Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Bologna-Hellas Verona.
Tre parole d’ordine – «In otto partite abbiamo messo assieme tre sconfitte e cinque pareggi. Possiamo parlare di una crisi di risultati ma non di prestazioni, perché quelle ci sono sempre state. Inoltre non dimentichiamoci che per un mese e mezzo abbiamo avuto sette-otto giocatori sempre indisponibili. In alcune gare avremmo meritato di più ma ora è tempo di andare avanti, e la cosa che mi da fiducia è che abbiamo recuperato quasi tutti, perciò sono convinto che da domani ritorneremo a fare quello che sappiamo. Io rimango ottimista, sono più calmo e lucido di altri. Sappiamo qual è la nostra situazione e come dobbiamo uscirne, siamo consapevoli di dover dare qualcosa in più. Le parole chiave in vista di domani e del futuro sono ‘umiltà’, che comprende il sapersi mettere in discussione e il capire se si può fare di più; ‘coraggio’, visto che quando non arrivano i risultati si rischia di perdere autostima e subentra la paura: quella dobbiamo schiacciarla; infine ‘determinazione’, perché dobbiamo ritrovare quella voglia, quella disperazione di vincere che ultimamente ci è un po’ mancata. Queste tre cose le voglio vedere sul campo domani, continuando però a giocare alla nostra maniera. Il campionato è ancora lungo, non siamo ancora arrivati al giro di boa e abbiamo visto che tutti possono vincere o perdere con tutti. Noi della squadra dobbiamo rimanere uniti e non far caso a cosa succede fuori. Io faccio come faceva Margaret Thatcher, i giornali li leggo solo quando le cose vanno bene (sorride, ndr)».
Col Verona per la svolta – «Rispetto alla squadra che ho trovato al mio arrivo, ora abbiamo una mentalità ben definita, un’impostazione di gioco per cui so che quando i ragazzi vanno in campo possono fare la partita cercando sempre di giocare a calcio per vincere. Ci sono quindi basi importanti, poi appunto qualche volta ci è mancato qualcosa di quei tre principi che ho elencato ma è un campionato strano. Dobbiamo adattarci, consci dei nostri problemi, degli infortuni che abbiamo avuto e del fatto che ora, recuperati quasi tutti i giocatori, abbiamo più scelte. Bisogna continuare con le prestazioni mettendoci dentro questa umiltà, pensando da squadra provinciale ma giocando come sappiamo di poter fare. Domani incontriamo un Verona che fa dell’aggressività la sua caratteristica principale: dovremo essere come loro, giocarcela alla pari, e poi tirare fuori la nostra qualità, che a mio avviso è superiore alla loro. Certo, adesso hanno molti più punti di noi, ma i conti si fanno alla fine…».
Mentalità da salvezza – «Senza dubbio sabato scorso ci è mancata quella disperazione di cui parlavo prima, sia nel difendere la nostra porta che soprattutto nell’offendere e fare gol. Abbiamo comandato la gara, fatto gioco, tenuto la palla, però in modo sterile, dovevamo essere più cattivi. Certo, il campo non ha aiutato, perché su un terreno del genere è più facile distruggere che costruire».
Volete la formazione? – «Allora, Ravaglia in porta, Calabresi terzino destro, Paz e Soumaoro centrali, Hickey terzino sinistro, Poli e Svanberg mediani, Baldursson vertice alto di centrocampo, Skov Olsen e Vignato esterni e Palacio di punta (ride, ndr). Alcuni di questi domani giocheranno… Ma tanto voi sapete sempre tutto, vi nascondete qua attorno, usate anche il cannocchiale (ride, ndr), e io sto qui a cercare la talpa… A Torino c’erano addirittura dei giornalisti che, per scoprire la formazione, pagavano l’affitto di un appartamento all’ultimo piano di un palazzo da cui si riusciva a vedere il campo…».
Soumaoro, impatto positivo – «Si vede che può essere un giocatore importante. Con lui stiamo lavorando anche individualmente, gli stiamo facendo vedere dei video per fargli capire cosa vogliamo da lui in fase d’impostazione, di possesso e di non possesso. Non è ancora al 100% ma è un ragazzo che può sicuramente darci una bella mano».
Lavatrice olandese – «Non si può dire che Schouten non è più quello di prima solo per un errore, tutti sbagliano. Lui gioca duecento palloni a partita, ne ha sbagliato uno importante e ne è consapevole. Resta comunque un giocatore fondamentale per noi, quando è in campo giochiamo in un modo e quando non c’è in un altro. Un errore non mi condiziona, poi chiaramente ci possono essere momenti di forma maggiore o minore. Schouten è un centrocampista che ti dà costanza, ha tempi di gioco, è intelligente, sa giocare a calcio e, come diceva il mio amico Garzya, è una ‘lavatrice’: tu gli dai palloni sporchi e lui te li restituisce puliti».
Voci Svanberg-Milan – «Domani abbiamo una partita importante, cosa volete che mi interessi, chissà chi è vivo e chi è morto a giugno (sorride, ndr). Ogni cosa, eventualmente, a suo tempo, ora mi interessa soltanto che il ragazzo faccia quello che gli dico e giochi bene per noi».