogliono tanta comunicazione e attenzione».