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Italiano: “La Champions è un grande orgoglio, non vogliamo fare le comparse. I tifosi vogliono sudore e gioco e noi lavoriamo per questo”

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa allo stadio Dall’Ara dall’allenatore rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Bologna-Shakhtar Donetsk, partita valida per la 1^ giornata della fase campionato di UEFA Champions League in programma domani alle 18:45.

Tra passato e presente – «Sono qua col mio braccio destro De Silvestri e il mio braccio sinistro Orsolini (sorride, ndr). Il primo è leader, il senatore, il capobranco di questo gruppo, ed era importante averlo accanto a me oggi alla prima conferenza stampa pre Champions. Il secondo sono convinto che inizierà a trascinare la squadra a suon di gol, ed è giusto che sia qui a rappresentare i compagni dopo quanto di buono fatto nella passata stagione. C’è grande orgoglio da parte di tutti noi, e da parte mia la curiosità e la voglia di affrontare in maniera convinta questo prestigioso cammino: soprattutto in casa possiamo giocarci le nostre chance».

L’unione fa la forza – «Mi piace che questa unione sia apprezzata, è proprio il messaggio che vogliamo mandare: tutti per uno e uno per tutti quando facciamo colazione, quando saliamo sul pullman e quando scendiamo in campo. Ci servirà per affrontare squadre che sembrano tutte superiori a noi, ma sono convinto che intanto possiamo mettere in difficoltà le avversarie della prima fase. Le prestazioni offerte finora al Dall’Ara sono state buone e bisognerà ripeterle: domani saremo nel nostro stadio, davanti al nostro pubblico, e dovremo farci rispettare».

Dalla Conference alla Champions – «Anche da parte mia c’è una forte emozione di fronte alla coppa europea più prestigiosa. Nelle ultime due stagioni ho avuto la possibilità di vivere un percorso culminato in due finali, purtroppo andate male, ma quel tragitto mi ha formato, mi ha dato spunti per lavorare meglio, e sarà così anche quest’anno. C’è grande emozione perché andremo in stadi gloriosi a sfidare avversarie che in Europa hanno spesso dettato legge: sarà un viaggio da compiere con enorme orgoglio. Non vogliamo fare le comparse ma mettere in difficoltà tutti, pertanto cercheremo di dare il nostro meglio».

Shakhtar primo scoglio – «Il livello si alzerà fin da subito perché domani affronteremo una squadra abituata a queste competizioni, quindi più avanti di noi in termini di esperienza, ma con questo nuovo format avremo quattro gare in casa in cui potremo mostrare quanto valiamo. Ovviamente anche in trasferta si dovrà battagliare, ma al Dall’Ara avremo una spinta maggiore perché saremo chiamati ad onorare la nostra gente: ci faremo trovare pronti».

Ripartire dal finale di Como – «Essendo nel bel mezzo di un nuovo percorso, appena cominciato, siamo obbligati a trarre degli spunti positivi. Gli ultimi venti minuti di sabato sono stati importanti e hanno dato un segnale forte: il gruppo è unito e solido, chi è entrato dalla panchina ha lanciato un messaggio bellissimo. In queste prime quattro giornate di campionato si è visto un buon Bologna in casa e decisamente meno fuori, dove abbiamo perso troppi palloni sanguinosi, e quei venti minuti sono stati un’iniezione di fiducia per la squadra. Non abbiamo avuto molto tempo per preparare la sfida con lo Shakhtar ma il ritmo è questo e dobbiamo farci l’abitudine, bisogna essere pronti in poche ore. Ecco perché da qui in avanti verranno coinvolti tutti».

Inizio altalenante – «Al momento ci stiamo esprimendo a sprazzi, andiamo a folate. Ci sono frangenti in cui cerchiamo di proporre tutto quello che proviamo in allenamento, mentre in altri dimostriamo che il lavoro da fare è ancora tanto. Dopo due mesi insieme nessuna squadra può esprimersi al meglio: qui abbiamo avuto giocatori arrivati tardi per gli impegni con le Nazionali e diversi infortuni, ma un po’ alla volta cresceremo».

Pubblico esigente? – «Ho capito subito cosa chiede la tifoseria del Bologna: impegno, sudore, sacrificio. Inoltre la gente si è abituata bene e vuole vedere giocare in un certo modo la squadra: noi lavoriamo tutti i giorni con la massima abnegazione per cercare di essere all’altezza».

Antenne dritte – «Di rientro da Como ci siamo proiettati subito sulla partita di Champions. Lo Shakhtar è una squadra giovane con una produzione offensiva importante e nazionali di valore, e se non viene messa sotto pressione riesce a giocare un calcio di qualità. L’uno contro uno è troppo importante per noi, soprattutto lì non dobbiamo commettere errori: sarà una partita aperta, ma penso di averla preparata bene».

Crescita personale – «Sono contento di essere arrivato sin qui, e come detto l’esperienza europea con la Fiorentina mi ha aiutato tantissimo, perché ho frequentato stadi caldi e conosciuto squadre che tra casa e fuori si trasformano. Mi auguro che a tanti ragazzi che affronteranno questa esperienza per la prima volta possa accadere la stessa cosa: l’ultimo biennio mi ha aiutato ad essere meno emozionato, meno ansioso, e voglio trasmettere tutto ciò al gruppo».

Oltre il calcio – «Abbiamo toccato anche il tema della guerra all’interno dello spogliatoio, consapevoli che lo Shakhtar sta attraversando qualcosa di inspiegabile: ci auguriamo che il conflitto possa finire al più presto. I nostri avversari stanno vivendo delle difficoltà che spesso purtroppo passano in secondo piano, come rimanere a lungo lontani dalle famiglie o girare diversi stadi per poter fare il nostro stesso mestiere, e da parte nostra c’è il massimo rispetto per loro».