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Mihajlovic: “Dopo Milano ho chiesto scusa ai ragazzi, con la Roma servirà voglia di combattere e soffrire. D’accordo a metà con Saputo, visti tutti i problemi meglio pensare prima alla salvezza”

Mihajlovic: "Dopo Milano ho chiesto scusa ai ragazzi, con la Roma servirà voglia di combattere e soffrire. D'accordo a metà con Saputo, visti tutti i problemi meglio pensare prima alla salvezza"

Ph. zerocinquantuno.it

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Di seguito, suddivise per argomenti principali, le dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio in conferenza stampa a Casteldebole dal tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic, alla vigilia di Bologna-Roma.

Tocca a Vignato – «Vignato giocherà dall’inizio, perché si sta allenando bene e perché comunque non ci sono alternative, o gioca lui o un ragazzo della Primavera. Sansone non è ancora in forma, mentre Skov Olsen ieri si è fatto di nuovo male: è un problema muscolare e non so quando potrà rientrare, dovrà fare degli esami, di sicuro per domani non è convocabile».

Mea culpa, ma è facile parlare dopo – «È facile parlare dopo le partite: se prendiamo troppi gol allora meglio la difesa a tre, poi se prendiamo gol anche così allora forse è meglio tornare al 4-2-3-1. L’ho spiegato  ai giocatori, la sconfitta con l’Inter è stata anche colpa mia: non potevo lasciare 50 metri di campo a Martinez e Lukaku contro Tomiyasu e Danilo, perché sono più forti fisicamente, allora ho preferito mettere un difensore in più. Inoltre se avessi cominciato col solito modulo non avrei avuto cambi durante la partita. Sicuramente potevamo fare meglio come aggressività, non eravamo né carne né pesce, non attaccavamo e non difendevamo. Responsabilità mia, magari i ragazzi hanno pensato che si andava a Milano per difendersi e cercare di non perdere. Ho chiesto anche scusa ai giocatori e, visto che dalle cose negative bisogna sempre imparare, ho capito che noi non possiamo giocare con quell’assetto. So bene che abbiamo incassato per 41 gare di fila, ma se imposto la partita per difenderci e non prendere gol alla fine lo prendo comunque, quindi punto a farne uno in più degli avversari».

Portiere top secret – «Certo che ho già deciso fra Da Costa e Ravaglia, ma non vi dico chi dei due giocherà: già vi ho detto di Vignato, devo elencarli tutti e undici? Per voi la cosa più importante è sapere la formazione… Chiedete a Fonseca di dirvi quali giocatori mettere in campo».

Due positivi nello staff – «Con la quarantena non cambia niente, continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto, tanto anche prima facevamo allenamento e poi andavamo subito a casa. Finora siamo stati fortunati perché non abbiamo avuto giocatori positivi, però per come stanno andando le cose temo che capiterà anche a noi, e questo mi preoccupa: è dall’inizio del campionato che siamo sempre sei-sette-otto elementi a causa degli infortuni, ci manca solo il COVID».

Saputo, squadra e obiettivi stagionali – «Nell’acquisto di un attaccante ci spero sempre allo stesso modo degli ultimi due anni, né più né meno. Ho letto l’intervista del presidente e, come diceva il mio amico Garzya, sono pienamente d’accordo a metà. È vero che il nostro obiettivo era fare 52 punti, migliorando la scorsa stagione, ma lo era prima del mercato. Anzi, l’obiettivo era quello di provare a prendere giocatori per puntare ad un posto in Europa, ma purtroppo a causa del COVID si è preso atto che non si possono fare investimenti, e lo capisco. Allora abbiamo cercato di allestire la squadra più giovane d’Italia, e abbiamo preso dei ragazzi nei ruoli in cui ci mancava qualcosa. Abbiamo preso Hickey, 18 anni, che non era previsto dovesse giocare subito ma purtroppo ha dovuto farlo a causa dell’infortunio di Dijks: all’inizio ha fatto bene e poi pian piano, come normale per un ragazzo della sua età, si è un po’ perso. Abbiamo preso Vignato, 20 anni, che secondo me è stato uno dei giocatori migliori della scorsa Serie B e lo sta dimostrando anche qui, è sulla strada giusta per crescere sempre di più. Oltre a loro abbiamo preso De Silvestri a zero, perché mi serviva per spostare Tomiyasu centrale e perché lo conosco bene, so quello che mi può dare dal punto di vista sia professionale che umano. Di contro abbiamo venduto Bani, uno dei nostri migliori difensori dell’anno scorso, e abbiamo cercato di prendere una punta ma non ci siamo riusciti. Sono d’accordo col presidente che dobbiamo acquistare dei calciatori giovani e funzionali al nostro modo di giocare, non tanto per prendere, e sono sicuro che se la società potrà farlo lo farà. Ma prima bisogna trovarlo, e non sarà facile».

