Oggi pomeriggio a Casteldebole è stato presentato alla stampa Giovanni Fabbian, quarto acquisto del Bologna in questo calciomercato estivo 2023. Il centrocampista veneto, talento emergente del calcio italiano, è stato prelevato dall’Inter per 5 milioni di euro dopo una stagione da protagonista in Serie B alla Reggina (37 partite e 8 gol), e verosimilmente nelle gerarchie di Thiago Motta sarà il vice Ferguson. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni del classe 2003 (maglia numero 80 per lui), anticipate da quelle del d.s. Marco Di Vaio.
Introduzione di Di Vaio – «Giovanni è facile da presentare, parliamo forse del miglior centrocampista della scorsa Serie B. L’abbiamo cercato prima della trattativa tra Inter e Udinese, poi ci siamo inseriti riallacciando il discorso coi nerazzurri e col suo agente non appena è saltato l’affare Samardzic. Siamo davvero contenti di averlo qui e di fargli costruire nel Bologna un percorso importante per la sua carriera. Tra due anni l’Inter avrà la possibilità di riacquistarlo alla stessa cifra che era stata pattuita con l’Udinese (12 milioni di euro, ndr), abbiamo ricalcato quell’operazione».
Estate di sudore e attesa – «Ho passato l’estate allenandomi a Milano e poi in tournée con l’Inter in Giappone, cercando di tenere sempre la testa sul campo senza farmi destabilizzare troppo da quanto stava accadendo attorno a me. Per il resto ho svolto un sacco di visite mediche, non ce la facevo più (ride, ndr)».
Feeling con Thiago – «Il primo impatto con mister Motta è stato molto positivo, io cerco sempre di adeguarmi alle esigenze di ogni allenatore e credo davvero che qui faremo un bel campionato».
Stagione importante alla Reggina – «La cosa più importante che mi ha trasmesso Inzaghi è stata la possibilità di sbagliare: in ogni partita sono entrato in campo tranquillo e così facendo ho ottenuto delle belle cose sia per me che per la squadra. I miei inserimenti? È una caratteristica che ho sempre avuto ma che posso e devo migliorare, infatti ci lavoro allenamento dopo allenamento».
Margini di crescita – «Gli aspetti da migliorare sono diversi, partendo dalla costruzione dal basso. Un po’ alla volta sto cercando di adeguarmi al gioco di Motta, dove ci si muove moltissimo negli spazi vuoti».
Nessun rimpianto azzurro – «Il Mondiale Under 20 è una competizione prestigiosa e i ragazzi hanno fatto una splendida figura, io però ho scelto di rimanere con la Reggina per i playoff e va bene così».
Non solo il pallone – «Il tennis mi piace molto, così come il padel. La caratteristica del tennis che cerco di portare sul campo da calcio è la tenacia, quella fondamentale nelle lotte punto a punto».
Nessun dubbio sui rossoblù – «Sono veramente felice di essere un giocatore del Bologna, quando ho saputo che c’era questa possibilità ho dato subito il mio assenso».
Passione di famiglia – «Mio nonno Gabriele era piuttosto bravo a giocare a calcio, venne persino cercato da Nereo Rocco ma suo padre non consentì di trasferirsi perché insieme a lui era l’unico uomo di casa, con ben dieci sorelle. Anche mio papà Alberto ama il calcio e gioca ancora a livello amatoriale».
Impressionato dal Dall’Ara – «Lunedì sera lo stadio mi ha fatto un effetto bellissimo, il pubblico è rimasto molto attivo dall’inizio alla fine: non vedo l’ora di giocarci».
Modelli di riferimento – «Da piccolo mi piaceva tanto Ibrahimovic per la sua mentalità. Adesso apprezzo molto Barella ma anche Kroos, provo ad osservare i grandi centrocampisti e a carpire il più possibile».
Carattere e parentesi interista – «Sono uno che lavora sempre forte e cerca di adattarsi, mettendoci sempre tanta determinazione. L’esperienza all’Inter? Erano tutti parecchio forti, non sto a indicarne uno in particolare, comunque la differenza di categoria si nota subito».
Solo mezzala o anche regista? – «Io nasco e cresco mezzala d’inserimento, ma se Motta mi chiederà di abbassare il mio raggio d’azione lo farò senza problemi».