Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Bologna-Cagliari.
Un tunnel abbastanza lungo – «Da questo periodo se ne esce continuando a lavorare come stiamo facendo e recuperando via via qualche infortunato. Dobbiamo crescere anche nel gioco, perché fin qui siamo stati quasi sempre superiori agli avversari, più squadra, ma non è bastato. Non dovremo cambiare i nostri principi e la nostra mentalità, ma migliorare: aiutarci di più, parlarci di più, tenere alta la concentrazione e crescere in termini di personalità, ovvero tenere in mano la gara. Aggiungendo queste cose il risultato finale cambierà».
Calo dopo un’ora e poca precisione al tiro – «Dentro una partita ci sono diverse partite, questo anche per effetto dei cambi. Solo a Roma nostri sostituti ci hanno dato qualcosa in più, quindi bisogna fare meglio, anche se ora ci mancano diversi elementi che potenzialmente possono essere titolari. Ora alla lista degli indisponibili si è aggiunto anche Santander, per fortuna a breve rientrerà Medel: potrebbe farcela già per il Napoli, ma essendoci poi la sosta non credo che lo rischieremo. E speriamo ovviamente che nell’attuale situazione di emergenza nessuno si prenda il COVID. Per quanto concerne la precisione al tiro, dipende sia dalla qualità che dalla fortuna. In realtà anche dal VAR, perché spesso quando facciamo gol ce lo annullano… Dobbiamo tenere duro, ci crediamo e sappiamo di avere le qualità per venirne fuori: lavoriamo bene, e il lavoro paga».
Barrow prima punta – «Nelle scorse settimane ho detto che Musa ha tre soluzioni: giocare bene e fare gol, giocare bene e non fare gol, giocare male e fare gol. Per essere importante per noi deve raggiungere una di queste. Adesso è anche un po’ condizionato dal problema alla mano, ma anche lui si aspetta di più da se stesso e ne è consapevole. Al momento lui e Palacio sono gli unici a poter giocare da centravanti, quindi schierarlo lì è una soluzione, però possono anche giocare insieme con un trequartista alle spalle. Ora le nostre possibilità di scelta sono ridotte e purtroppo sarà difficile sfruttare a pieno i cinque cambi, che incidono tantissimo».
Niente svincolati – «Con la società ne abbiamo parlato, ma sul mercato degli svincolati non c’è nulla che ci possa soddisfare: prendere tanto per prendere non mi va, dunque continuiamo così e vediamo cosa succede. Il nome di Mandzukic l’ho letto da voi (si rivolge scherzosamente a Bigon, presente in sala, chiedendogli: “Tu direttore ti sei messo d’accordo con Mandzukic?”. E Bigon: “No, altrimenti te lo avrei detto”, ndr), ma un giocatore grosso come lui e fermo da tanto ci mette due-tre mesi ad entrare in piena forma, quindi tanto vale aspettare gennaio. In queste situazioni di difficoltà non bisogna farsi prendere dal panico e dall’ansia, ma rimanere coi piedi per terra, ragionare, restare lucidi e fare le cose con una certa logica. Non prendiamo come esempio i nostri Governi, che fanno i decreti così, a c…o di cane. Ecco, questo non lo dovevo dire ma ormai l’ho detto (sorride, ndr)».
Urgono i tre punti – «Quella di domani sarà una partita difficile, il Cagliari è una squadra forte con tanti giocatori bravi. Però giochiamo in casa, per quello che conta adesso, e l’abbiamo preparata molto bene, quindi mi aspetto una grande prestazione. I ragazzi sono sereni e carichi, speriamo tutti di tornare alla vittoria».
Porta inviolata dopo 39 gare – «Il match di martedì non conta, e comunque abbiamo fatto di tutto per subire gol, contro una squadra di pari livello lo avremmo preso. Comunque sono contento per il passaggio del turno e per aver potuto valutare quei giocatori finora meno impiegati».
Aspetti principali da migliorare – «Serve maggiore comunicazione, anche se i tempi sono cambiati: i ragazzi di oggi stanno sempre al cellulare e non si parlano, poi può succedere che non lo facciano nemmeno in campo. Non mi riferisco in particolare ai miei, parlo in generale. Quando ero calciatore, in ritiro scherzavo e giocavo a carte coi miei compagni… E poi bisogna alzare il livello di concentrazione, di rabbia agonistica, di determinazione, essere più compatti e lavorare anche sul piano mentale, risolvendo insieme le difficoltà senza mai arrendersi. Molti ragazzi giovani non sono ancora abituati, ma stanno crescendo. Io mi arrabbio più con i senatori del gruppo se non parlano, da loro me lo aspetto sempre: fare un urlo ad un compagno dev’essere la prassi, serve più malizia».
Soriano intoccabile – «Per me non esistono giocatori insostituibili: se giocano male vanno fuori, se invece fanno bene restano in campo. Dipende da loro, e in questo momento Soriano è uno di quelli che sta facendo meglio».