52 punti? Prima la salvezza – «Io sono realista, anche molto ottimista ma prima di tutto obiettivo, quindi andrei per gradi. Questo è un campionato strano, senza pubblico, senza una vera preparazione in estate, dove tutti possono vincere o perdere con tutti, e noi fin qui stiamo avendo sempre sei-sette-otto infortunati. Siamo aggrappati a due signori, uno di 36 e uno di 38 anni (Danilo e Palacio, ndr), che giocano tutte le partite e spero non si facciano mai male, sennò è un problema. Per tutte queste ragioni, unite al fatto che in rosa abbiamo molti giovani, dico che l’obiettivo minimo è la salvezza, poi una volta salvi vedremo dove siamo e quante partite mancano per provare a fare 52 punti: man mano che si procede, gli obiettivi possono cambiare, sia in negativo che in positivo. Quindi adesso stiamo attenti e concentrati sulla salvezza, non sui 52 punti. Se questo gruppo può riuscire a farli? Io penso di sì, ma se parliamo del gruppo al completo, senza infortunati. Il problema non sono tanto i primi undici quanto i cambi: gli allenatori dopo 60-70 minuti cambiano, mettono dentro fino a cinque giocatori freschi, io al massimo uno-due, e così diventa dura, la partita è impari. Non è un caso che molti gol li abbiamo presi dopo la prima ora di gioco».

Dijks ancora indietro – «Dijks ha ripreso ad allenarsi con noi ma ha ancora un po’ di paura, ci vorrà un po’ tempo per vederlo tornare a posto a livello psicologico. Anche fisicamente ha una struttura forte che richiede molto allenamento per entrare in forma, ma sta recuperando bene. Al momento, però, è difficile dire quando potrò tornare a schierarlo».

Roma, Dzeko ma non solo – «Se lo fermiamo come abbiamo fermato Lukaku, non lo fermiamo (sorride, ndr). Battute a parte, Dzeko è un grandissimo giocatore, un pericolo costante, speriamo che essendo reduce dal virus non sia ancora al top e ci conceda qualche disattenzione. Comunque la Roma non è solo Dzeko, è una squadra completa con ottimi giocatori che ti possono mettere in difficoltà, quindi sarà dura. Ma sarà dura anche per loro, perché noi giocheremo per attaccare e fare un gol in più di loro, sapendo che forse prima o poi uno lo prenderemo, anche se spero e sto facendo di tutto per non prenderlo. Conosciamo le nostre difficoltà e la loro forza, ma il calcio è bello perché non sempre vince chi sta meglio o chi è più forte sulla carta, a volte vince chi ha più voglia di combattere e soffrire, chi è più disperato, chi mette in campo più voglia di fare risultato. Vincere contro la Roma per noi sarebbe importante, visto che fin qui non abbiamo mai battuto una big, cosa che invece l’anno scorso ci è riuscita spesso. Speriamo ci sia una prima volta e che sia domani».

Rimpianto Ibañez – «Il direttore ci aveva visto bene, per noi sarebbe stato un giocatore importante, poi il ragazzo ha deciso diversamente e in un certo senso posso capirlo: con tutto il rispetto per il Bologna è andato a fare il titolare nella Roma, e dopo un inizio un po’ difficile ha iniziato a mostrare il suo valore. Noi avevamo fatto di tutto per portarlo qui, la scelta è stata sua, sono contento per lui ma anche per noi, perché significa che avevamo lavorato bene».