Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa allo stadio Dall’Ara dall’allenatore rossoblù Vincenzo Italiano alla vigilia di Bologna-Monaco, gara valida per la 4^ giornata della fase campionato di UEFA Champions League in programma domani alle 21.
Serve una vittoria, ma… – «Partite abbordabili a questi livelli non esistono, se si rivelerà abbordabile lo diremo al novantesimo dopo aver offerto una grande prestazione. In tal senso, domani dovremo fare qualcosa di diverso rispetto alle due gare in Inghilterra per aggiungere punti a questa classifica. Sicuramente dover fare risultato e giocare in casa sono due fortissime motivazioni. Contro lo Shakhtar all’esordio avevamo offerto una buona prova, ma anche con Liverpool e Aston Villa ho ricevuto delle discrete risposte».
Già 7 punti per il Monaco – «Il Monaco è senza dubbio una squadra in fiducia, malgrado le ultime due sconfitte in campionato. Il loro è un calcio molto offensivo, i terzini sono quasi degli attaccanti, ecco perché potremmo rivedere qualcosa. dovremo stare ancora più attenti ma nel contempo, proprio per via di questo stile di gioco offensivo, provare ad approfittare degli spazi che troveremo».
Ballottaggio davanti – «Per quanto riguarda il reparto offensivo, sono ancora in dubbio fra Castro e Dallinga. Sabato scorso li ho proposti insieme per un tratto di gara, ma credo sia una soluzione non ancora proponibile in Champions, quantomeno dall’inizio».
Momenti diversi – «Io non so come reagiscono gli avversari alle vittorie e alle sconfitte, so come reagiamo noi, e arrivare al match di domani con alle spalle due successi di fila in campionato è tanta roba. Il gol ritrovato da parte di qualche attaccante, la classifica che migliora, la squadra che inizia ad avere più consapevolezza ed autostima: sono tutte note molto positive».
Fattore Dall’Ara – «Anche domani non dovremo farci prendere dalla frenesia del risultato, non dovremo avere la smania di mettere alle corde il nostro avversario: ci vorranno calma e pazienza nella gestione della gara. Avremo sicuramente bisogno dei nostri tifosi dal primo all’ultimo minuto, soprattutto nei momenti in cui magari andremo in sofferenza. Poi alla fine è giusto che ognuno reagisca come crede alla prestazione e al risultato, ma durante la partita il sostegno del pubblico è fondamentale: ogni applauso, ogni incitamento, è di grande aiuto per i ragazzi in campo, ecco perché ripeto spesso ‘uno per tutti, tutti per uno’».
Ferguson in crescita – «Lewis sta bene, ogni giorno aumenta i carichi di lavoro per tornare alla pari dei suoi compagni. La partita contro il Lecce mi ha permesso di inserirlo in una zona di campo dove c’era poca densità, lui ha impattato bene ed è anche entrato nell’azione del gol. Inizieremo sicuramente ad incrementare il suo minutaggio perché si tratta di un giocatore di grande livello, vogliamo che raggiunga il più presto possibile la miglior condizione».
Odgaard e le soluzioni offensive – «Avendo a disposizione due esterni in meno (Dominguez e Karlsson, ndr), il ruolo di Odgaard è il principale dubbio per domani. A Birmingham avevo chiesto a Orsolini di sacrificarsi più del solito in copertura: domani la situazione sarà simile perché loro, come detto, hanno due terzini che diventano attaccanti. Oggi il ruolo in cui Odgaard dà il meglio di sé è quello dietro la punta, lo vedo più coinvolto e più dentro la partita rispetto a quando gioca sulla fascia. Per la decisione definitiva sugli esterni mi prendo ancora un po’ di tempo».
Fiducia a Miranda – «Lykogiannis è di nuovo disponibile e sta bene, non ha perso condizione, domani però partirà ancora titolare Miranda: Juan dev’essere quello del secondo tempo contro il Lecce, lui mi è piaciuto molto e noi dobbiamo sfruttare al massimo i suoi ottimi cross».
Meno gol subiti – «A livello difensivo siamo migliorati, anche se ritengo che quando non si subisce gol il merito sia dell’atteggiamento di tutta la squadra, e sabato ho visto grande attenzione da questo punto di vista».
Crescere senza ossessioni – «I playoff proveremo a raggiungerli, pur essendo consapevoli che occorrono prestazioni al di sopra del nostro livello. Io vengo dalla Conference League e qualche buona squadra l’ho affrontata, ma qui siamo ben oltre gli standard a cui eravamo abituati per ritmo, intensità, fisicità e qualità. La Champions per noi è prima di tutto un’occasione di crescita, al passaggio del turno ovviamente ci teniamo ma non deve diventare un’ossessione: l’unica ossessione dev’essere giocare bene».
Turnover in vista – «Nella formazione ci saranno molto probabilmente dei cambiamenti, perché alcuni giocatori impiegati sabato oggi li ho visti molto stanchi, non hanno recuperato a pieno. Vero che si gioca domani alle 21, quindi c’è un po’ di margine per testarli ancora e valutarne l’impegno: in ogni caso potranno sempre entrare a gara in corso e fare la differenza, mai come nel calcio dei cinque cambi tutti possono essere decisivi».
Personaggio genuino – «Non so se i tifosi mi considerano già un bolognese, sono loro a doverlo dire guardando come gioca la mia squadra, come approccio le partite, come vivo le conferenze. Io cerco sempre di dare il massimo e la mia esultanza al termine di Bologna-Lecce è nata dalle belle sensazioni che stavo provando. Nel mio lavoro ci metto il cuore e tutto me stesso, e credo che quando si vince anche gli allenatori debbano gioire: sabato l’ho fatto perché ho avvertito l’importanza di quella vittoria. Più in generale, qui vedo un attaccamento alla maglia incredibile, soprattutto da parte dei senatori del gruppo: io e il mio staff prendiamo esempio e tramite l’impegno quotidiano proviamo ad allinearci».