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Italiano: “Bologna bellissima opportunità, ho grande entusiasmo. L’obiettivo è confermarsi e magari far tornare la gente in piazza”

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Questa mattina nella sala stampa dello stadio Renato Dall’Ara, alla presenza del presidente Joey Saputo, dell’amministratore delegato Claudio Fenucci, del responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori e del direttore sportivo Marco Di Vaio, il Bologna ha presentato il suo nuovo tecnico Vincenzo Italiano. Reduce da un triennio positivo ma sfortunato sulla panchina della Fiorentina, con due finali di Conference League e una di Coppa Italia perse, il 46enne allenatore nativo di Karlsruhe (che nel 2007, da calciatore, venne portato al Chievo proprio da Sartori), si è mostrato equilibrato ma anche molto carico per questa prestigiosa avventura in rossoblù che lo vedrà impegnato su tre fronti di alto livello: Serie A, Coppa Italia e soprattutto Champions League. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le sue dichiarazioni.

Chance di prestigio – «Sono molto emozionato, è bellissimo avere l’opportunità di intraprendere questo cammino con dei professionisti che mi hanno voluto fortemente, ringrazio il presidente e i direttori. Ci aspetta un anno importante: dovremo confermarci in campionato e giocarci la Champions League, dove vogliamo ben figurare. Ho grande entusiasmo e credo ci siano tutti i presupposti per lavorare al meglio, le figure che mi affiancheranno sono persone fantastiche. Per me sarà la prima volta in Champions, e vedendo com’è cresciuto il Bologna sono curioso di allenare questi calciatori».

Blindare i big o cercare nuovi talenti? – «Tutti i giocatori che nella scorsa stagione erano partiti al di sotto delle attese si sono rivelati all’altezza della situazione: da avversario il Bologna mi ha impressionato perché ha avuto una crescita notevole a livello tecnico-tattico, infatti diversi ragazzi sono stati convocati per l’Europeo. Ancora non abbiamo approfondito il futuro di alcune pedine (la domanda era su Calafiori e Zirkzee, ndr), ci prenderemo del tempo per fare le scelte migliori e sono convinto che ci presenteremo bene al via».

Il calcio di Italiano e quello del Bologna – «A livello di sviluppo del gioco e della proposta ci sono delle somiglianze: il fatto di lavorare in ampiezza con gli esterni in avanti, di provare a sviluppare da dietro coi difensori che partecipano attivamente alla manovra, di coinvolgere sempre i centrocampisti, di avere una punta centrale che sia il terminale ma faccia anche giocar bene la squadra. Poi ognuno ha le sue idee specifiche, in particolare nella gestione del gruppo e nella preparazione delle partite, però penso che qualcosa che possa aiutare me e il mio staff ad entrare più rapidamente nella testa dei calciatori ci sia».

Obiettivi stagionali – «Come detto prima, è chiaro che il nostro obiettivo è quello di confermarci, facendo belle cose in campionato e ben figurando in Champions League. Saremo pieni di impegni e di gare da preparare volta per volta, ma sono sicuro che usciremo da ogni sfida a testa alta».

Critiche per le finali perse – «Spesso la gente dimentica come si arriva in finale… Personalmente ritengo che il percorso che ha portato la Fiorentina a giocarsi tre finali (due di Conference League e una di Coppa Italia, ndr) abbia un valore, me l’ha ricordato anche un grande allenatore come Gasperini quando ci siamo incontrati nell’ultima giornata di campionato. La speranza da parte mia è che ci sia modo di giocare altre finali qui a Bologna e stavolta vincere».

Predilezione per gli esterni d’attacco – «Li vogliamo efficaci. Orsolini, per esempio, ha dimostrato di saper fare la differenza e di riuscire, con le sue qualità, a far cambiare piano partita agli avversari. Davanti più estro e imprevedibilità ci sono e meglio è: in tal senso Orsolini, Karlsson e Ndoye hanno le caratteristiche giuste».

Scelta convinta – «Dopo aver superato la semifinale di Conference mi sono concentrato solo sulla preparazione della finale, poi ho dovuto far fronte all’amarezza e completare la stagione col recupero di Bergamo. Nei giorni seguenti ho avuto modo di continuare a parlare coi direttori rossoblù in maniera approfondita e non c’è stato alcun problema. Il mio staff? Sono miei collaboratori da tanti anni e adesso vedremo come integrare il gruppo con alcune figure».

Eredità pesante – «Ogni professionista sa dove va a lavorare e deve capire gli umori della gente. Qui a Bologna so che i tifosi vogliono vedere all’opera una squadra che tiene in mano il pallino del gioco. Anch’io voglio farmi conoscere al più presto dalla tifoseria bolognese, che ho già ammirato in piazza a festeggiare: troveremo il modo di riempirla ancora, magari con degli escamotage come arrivare in fondo a qualche competizione (sorride, ndr)».

Spalle larghe – «Sono sicuramente diverso rispetto all’allenatore che nel 2021 arrivò a Firenze per allenare una squadra reduce da una salvezza difficile. Mi sento cambiato e maturato soprattutto per quello che sono riuscito via via ad ottenere tramite il mio lavoro».

Vlahovic solo per 6 mesi – «È passato del tempo (sorride, ndr)… Comunque anche senza Dusan siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati grazie a buoni giocatori in quella zona di campo. Tutti potevamo fare meglio, ma resto convinto di aver portato a termine un buon triennio. Se c’è un rammarico che mi porto dietro è la finale di Atene e il fatto di non essere riuscito ad alzare un trofeo: avrei voluto rigiocare il match contro l’Olympiakos un minuto dopo il triplice fischio».

Serie A con più sorprese – «Le differenze tra i club ci sono ma in campo non vanno i fatturati, l’ha dimostrato proprio il Bologna così come altre realtà virtuose: in campo vanno il lavoro, la serietà e la professionalità, nel calcio attraverso la professionalità si può ottenere tutto».

Calafiori tentato dalla Juventus – «Non voglio parlare del suo caso specifico, dico solo che nel calcio si può sempre cambiare idea e decidere altro: in passato ho avuto giocatori che volevano andarsene e poi hanno preferito rimanere. Aspettiamo luglio per avere tutti i ragazzi a disposizione, poi è ovvio che un allenatore deve ascoltare e provare a capire le esigenze di tutti: vedremo».

Salto di carriera – «Qui a Bologna potrò disputare la Champions League, qualcosa che aggiunge al mio percorso in panchina un nuovo e prestigioso traguardo. L’esperienza della Conference mi trova ben preparato nella gestione dei tanti impegni, ma è chiaro che nella prossima stagione affronteremo squadre di valore molto più alto. Io ci metterò passione e cuore, darò tutto per questo club».