14/07/2025
Simone Minghinelli
Conferenze stampa, OneFootball

Immobile: “A Bologna c’è quello che cercavo, mi metterò a disposizione e farò parlare il campo. Sogno il Mondiale e la classifica cannonieri”

Tempo di Lettura: 4 minuti

Oggi pomeriggio a Casteldebole è stato presentato alla stampa Ciro Immobile, secondo acquisto del Bologna in ordine cronologico durante il mercato estivo 2025. Dopo il suo svincolo dal Besiktas, il centravanti campano è stato ingaggiato a parametro zero e va a rimpolpare un’invidiabile batteria di punte che già comprendeva Santiago Castro e Thijs Dallinga. Campione d’Europa con la nostra Nazionale nel 2021 e autore di 304 gol in carriera, il classe 1990 rappresenta un autentico valore aggiunto per la squadra di Vincenzo Italiano, chiamata a fare strada in 4 competizioni (Serie A, Europa League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana). Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni del nuovo bomber rossoblù anticipate da quelle dell’a.d. Claudio Fenucci.

Introduzione di Fenucci – «Mi fa piacere essere qui a presentare un giocatore che è parte del presente ma anche della storia del calcio italiano, essendo fra i primi dieci migliori marcatori della Serie A. Dunque un giocatore molto importante a cui abbiamo pensato subito quando si prevedeva una strategia per rinforzare la squadra in vista di un’annata con tanti impegni e che ha quattro obiettivi da perseguire: non credo ci siano bisogno di altre parole. Bologna è sempre stata una città in cui certi calciatori arrivati qui in un momento particolare della loro carriera hanno fatto bene, la lista è lunga. Credo che le impressioni avute da Ciro sulla società e la città siano molto positive, le nostre su di lui lo sono altrettanto, quindi ci sono tutte le condizioni per fare una grande stagione tutti insieme».

Il richiamo di casa – «Avevo ancora bisogno di sentirmi stimolato dal campionato italiano, volevo tornare a sentire la pressione di quando prepari una partita e giri per la città: in Turchia stavo un po’ perdendo questi stimoli e ci tenevo a completare bene il percorso fatto nella mia carriera. Quando si è aperta la possibilità di venire qui a Bologna ero già sicuro della scelta e non c’è stato bisogno di convincermi: ho percepito l’entusiasmo che si respira in città ed è quello che stavo cercando. Arrivo con grande entusiasmo e metterò la mia esperienza a disposizione della squadra: sono certo che faremo un bel percorso».

Ambiente ideale – «Sono uno di quei calciatori che hanno bisogno dell’occhio addosso e di sentire la pressione per fare sempre meglio. So che a Bologna non ce n’è molta ma ho visto l’entusiasmo della città e avevo bisogno proprio di questo, mi è sufficiente».

Bologna sa rigenerare – «Lo storico è importante, lo guardo sempre: l’ho fatto anche in passato per scalare le classifiche e mettermi al pari di campioni che hanno scritto la storia di questo sport. La Nazionale è un obiettivo, e giocare il Mondiale per me significherebbe aver disputato una stagione positiva col Bologna».

Concorrenza folta – «Castro e Dallinga sono due attaccanti forti e non devono sentire la pressione dettata dal mio arrivo a Bologna, perché qui tutti hanno la possibilità di giocare e il mister l’ha già dimostrato l’anno scorso. Il mio acquisto deve invece essere uno stimolo per loro a fare sempre meglio: se tutti e tre saremo allineati, la squadra ne trarrà giovamento».

Gattuso e Bernardeschi– «Col c.t. ancora non mi sono sentito, non mi ha chiamato. Con Federico ho parlato qualche settimana fa per l’anniversario della vittoria all’Europeo, ma non abbiamo toccato altri argomenti».

Da Italiano ottimi feedback – «Il mister mi ha messo nelle condizioni di decidere in piena serenità. Io gli ho detto che da fuori il Bologna mi appariva come una squadra che si vuole bene, con una società seria alle spalle, e lui mi ha confermato tutto ciò: era la rassicurazione che mi serviva».

In grande spolvero – «Fisicamente sto benissimo, davvero alla grande».

Il lavoro unica ricetta – «Ho sempre dimostrato tutto sul campo, non sono uno che ha fa uscite in TV o sui social. Quindi spero di far ricredere gli scettici solo ed esclusivamente tramite le prestazioni».

Annata da salvare – «Col Besiktas ho segnato una ventina di gol, non è stata una stagione deludente, ma forse in carriera vi ho abituato con altre statistiche. Tuttavia avevo bisogno di stimoli differenti, e dopo l’infortunio patito a metà stagione avevo già maturato l’idea di andarmene».

Emozioni da ex – «Con la Lazio ho trascorso otto anni stupendi, insieme abbiamo fatto cose davvero straordinarie. Quindi sì, ritrovarmela di fronte sarà speciale».

Idee chiare – «Come detto, cercherò di mettermi pienamente a disposizione del gruppo per riportare il Bologna in quel mood di partite ricche di entusiasmo viste l’anno scorso. A parte la Supercoppa, che si disputerà a fine anno, dovremo arrivare in primavera con la possibilità di giocarci tutto».

Un’altra chioccia – «Mi sento assolutamente pronto per quel tipo di ruolo. Il primo giorno mi ha accolto De Silvestri, e io nello spogliatoio voglio essere una figura di riferimento come lo è lui. In questa fase della carriera avevo bisogno di portare un qualcosa in più ai giocatori giovani, così da far crescere la squadra. E resto convinto che se si fa un bel lavoro fuori dal campo, a livello di aggregazione, poi si va lontano anche sul campo».

La Serie A vista da fuori – «Negli ultimi anni il campionato italiano ha raggiunto un maggior equilibrio, basti pensare che nella scorsa stagione il Bologna era a due punti dalla Champions e poi è arrivato nono. Quest’anno le squadre si stanno rinforzando e molte hanno cambiato allenatore, ritrovando stimoli nuovi: ci sarà da battagliare».

Migliorare a 35 anni – «Sono molto severo con me stesso e ne ho parlato anche con Italiano: sarò a sua completa disposizione con tanta voglia di imparare da un allenatore nuovo che, in particolare con gli attaccanti, ha sempre fatto bene».

Re dei bomber per 4 volte – «Nessuno ha mai vinto la classifica cannonieri cinque volte, non nascondo che sia un altro dei miei obiettivi. Ma è un sogno che va coltivato attraverso il lavoro di squadra».

Condividi su: