Italiano: “Dispiaciuto da come sono stati gestiti i nazionali, defezioni che non ci volevano. Dominguez, Karlsson e Odgaard dovranno farsi trovare pronti”
Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate stamattina in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Genoa-Bologna, gara valida per l’8^ giornata di Serie A Enilive in programma domani alle 15.
Tante defezioni improvvise – «Sono dispiaciuto perché ogni volta si dice che durante le soste si può lavorare bene, approfondendo certi concetti, ma puntualmente quando i giocatori tornano ne perdiamo diversi. Lucumí è arrivato solo oggi e ha svolto la rifinitura a parte, poi si sono fermati Erlic, Aebischer, Ndoye e Iling-Junior, che ha avuto un problema simile a quello di Pobega (lieve stiramento del collaterale mediale del ginocchio sinistro, ndr). Ci faremo comunque trovare pronti, ma devo essere sincero: sono rammaricato per la situazione che si è venuta a creare col rientro dei nazionali, nei prossimi venti giorni disputeremo sette partite e avevamo bisogno di quanti più elementi possibili».
Difficile ruotare sugli esterni – «Dovremo per forza chiedere prestazioni di un certo tipo ad alcuni ragazzi che in questo momento hanno dato meno perché hanno avuto poco spazio, dovevamo aspettarli. Non immaginavo tutte queste brutte notizie e avevo pensato di effettuare alcune rotazioni sugli esterni, ora vanificate dalle assenze. E allora Dominguez, Karlsson e Odgaard dovranno farsi trovare pronti, alcuni dovranno anche adattarsi a qualche situazione diversa ricoprendo una posizione a loro meno congeniale».
Servono più gol – «Dobbiamo perfezionare la fase di rifinitura, mettendo meglio i compagni nelle condizioni di segnare, magari essendo più altruisti o leggendo determinate situazioni in maniera diversa. I gol devono arrivare anche dai centrocampisti e pure dai difensori su calcio da fermo, bisogna ottimizzare le chance che creiamo: per esempio abbiamo battuto tantissimi corner e non li abbiamo sfruttati. La finalizzazione è senza dubbio un tasto su cui continuare a battere, senza però perdere la compattezza difensiva che abbiamo trovato».
Karlsson chiamato a incidere – «Jesper si sta impegnando, sta cercando di migliorare la sua condizione rispetto all’anno scorso, quando un infortunio piuttosto brigoso alla caviglia non gli dava mai la possibilità di lavorare in modo ottimale. Ora sta crescendo, sta spingendo e iniziando a recepire le mie richieste. Dopo il match di Napoli ho parlato con lui: lì aveva avuto a disposizione mezzora, poi con l’Empoli è partito dall’inizio, mentre col Parma poteva dare di più visto che gli avversari erano in dieci. Deve cercare di più alcune giocate, come il tiro da fuori. Cos’è cambiato rispetto a Valles? Era partito molto bene, era carico, poi però ha avuto una ricaduta. Attendiamo il vero Karlsson, io lo vedo tranquillo e parlo con lui serenamente: sugli esterni sono in sei ma c’è spazio per tutti, a prescindere dal fatto che adesso lui ne avrà di più spazio per le assenze di Iling e Ndoye».
Stacanovista Freuler – «Preservare Remo? Non mi voglio tirare la zappa sui piedi da solo. Mi riferisco all’uomo, dell’atleta e del professionista che ho conosciuto, uno che si guadagna la titolarità perché quando è al 100% è un trascinatore, ha grande esperienza e fa sempre quello che chiedo. Unico appunto, segna solo in Nazionale e non qui (sorride, ndr), dev’essere più convincente da quel punto di vista. Ma ha un fisico e un’attitudine, sia dentro che fuori dal campo, gli consente di essere sempre al top».
Odgaard tuttofare – «Jens può ricoprire tutti e tre i ruoli davanti: è arrivato a Bologna da prima punta ma ha spirito di sacrificio e disponibilità e può fare l’esterno, viene sempre apprezzato per questo. A Como ha avuto due occasioni in cui poteva segnare, poi il gol di Castro è nato da un suo tiro sporcato. Anche se in lista Champions non sono presenti Dominguez e Karlsson, io comunque settimana dopo settimana valuto tutti e sei gli esterni: ciascuno di loro è utile».
Polacchi al top – «Su Skorupski e Urbanski c’è ormai poco da dire, sono due elementi molto importanti per la squadra. Kacper è diventato un titolare inamovibile della Nazionale, Lukasz è un portiere esperto e un veterano di questo gruppo, un vero leader. Inoltre in questa sosta si è allenato spesso con noi Labedzki (centrocampista classe 2006, ndr): ha qualità e personalità, la nostra Primavera ha giocatori interessantissimi e lui lo è».
Ancora sulle Nazionali – «Quando hai via tanti giocatori non vedi l’ora che tornino. E quando poi si creano problematiche del genere dispiace e fa rabbia. Ogni volta che i ragazzi vengono convocati sono smaniosi di rispondere alla chiamata, ma una volta in ritiro manca comunicazione con gli staff delle rispettive Nazionali, perché pur non essendo al 100% sono convinti di poter performare e va a finire che succedono queste cose (fa riferimento in particolare a come sono stati gestiti Erlic e Iling, ndr). Quanto a Ndoye, se un ragazzo in tre giorni disputa 180 minuti è naturale che non sia al top della condizione: Dan è un po’ sovraccaricato e non vogliamo rischiare di peggiorare la situazione».
Dallinga con Castro? – «Thijs e Santiago sono due prime punte. Se si vuol forzare a gara in corso la loro coesistenza può starci, ma di base loro sono due centravanti, sono uomini d’area piuttosto simili. Alla Fiorentina era diverso, perché Beltran è un brevilineo con altre caratteristiche e può giocare da sottopunta».
Dominguez a piccole dosi – «Non è facile sbarcare in un nuovo Paese e adattarsi velocemente. Nelle prime partitelle Benjamin sembrava un’ira di Dio, poi ha avuto un down inevitabile perché è lontano da casa ed è giovanissimo. Per me ha qualità, ma ambientarsi nel calcio italiano è molto complicato per il livello di intensità altissimo che ha la Serie A. Ora lo vedo sereno e sorridente, sta lavorando bene e pian piano crescerà».
Ricordi sul ‘Gila’ – «Ho fatto due anni con lui nel Verona dal 2000 al 2002. Alberto era giovane e arrivava dal Piacenza, ma già all’epoca si vedeva che sarebbe diventato l’attaccante che poi abbiamo conosciuto. Era un centravanti di enorme qualità, di un altro livello, non a caso si è laureato campione del mondo. Con lui ci siamo salvati il primo anno nello spareggio di Reggio Calabria, mentre nel secondo abbiamo vissuto un girone d’andata fantastico e alla fine siamo retrocessi a Piacenza il 5 maggio 2002, una data che in molti ricordano per motivi differenti».
Match insidioso a Marassi – «Domani si sfideranno due squadre che hanno bisogno di fare punti e muovere la classifica: vedremo chi avrà più fame, credo vincerà chi sarà più bravo dal punto di vista tecnico e sfrutterà tutte le occasioni. Le loro difficoltà a causa degli infortuni ci hanno tolto delle certezze, perché non so se sul piano tattico riproporranno lo stesso modulo visto contro l’Atalanta: hanno una marea di defezioni e non so come sceglieranno di schierarsi».
Da Genova a Birmingham – «Per l’Aston Villa mi auguro di recuperare qualcuno, ma ci penseremo solo da domani sera. Anche quella sarà una gara da preparare benissimo, adesso però restiamo concentrati sul campionato».